«Le piccole banche subiranno una stretta burocratica»

«Non siamo simpatici, ma restiamo fondamentali per la società e l’economia. Garantiamo il traffico dei pagamenti, gestiamo i risparmi, concediamo prestiti alle famiglie e all’imprese, paghiamo bene i nostri collaboratori e siamo un ottimo contribuente per le casse pubbliche, siano esse federali, cantonali e comunali». Alberto Petruzzella, presidente dell’Associazione bancaria ticinese (ABT) ha toccato la corda dell’orgoglio della categoria per la sua relazione all’annuale assemblea dell’organizzazione tenutasi quest'oggi a Villa Negroni di Vezia, appuntamento che ha riunito banchieri, autorità e rappresentanti del settore per discutere lo stato della piazza finanziaria ticinese e le sfide future. Tra gli ospiti, il CEO di Swiss Banking Roman Studer e il Consigliere di Stato Christian Vitta, che ha offerto un’analisi sull’economia cantonale e sulle prospettive del settore bancario che sono influenzate anche dalla difficile situzione internazionale, sia dal punto di vista geopolitico (conflitti in Ucraina e Medio Oriente), sia da quello congiunturale con la spada di Damocle dei dazi statunitensi. Misure che potrebbero fare danni anche all’industria d’esportazione ticinese che ha negli Stati Uniti il suo terzo mercato di sbocco dopo Germania e Italia.
Resilienza e attrattività
Il direttore dell’ABT Franco Citterio ha aperto i lavori delineando un quadro economico internazionale segnato da instabilità, ma ha evidenziato la tenuta del comparto bancario ticinese. L’occupazione resta stabile, la gamma di servizi offerti si mantiene ampia e la competitività fiscale del Cantone continua ad attrarre imprese. «L’occupazione - ricordato - è leggermente in aumento»
Nonostante il bilancio positivo, Citterio ha espresso preoccupazione per le finanze pubbliche locali, lanciando un appello a evitare inasprimenti fiscali che potrebbero compromettere l’attrattività del territorio. Ha citato in particolare l’iniziativa dei Giovani Socialisti per una tassa di successione al 50% sui patrimoni oltre i 50 milioni e la proposta federale di tassare maggiormente i capitali previdenziali. «Sono proposte, ancorché non effettive, che stanno già manifestando i loro effetti negativi», ha affermato Franco Citterio.
Tra i temi trattati, anche il ricambio generazionale: l’ABT sta conducendo uno studio per analizzare l’attrattività del settore bancario come datore di lavoro, in un momento in cui attrarre giovani talenti è sempre più cruciale.
Regole sì, ma con equilibrio
Il presidente dell’ABT Alberto Petruzzella ha concentrato il suo intervento sulle ricadute delle nuove normative federali nate dopo il caso Credit Suisse e recentemente poste in consultazione. Pur essendo regole che varranno prevalentemente per le banche cosiddette sistemiche - che sono quattro: UBS, PostFinance e Banca cantonale di Zurigo - avranno ricadute per tutti gli istituti. «La Svizzera ha bisogno di una UBS solida, ma anche di una piazza finanziaria competitiva», ha affermato Petruzze, chiedendo una regolamentazione equilibrata che non penalizzi le banche di piccole e medie dimensioni.
Petruzzella ha lanciato una frecciatina ironica all’indirizzo del Consiglio federale: «UBS è passata da salvatrice della patria a problema del Paese», ribadendo la necessità che il Parlamento valuti con senso critico le proposte in discussione. L’eccesso di burocrazia, ha sottolineato, rischia di soffocare gli istituti minori, che rappresentano una parte fondamentale del tessuto bancario elvetico. Petruzzella ha inoltre ribadito l’importanza di condizioni quadro stabili e favorevoli per garantire il successo della piazza finanziaria svizzera. «È l’unica richiesta che facciamo», ha concluso.
Regolazione proporzionata
Roman Studer, CEO dell’Associazione Svizzera dei Banchieri, ha fatto eco a queste preoccupazioni, rimarcando come la regolazione debba garantire stabilità senza soffocare l’innovazione e la competitività. Ha richiamato l’attenzione su megatrend come digitalizzazione e sostenibilità, che impongono al settore di evolversi rapidamente.
Studer ha inoltre elogiato la diversità del sistema bancario svizzero, considerandola un punto di forza da preservare. A chiudere l’evento è stato Gabriel Bourquin, responsabile fiscalità di Swissbanking, che ha ribadito l’importanza di un dialogo continuo con le realtà regionali.