La congiuntura

L'economia svizzera cresce, eppure siamo meno ricchi

Lo scorso anno performance inferiore rispetto all’1,2% registrato nel 2023 – Ma il prodotto per abitante è diminuito dello 0,2% – Mandruzzato (EFG): «Non è la prima volta in cui ci sono differenze fra PIL aggregato e procapite»
© KEYSTONE/URS FLUEELER
Roberto Giannetti
17.02.2025 20:00

L’economia svizzera cresce, ma siamo comunque un po’ più poveri. Potrebbe essere questo il commento ai dati pubblicati oggi dalla Segreteria di stato dell’economia (Seco), che ha reso noto il cosiddetto Flash-PIL, cioè una stima lampo a 45 giorni dalla fine del trimestre, e che sarà completata dalla tradizionale comunicazione effettuata 60 giorni dopo.

Un dato inferiore alla media

Secondo i risultati provvisori, nel 2024 l’economia svizzera è cresciuta complessivamente dello 0,8 %, dopo l’1,2 % dell’anno precedente. Questo valore è ben al di sotto del livello di crescita medio della Svizzera (dal 1981: 1,8 %), sottolinea la Seco. A livello procapite il PIL è sceso dello 0,2%. I dati riguardano il PIl reale, destagionalizzato e al netto degli eventi sportivi.

Entrando nel dettaglio dei dati, nel solo quarto trimestre del 2024 il Prodotto interno lordo (PIL) è salito dello 0,4% su base trimestrale a fronte del +0,2% registrato nel trimestre precedente. Il dato è leggermente superiore alle previsioni. Tutti i settori dell'industria e dei servizi hanno contribuito a questa crescita.

Come considerare la crescita dello 0,8% nel 2024? E il calo del PIL procapite come deve essere letta? Lo abbiamo chiesto a GianLuigi Mandruzzato, senior economist della banca EFG. «Il dato sulla crescita economica - illustra - è un po’ inferiore all’anno precedente, e quindi fotografa un rallentamento dell’economia svizzera. Questo in sé non è sorprendente, considerate le difficoltà dell’economia europea, l’apprezzamento del franco verso la fine del 2023 e per buona parte del 2024, e gli effetti ritardati degli aumenti dei tassi attuati dalla Banca nazionale svizzera (BNS) fino a metà del 2023. Invece, gli effetti espansivi e favorevoli alla crescita dei tagli dei tassi attuati dalla BNS nel 2024 saranno più evidenti nel corso di quest’anno».

Comunque, il PIL procapite è in calo. Come giudicare questo dato? «Il dato - precisa - è il risultato matematico della crescita della popolazione ancora robusta, ossia attorno all’1%, e dal punto di vista economico è il risultato anche di tutti i fattori enunciati prima che hanno rallentato l’attività economica rispetto al suo tasso potenziale. Ma questi, ossia il rafforzamento del franco e la politica monetaria restrittiva, erano gli effetti perseguiti dalla banca centrale per riportare l’inflazione di sotto del 2%, mentre nel 2022 e nel 2023 il tasso era ancora superiore, in media annua, al 2%».

«Ricordiamo pure - precisa - che nel 1980 il PIL procapite era di 57 mila franchi, mentre nel 2024 è passato a 87 mila franchi. Il calo moderato degli ultimi due anni ha semplicemente riportato il livello al suo trend pluriennale laddove a fine 2022 era ancora un po’ sopra a quest’ultimo».

Ma è possibile parlare di crescita anche se il PIL procapite scende? «A livello aggregato - rileva - sicuramente sì. È un dato di fatto: la crescita del PIL è dello 0,8%, ed era stata dell’1,2% nel 2023, mentre in quell’anno la crescita della popolazione era stata addirittura dell’1,4%. E diciamo che, guardando a un grafico pubblicato dalla Seco, in passato è già successo che si siano registrate delle differenze, fra PIL aggregato e procapite, iù elevate rispetto ai dati pubblicati. E questo era dovuto a difficoltà economiche che negli ultimi due anni non si sono verificate». «Il 2024 è stato - nota l’economista - il dodicesimo anno degli ultimi 44 in cui il PIL procapite è sceso. In media questo fenomeno si verifica un anno ogni quattro, e quindi non è un evento così inusuale nella storia svizzera».

Infine, come giudicare il dato svizzero nel raffronto internazionale? «La stessa Seco - sottolinea GianLuigi Mandruzzato - fa un confronto con gli Stati Uniti, dal quale emerge una minore crescita dell’economia svizzera negli ultimi anni, e questa differenza può essere ricondotta alla diversa politica fiscale messa in atto dai due Paesi: molto espansiva negli Stati uniti, anche con deficit annuali pari al 6-7% del PIL, rispetto invece un sostanziale bilancio in pareggio o con deficit molto piccoli in Svizzera. Questo spiega buona parte della differenza nella crescita del PIL».

Giocano i partner commeciali

A frenare lo sviluppo - scrive la Seco - è l’andamento moderato dei partner commerciali. Il settore industriale ha fatto registrare una crescita moderata, trainato in particolare dalla chimico-farmaceutica. Il settore dei servizi è cresciuto meno della media storica. I dati attuali si fondano su una rapida stima della Seco. Verranno integrati mediante altre stime e aggiornati in un momento successivo.