Economia

Il PIL svizzero torna a crescere, ma le prospettive economiche peggiorano

Nel primo trimestre il prodotto interno lordo (PIL) è progredito dello 0,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2022 — Il barometro KOF segna tuttavia un calo sensibile
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Red. Online
30.05.2023 09:44

L'economia svizzera torna a crescere: nel primo trimestre il prodotto interno lordo (PIL) è progredito dello 0,3% rispetto agli ultimi tre mesi del 2022, quando era stata registrata una stagnazione (PIL 0,0%).

L'attività congiunturale ha in particolare beneficiato dei consumi delle famiglie, delle esportazioni e degli investimenti, emerge dalle informazioni pubblicate stamane dalla Segreteria di Stato dell'economia (Seco). L'indicatore è risultato essere nella fascia alta delle aspettative degli esperti, che andavano dal +0,1% al +0,3%.

Correggendo i dati non tenendo conto degli eventi sportivi - che hanno un impatto importante perché in Svizzera hanno sede diverse ricchissime federazioni internazionali - l'incremento trimestrale del PIL sale al +0,5%, un po' meno marcato di quelli del secondo (+0,3%) e del terzo trimestre (+0,2%) dell'anno scorso.

Nel dettaglio, nei primi tre mesi del 2023 la domanda finale interna (+0,9 %) ha registrato un aumento più marcato rispetto alla media storica. Mentre i consumi delle amministrazioni pubbliche non hanno subito alcuna variazione, quelli privati (+0,6%) sono risultati in netto rialzo. A salire sensibilmente è stata in particolare la spesa per i servizi, ad esempio nei settori della mobilità e del turismo. Sostenuto dalla continua ripresa delle attività di viaggio, l'aumento del valore aggiunto nel settore dei trasporti e delle comunicazioni (+0,7 %) e in quello alberghiero e della ristorazione (+1,0 %) è stato superiore alla media.

Il commercio al dettaglio mostra un'evoluzione negativa (-0,4 %), partendo però da un livello elevato. Trainato dal commercio all'ingrosso e dal commercio di automobili, il risultato trimestrale è stato comunque positivo per il commercio (+2,1 %) nel suo complesso. Anche la maggior parte degli altri servizi - tra cui in primis il comparto dei servizi alle imprese (+0,2 %), il settore sanitario (+0,7 %) e il segmento dell'intrattenimento (+1,2 %) - hanno registrato un andamento positivo.

Gli investimenti in beni di equipaggiamento (+2,6 %) sono nettamente aumentati e dopo alcuni trimestri deboli anche il ramo delle costruzioni (+0,8%) è tornato a crescere. Pure l'industria manifatturiera è tornata a salire leggermente (+0,3%), dopo nove mesi negativi: se da un lato il comparto chimico-farmaceutico ha registrato un calo (-0,6 %), partendo da un livello elevato, negli altri settori industriali - come per esempio quelli dei macchinari e dei veicoli - il valore aggiunto è invece incrementato. In totale, le esportazioni di beni sono cresciute in maniera trasversale a prescindere dai settori e dai paesi (+4,0 %). L'export di servizi è invece calato (-0,9 %). Il valore aggiunto nel settore finanziario (-4,1 %) è sceso sensibilmente, proseguendo la tendenza dei trimestri precedenti.

Prospettive peggiorate

Il barometro del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo (KOF) parla tuttavia di un peggioramento delle prospettive per l'economia svizzera. Il valore indicato dal barometro KOF, nel mese di maggio, è sceso sensibilmente. L'indicatore si è attestato a 90,2 punti, 5,9 punti in meno del dato - rivisto da 96,4 a 96,1 - di aprile, riferisce il KOF in un comunicato odierno. Il parametro si allontana quindi ancora dalla media pluriennale (periodo 2012-2021), che è di 100. Ed è anche nettamente peggiore delle aspettative: gli analisti contattati dall'agenzia Awp avevano infatti scommesso su valori compresi fra 94,0 e 97,5 punti.

Stando agli esperti del KOF si è di fronte al secondo marcato arretramento consecutivo, dovuto in particolare ai segnali negativi nel settore manifatturiero nonché nei rami relativi ai servizi finanziari e assicurativi. Anche gli indicatori riguardanti gli altri servizi e la domanda estera puntano verso il basso; quelli dei consumi privati sono invece ancora leggermente positivi.

Il Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo presenta il suo barometro - pubblicato sin dagli anni 70 del secolo scorso - come un indicatore che anticipa l'evoluzione dell'economia. Si compone di diversi dati: attualmente comprende centinaia di sottoindicatori.

In seguito alla crisi del coronavirus e ai relativi confinamenti il barometro si era contratto nel maggio 2020 al minimo storico di 49,6 punti, per poi risalire sino a un record di 143,7 punti nel maggio 2021 e in seguito calare sensibilmente. L'ultimo valore superiore alla media pluriennale di 100 è stato registrato oltre un anno fa, nell'aprile 2022 (103,9 punti).