Società

L’ecosistema filantropico cresce e colma bisogni

Il Ticino è uno dei cantoni più dinamici per quanto riguarda la nascita di fondazioni con scopi sociali o culturali - Gli attori del settore però lamentano una mancanza di sensibilità da parte dell’ente pubblico nel riconoscere l’esenzione fiscale e l’importanza dell’impatto di queste istituzioni - Il caso del cantone di Zurigo
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Generoso Chiaradonna
23.05.2025 23:11

Chi muore ricco, muore in disgrazia» è una frase attribuita ad Andrew Carnegie, magnate dell’acciaio e filantropo statunitense di origine scozzese vissuto tra il XIX e il XX secolo.

Carnegie è noto non solo per la sua enorme ricchezza, ma soprattutto per il suo impegno nel restituire gran parte del patrimonio alla società. La frase riflette la sua convinzione secondo cui i ricchi hanno l’obbligo morale di usare la propria ricchezza per il bene pubblico durante la vita.

Carnegie è considerato il fondatore della filantropia moderna e ha ispirato un altro grande imprenditore, fondatore della Standard Oil (oggi Exxon ed Esso, per intenderci), anch’egli legato alla filantropia: John D. Rockefeller.

Ancora oggi, negli Stati Uniti e non solo, esistono scuole, università, biblioteche, ospedali e istituzioni culturali rette da fondazioni senza scopo di lucro da loro ispirate e che portano il loro nome. Si dirà: «Ma quelli sono gli Stati Uniti», un altro pianeta per quanto riguarda le fondazioni filantropiche. Anche la Svizzera, e il Ticino in particolare, gioca un ruolo importante per quanto riguarda fondazioni e associazioni con finalità sociali, culturali e ideali.

Durante la terza edizione della Biennale della Filantropia, svoltasi al Centro Studi Bancari di Vezia, si è colta l’occasione per fare il punto sull’evoluzione del settore anche in relazione all’approccio adottato: se vincolare le donazioni a uno scopo specifico oppure lasciarle libere.

Fatiah Bürkner, managing director della Fondazione Max Kohler, ha illustrato proprio questo secondo approccio, fondato sulla fiducia. In inglese si parla di trust-based philanthropy, ovvero una filantropia basata sulla fiducia, che valorizza l’autonomia dei beneficiari e semplifica gli obblighi rendicontativi. Ciò che conta è il raggiungimento dello scopo prefissato, non la burocrazia che lo circonda.

Alla fine del 2024, in Ticino erano censite 847 fondazioni, con un patrimonio complessivo di oltre 2,9 miliardi di franchi. Ogni anno vengono erogati circa 110 milioni di franchi, ha ricordato Giorgio Panzera, direttore della Fondazione Cenpro, che si occupa della promozione e dello sviluppo del settore non profit e della filantropia nella Svizzera italiana, affinché le organizzazioni possano operare «in modo efficiente, proficuo e professionale». Oltre alla vocazione al dono, nota e riconosciuta in Ticino, è necessario un ecosistema legale favorevole all’arrivo di nuove fondazioni. In altri cantoni questa necessità è più sentita e sono state adottate misure - non necessariamente tramite nuove leggi - per attrarre fondazioni e quindi capitale filantropico da destinare a progetti sociali e culturali con impatto locale. Zurigo, per esempio, è un caso virtuoso: ha invertito in pochi anni il calo di fondazioni. Lo ha fatto, ha spiegato l’avvocato zurighese Thomas Sprecher, esperto di diritto delle fondazioni, modificando prassi e favorendo il dialogo tra fondatori e autorità fiscali, spesso scettiche.

Eppure, ha sottolineato l’avvocata Simona Genini, esperta fiscale e deputata al Gran Consiglio, la legislazione che regola le fondazioni è la stessa in tutta la Svizzera. In Ticino, osserva, probabilmente manca una sensibilità politica specifica, proprio perché il concetto di interesse generale o ideale - che sta alla base della natura stessa delle fondazioni - è mutevole nel tempo e non sempre percepito come attuale. Ricordiamo che l’esenzione fiscale di patrimonio e reddito per una fondazione è concessa se essa persegue uno di questi tre obiettivi: scopo pubblico; pubblica utilità; scopo di culto o ideale ed è vigilata.

Una volta riconosciuto uno di questi obiettivi da parte dell’autorità competente - fermo restando che il patrimonio deve essere devoluto alla fondazione in modo irrevocabile e non può in alcun modo tornare al fondatore o ai suoi eredi - si ottiene l’esenzione fiscale. Resta infine la questione, ancora aperta, del compenso ai membri del Consiglio di fondazione. In linea generale, si tratta di un incarico a titolo gratuito, salvo eccezioni riconosciute dal fisco. Ma per cambiare prassi anche in Ticino (i Grigioni lo hanno fatto anni fa) si potrebbe cominciare - suggerisce l’avvocato Mauro Mini - con uno studio accademico, come avvenuto a Basilea e Ginevra, per analizzare la situazione in Ticino e l’impatto economico della filantropia.