Scenari

L’IA sta guidando la crescita, ma la fragilità è in aumento

Maria Paola Toschi (J.P. Morgan AM): «La congiuntura globale è solida e sostenuta da politiche monetarie espansive, nessuna recessione in vista» - La concentrazione tecnologica, le tensioni sul dollaro e la geopolitica restano tuttavia i nodi critici
©Noah Berger
Generoso Chiaradonna
12.12.2025 23:00

Nel pieno di una fase di transizione economica segnata dall’avanzata dell’intelligenza artificiale e da tensioni geopolitiche che ridisegnano gli equilibri industriali e commerciali globali, gli investitori cercano punti di riferimento stabili. Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management (nella foto piccola, ndr), offre una lettura prudente ma costruttiva dello scenario che attende i mercati nei prossimi mesi. In un contesto ancora sostenuto da politiche fiscali e monetarie espansive, la tecnologia resta il primo motore della crescita, ma porta con sé nuove vulnerabilità.

Secondo Toschi, la congiuntura globale rimane solida. «La crescita è alimentata da investimenti pubblici e privati senza precedenti, e non vediamo rischi di recessione», afferma. I tagli dei tassi della Federal Reserve non sono stati una risposta emergenziale, ma «la naturale conseguenza del percorso di disinflazione». Gli Stati Uniti restano il centro gravitazionale dei mercati, ma la loro forza è sempre più legata alla performance dei giganti dell’AI. «L’euforia sull’intelligenza artificiale ha generato utili straordinari. Non siamo nella bolla del 2000: oggi i colossi tech hanno profitti reali e bilanci robusti», precisa.

Questo non elimina i rischi connessi alla loro dimensione. «La concentrazione del mercato è talmente elevata che uno shock isolato può propagarsi rapidamente. I capex richiesti per mantenere la leadership sono enormi, e ciò potrebbe rallentare il ritorno sugli investimenti». A questo si aggiunge la complessa rete di investimenti incrociati tra i grandi attori dell’AI: «Se un ingranaggio si blocca, l’effetto boomerang può essere rilevante».

Sul piano competitivo, Toschi guarda con attenzione all’Asia. «La Cina ha dimostrato più volte di saper scalzare leadership consolidate nei settori strategici, pensiamo al fotovoltaico o all’auto elettrica. L’AI è ormai terreno geopolitico prima ancora che economico».

Il tema valutario resta un punto delicato per gli investitori europei. «Il 2025 sarà un anno in cui ripensare la copertura sul dollaro. Con l’attuale amministrazione americana è venuta meno una parte della fiducia istituzionale, e anche il rapporto tra Fed e governo è una fonte di rischio». Una possibile rotazione alla guida della Federal Reserve nel 2026 potrebbe accentuare la volatilità: «Se i tassi venissero tagliati per ragioni politiche, i mercati obbligazionari perderebbero un riferimento chiave».

Sui fronti geopolitici, Toschi distingue tra crisi regionali e shock sistemici. «Le guerre in corso sono una tragedia umana enorme, ma hanno effetti limitati sull’economia finché non coinvolgono energia o supply chain critiche». Ben diverso sarebbe lo scenario di un’escalation su Taiwan: «È il centro della manifattura mondiale dei semiconduttori. Un conflitto avrebbe impatti profondi sul cuore della tecnologia globale».

In termini di asset allocation, l’esperta di mercato mantiene un orientamento costruttivo. «In un mondo con rischi inflazionistici, l’azionario protegge meglio dei bond. Le obbligazioni tornano rilevanti solo se lo spettro principale è un rallentamento della crescita». L’Europa, spesso sottovalutata, potrebbe sorprendere: «I nuovi piani industriali la rendono un’area da monitorare». Opportunità emergono anche nei mercati emergenti, sostenuti da un dollaro meno forte. Più complessa la situazione del Giappone, dove lo yen rende difficile ottenere rendimenti stabili.

Sul fronte ESG (sostenibilità economica, sociale e ambientale), Toschi osserva una fase di riposizionamento: «L’Europa ha capito che essere troppo virtuosi può avere costi elevati. Continuiamo a integrare i criteri ESG in tutti i prodotti, ma la costruzione di strategie dedicate ha trovato un equilibrio più realistico».

Quanto al ruolo dell’intelligenza artificiale nella gestione del risparmio, esclude derive sostitutive: «In J.P. Morgan l’AI serve a valorizzare analisti e portfolio manager, non a rimpiazzarli. Gli algoritmi migliorano l’efficienza, ma la guida resta umana».

Guardando al futuro, Toschi individua tre forze destinate a plasmare il prossimo decennio: produttività, automazione e riorganizzazione delle catene globali del valore. «Vivremo in un contesto di inflazione più instabile per via del protezionismo e dei cambiamenti geopolitici, ma allo stesso tempo influenzato da tecnologie che la comprimono. La robustezza dei portafogli diventerà essenziale».

E l’oro, vero protagonista dell’ultimo anno? «È stato sostenuto dagli acquisti delle banche centrali e dal calo della fiducia nel dollaro. Ma nel 2022, l’anno dell’inflazione, non si era distinto molto. Nel lungo periodo resta una riserva di valore, ma l’ultima corsa è stata - secondo me - in parte dopata dagli acquisti di oro fisico».