«L’impatto sui margini d’interesse compensato dai maggiori crediti»

Cifre positive per il Gruppo BancaStato nel primo semestre del 2024 che rimangono nella parte alta della tendenza storica registrata negli ultimi anni. Dopo un esercizio ritenuto irripetibile, quello del 2023, il risultato d’esercizio cala del 16% e raggiunge 85,7 milioni di franchi, «attestandosi pur sempre al doppio del 2022», si precisa in una nota stampa. L’istituto rinforza la propria solidità con un’attribuzione di 20 milioni alle riserve per rischi bancari generali; l’utile semestrale oltrepassa i 61,1 milioni (-31,2%). In crescita i crediti ipotecari (+1,7% a 12 miliardi), come pure i patrimoni amministrati che sono aumentati di un miliardo raggiungendo i 22,7 miliardi. Invece gli afflussi netti di patrimonio ammontano a 52,9 milioni.
Direttore Cieslakiewicz, l’anno dei record - il 2023 - è difficile da replicare. Però i risultati per i primi sei mesi di quest’anno viaggiano comunque a quote storicamente elevate per BancaStato. Il taglio dei tassi d’interesse da parte della BNS si è già fatto sentire sui vostri margini? Oppure erano anomali quelli dello scorso anno?
«Sono molto soddisfatto dei risultati conseguiti nei primi sei mesi del 2024, che – seppur inferiori a quelli record del 2023 - confermano la crescita storica che BancaStato mostra ormai da molti anni, frutto degli importanti progetti strategici implementati, della continua crescita dei volumi commerciali e di un accorto rifinanziamento. Pensando alla nostra maggiore fonte di ricavi, ovvero l’erogazione di crediti ipotecari, la crescita degli affari ha permesso di controbilanciare l’impatto negativo sul margine da interessi derivante dai tagli del tasso direttore avvenuti nel primo semestre di quest’anno. Le sforbiciate della Banca nazionale svizzera (BNS) - come quelli delle altre banche centrali - sono solitamente già ampiamente scontate dal mercato ben prima di quando vengono annunciate e pertanto già riflesse nei tassi finali applicati alla clientela. Inoltre, va ricordato che tassi ipotecari più bassi teoricamente si traducono in maggiore domanda di beni immobiliari e dunque in più volumi a bilancio».

Rimanendo nell’ambito della politica monetaria della BNS - ora più vicina alla tradizione elvetica di tassi bassi, ma positivi - la domanda di crediti ipotecari è aumentata di nuovo. È un segnale di un rinnovato dinamismo immobiliare oppure si sono rinnovati vecchi mutui contratti a costi più alti con ipoteche più economiche?
«Almeno parlando per BancaStato, se analizziamo le crescite dei volumi dei crediti ipotecari a bilancio negli ultimi due anni si osserva un loro aumento più marcato a partire dal secondo semestre 2023; maggiori volumi sono stati dettati da nuove ipoteche. In generale, il calo dei tassi può avere “rinnovato” il dinamismo immobiliare, anche se occorre pur sempre contestualizzare: è vero che negli ultimi due anni il mercato ha registrato un calo del numero e del valore delle transazioni immobiliari in Ticino, ma tali indicatori sono pur sempre rimasti agli alti livelli a cui si trovavano prima della pandemia».
Per quanto riguarda i depositi, notate una maggiore propensione a investire da parte della clientela. L’effetto tassi di remunerazione positivi sui conti risparmi si è già affievolito?
«La clientela di BancaStato, lo ricordo, già durante il 2023 ha beneficiato di tre aumenti della remunerazione dei depositi. Occorre considerare che le attuali stime per il futuro parlano di ancora due tagli del tasso di riferimento entro i prossimi sei mesi; è dunque difficile pensare a ulteriori rafforzamenti dell’attrattività del risparmio. A prescindere da ciò, continuiamo a osservare una maggiore predisposizione della clientela a investire i propri averi, o quantomeno parte di essi, anziché mantenerli liquidi sul conto. Ci piace pensare che tale risultato sia anche dovuto alla sempre maggiore attrattività della pluralità di strumenti di investimento pensati e gestiti “in casa” offerti alla clientela».