Camera di commercio

L'incertezza è un'ipoteca sulle scelte delle imprese

Durante l'assemblea numero 105 il tema dell'esplosione dei costi dell'energia e di quello delle materie prime è stato al centro dei lavori – Ignazio Cassis ospite d'onore
Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis con Andrea Gehri. © Andrea Pavan
Generoso Chiaradonna
14.10.2022 21:54

L’economia ticinese non sta conoscendo una dinamica differente da quella svizzera. E questo nel bene e nel male. Le preoccupazioni del mondo imprenditoriale locale per le peggiorate prospettive economiche ci sono e non sono state sottaciute durante la 105.ma assemblea della Camera di commercio del Cantone Ticino svoltasi all’Espocentro di Bellinzona.

«Le incertezze internazionali legate alla reperibilità e soprattutto ai costi crescenti delle materie prime e dell’energia in particolare, rendono la vita difficile a moltissime imprese che si trovano a lavorare nell’incertezza», ha affermato Andrea Gehri, presidente della Camera di commercio. Concetto ribadito anche dalla vicepresidente Cristina Maderni. Le difficoltà - ha continuato Gehri - incidono negativamente sulla pianificazione e le decisioni d’investimento». Procrastinare su questi due punti in prospettiva rende più debole il tessuto economico. «Per l’economia l’incertezza è uno dei veleni peggiori in quanto non permette a imprese e cittadini di progettare il proprio futuro», ha ribadito ancora Gehri. Il riferimento era ovviamente alla guerra in Ucraina che ha rotto gli equilibri geopolitici e dato fiato a dinamiche inflazionistiche in tutta Europa.

«L’economia non sta però battendo cassa», ha precisato il presidente della Camera di Commercio. «Chiediamo però attenzione politica a un problema che sta investendo tutta la società», ha aggiunto.

Sospendere i tributi sull’energia

E proprio nell’ottica di alleviare un minimo la pressione sui costi, la Camera di commercio sta lavorando da tempo con le aziende produttrici e distributrici di energia - e con le autorità - per cercare di trovare soluzioni praticabili che non creini disparità di trattamento e permettano un piano strategico valido. «Sospendere - almeno temporaneamente - l’incasso di tributi che gravano sul prezzo dell’energia, sarebbe un gesto politico gradito», ha affermato Gerhi parafrasando il consigliere federale Guy Parmelin («ogni Watt conta») con «ogni centesimo conta». L’invito è comunque rivolto a tutti i livelli istituzionali: dalla Confederazione, ai Comuni. «Su un tema così complesso, tutti devono essere chiamati a fare la loro parte», ha sottolineato il presidente che ha ribadito la necessità di procedere «a concrete riflessioni in materia di riforme fiscali sul piano cantonale, mettendo in atto quanto già deciso dal popolo e promuovendo riforme che migliorino la competitività del Ticino, soprattutto sul piano della fiscalità delle persone fisiche».

Su questo aspetto la risposta del consigliere di Stato Christian Vitta, responsabile del Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE), ospite dell’assemblea, non si è fatta attendere. «Lavoriamo con l’obiettivo di rendere il Ticino sempre più attrattivo da tutti i punti di vista, e questo sia nel contesto nazionale, sia in quello internazionale», ha affermato ricordando che il cantiere delle riforme fiscali non si è fermato. «Dopo le importanti riforme degli scorsi anni, sono attualmente in corso degli approfondimenti in vista di una futura revisione della Legge tributaria cantonale», ha annunciato non senza aver prima sottolineato «la grande incertezza del periodo storico che stiamo vivendo». «Il Cantone - ha ricordato Vitta - ha istituito un apparato organizzativo al fine di monitorare costantemente la situazione ed essere pronto a reagire in caso di problemi di approvvigionamento energetico».

Il cantiere dell’innovazione

L’innovazione - intesa come motore di sviluppo economico- è un altro dei cantieri aperti dal Cantone e sui cui si punto molto nei prossimi anni. La concretizzazione del futuro Parco dell’innovazione ticinese che troverà casa a Bellinzona negli spazi delle Officine FFS, inserito nell’ambito della rete nazionale di Swiss Innovation Park e nello sviluppo dei centri di competenza. Vitta ha infine ricordato l’importanza dell’unione di intenti tra le diverse componenti della società. «Elementi che si sono rilevati fondamentali nell’affrontare la crisi pandemica e che saranno indispensabili anche per affrontare le sfide future», ha affermato Vitta ricordando come la «costruttiva collaborazione tra la Camera di Commercio, gli imprenditori e le istituzion pubbliche, contribuiscono allo sviluppo economico del Ticino e al mantenimento di posti di lavoro sul territorio».

Tra gli interventi, c’è stato anche quello del presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali che ha ribadito, dopo aver evocato la responsabilità sociale delle imprese, la vicinanza delle istituzioni al mondo imprenditoriale ticinese.

Cassis: «Non è il momento di fare altro debito»

L’ospite d’onore dell’assemblea della Camera di commercio era il presidente della Confederazione Ignazio Cassis. Sollecitato dalle domande del giornalista della RSI Pietro Bernaschina, Cassis ha ricordato i dossier che occupano il Consiglio federale. Ha parlato della situazione europea e anche di finanze. Ha affermato che l’eccessivo indebitamento non è sano per uno Stato. E che interventi come quello del governo tedesco (200 miliardi di euro per mitigare il caro energia, ndr) non è ipotizzabile. L’inflazione al 3,3%, ha ricordato, non giustifica un intervento pubblico.