L’onda dei dividendi non si ferma e supera nettamente le previsioni

Il dividendo è la parte dell’utile che viene distribuita da una società ai suoi azionisti. L’ammontare dei dividendi è uno degli indicatori, certo non il solo ma comunque uno tra quelli di rilievo, che riguardano l’andamento delle imprese e per alcuni aspetti anche dell’economia più in generale. Se le società fanno buoni utili con continuità e danno buoni dividendi agli azionisti, questo indicatore rimane in territorio positivo. Naturalmente, più la fase economica è complicata, più in linea di principio per molte imprese diventa difficile fare utili sostanziosi e poi distribuire ampi dividendi.
Le cifre
Essendo in atto da inizio anno un chiaro rallentamento economico internazionale, l’impressione di molti nei mesi scorsi era che in questo 2022 ci sarebbe stata una flessione complessiva per i dividendi. L’ultimo rapporto Global Dividend Index, curato dalla Janus Henderson, società internazionale di gestione con sede a Londra, mostra però che le cose non stanno andando così. I dati raccolti da oltre 1.200 società quotate nel mondo indicano che nel solo terzo trimestre di quest’anno i dividendi sono stati pari a 415,9 miliardi di dollari USA, una cifra trimestrale record, che rappresenta un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Per i curatori dello studio la propensione a maggiori dividendi dovrebbe a questo punto rimanere pure nell’ultimo trimestre di quest’anno, anche con un ritmo maggiore rispetto alle attese. Gli analisti indicano quindi una revisione al rialzo di 30 miliardi per le previsioni sui dividendi per l’intero 2022, grazie soprattutto a fattori trainanti come l’aumento dei dividendi straordinari una tantum, la solidità del settore petrolifero e dell’Asia. I dividendi annuali complessivi ora previsti sono quindi pari a circa 1.560 miliardi di dollari, con una crescita dell’8,3% rispetto all’anno prima. Se così sarà, il bilancio degli ultimi cinque esercizi annuali sarà ancor più positivo. Nel 2018 i dividendi sono stati pari a 1.353 miliardi (+9,5% sull’anno prima), nel 2019 a 1.391 miliardi (+2,9%), nel 2020 pandemico a 1.234 miliardi (-11,3%), nel 2021 a 1.443 miliardi (+16,9%). Molte imprese stanno quindi mostrando capacità di tenuta superiori alle attese, con riflessi positivi per ora sia sul mantenimento degli utili, sia sulla distribuzione di una parte di questi agli azionisti. Le tensioni geopolitiche, la guerra in Ucraina causata dall’invasione russa, i rincari ancora alti e gli inevitabili aumenti dei tassi in funzione anti inflazione, sono tutti elementi che si fanno sentire sul quadro economico, ma sin qui molte imprese sono riuscite a difendersi, seppur affrontando difficoltà.
Cautela sul 2023
Per quel che riguarda le previsioni per il 2023, gli analisti mantengono cautela. Per Jane Shoemake, Client Portfolio Manager di Janus Henderson, nel 2023 “il rallentamento della crescita economica globale presumibilmente inciderà sulla capacità di alcune aziende di incrementare le distribuzioni”. Tuttavia, la redditività è rimasta sin qui a buoni livelli e la pandemia ha spinto molte aziende a riportare i dividendi verso livelli più sostenibili nel tempo, e “questo potrebbe rappresentare un fattore positivo anche se gli utili subissero qualche pressione nel 2023”, secondo Shoemake.
Tornando al terzo trimestre di quest’anno, il traino maggiore per i dividendi è venuto dalle società del petrolio e del gas, in larga misura grazie al balzo dei prezzi dei prodotti del comparto. Contributi significativi all’aumento complessivo nel periodo sono però venuti anche dai rami trasporti (soprattutto spedizioni), semiconduttori, banche, aziende chimiche. Il bilancio avrebbe potuto essere ancora migliore, se non ci fosse stato nel periodo un chiaro apprezzamento del dollaro USA, valuta nella quale come visto vengono nello studio calcolati tutti i dividendi. Questo effetto valutario ha inciso negativamente per il 3,3% sul tasso di crescita dei dividendi nel trimestre; senza l’apprezzamento del biglietto verde la crescita trimestrale rispetto a un anno prima sarebbe stata del 10,3%.
In Svizzera
Nello studio i dividendi censiti in Svizzera nel terzo trimestre di quest’anno vengono indicati come pari a 2,2 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto agli 1,7 miliardi dello stesso periodo del 2021. Nei rispettivi terzi trimestri, così erano andate le cose a livello elvetico negli anni precedenti: 1,3 miliardi nel 2016, 1,5 miliardi nel 2017, 1,5 miliardi nel 2018, 1,6 miliardi nel 2019, 1,8 miliardi nel 2020. Considerando le sue dimensioni, la Svizzera non può essere nelle posizioni di testa quanto a valori assoluti ma è ben piazzata sia se si valutano le cifre in proporzione alle sue attività, sia per la buona continuità nella crescita dell’ammontare complessivo dei dividendi.
La resilienza
«Resilienza in tempi di incertezza: quanto contano leadership e governance», è il titolo di un incontro di EFG Gamma Foundation, che si svolgerà nei prossimi giorni. Gli accadimenti degli ultimi due anni, dalla pandemia alla guerra in Ucraina – affermano gli organizzatori nella presentazione dell’incontro– hanno causato alti livelli di incertezza e sfide sociali, economiche e politiche senza precedenti. Legislatori, imprenditori, manager e professionisti si sono dovuti adattare a una nuova realtà e risollevare da shock complessi, cercando spesso di sviluppare la resilienza, cioè la capacità di affrontare e superare le difficoltà, mantenendo un’impostazione di fondo positiva.
EFG Gamma Foundation -che è presieduta dall’economista e professore alla Bocconi di Milano Andrea Beltratti e che ha nel suo board Giorgio Pradelli, CEO della banca elvetica EFG (che ha integrato la ex BSI), e Franco Polloni, Head Switzerland & Italy della stessa EFG – invita quindi una serie di esperti a confrontarsi su quali siano le qualità di una leadership efficace in tempi di crisi, su come le aziende possano fronteggiare con successo situazioni di incertezza e su come costruire comunità più resistenti alle avversità. Ulteriore tema di confronto: come i mercati possano essere affrontati in tempi difficili, anche alla luce delle recenti esperienze.
«Cercheremo di analizzare – dice Andrea Beltratti – quali siano le caratteristiche degli elementi principali che favoriscono la resilienza. Senza cancellare alcune caratteristiche tradizionali, occorre aggiungerne altre, frutto di un approccio nuovo e costruttivo. Pensiamo ad esempio ai temi ambientali e sociali, che sono oggi più presenti che in passato e che possono contribuire all’incremento della resilienza. Tenere presenti in modo adeguato questi temi significa infatti anche ridurre o eliminare future fonti di rischio, creare un buon clima di lavoro, riuscire a trattenere i talenti».
La diffusa sigla ESG (Environmental, Social, Governance) indica appunto l’attenzione verso i temi ambientali, sociali e di governance, anche sui versanti delle imprese e delle banche. « Tutte e tre le parole che compongono il contenuto di ESG – afferma Andrea Beltratti – sono importanti anche dal punto di vista dello sviluppo della resilienza. Anche la governance, oltre all’ambiente e al sociale, è certamente rilevante. Aziende strutturate meglio, al di là di ciò che già fissa il regolatore, possono affrontare in modo più adeguato le sfide ed essere più preparate al superamento delle difficoltà ».
I dividendi distribuiti nel mondo agli azionisti in questo molto complicato 2022 sono stati sin qui superiori alle aspettative e le previsioni per fine anno sono ora migliori rispetto alle precedenti, secondo quanto indica l’ultimo Global Dividend Index, pubblicato nei giorni scorsi. Può essere anche questo un segnale di maggiore resilienza nel mondo delle imprese? «Penso che su questo terreno ci sia stata una forte incidenza – dice Andrea Beltratti – del settore petrolio e gas e credo che potrebbe anche esserci una linea di sostegno agli azionisti da parte di molte imprese, in questa fase non facile. Su quanto sta accadendo ora bisognerebbe approfondire l’analisi. Però, se parliamo in termini più generali, certo un’adeguata politica di dividendi si può collegare anche al discorso dello sviluppo di una maggiore resilienza».
L’evento
L’evento di EFG Gamma Foundation si svolgerà a Milano, giovedì 24 novembre, alla Fondazione Catella, dalle 19. Dopo l’introduzione di Andrea Beltratti, ci sarà l’intervento di Cristina Catania, Senior Partner McKinsey. Seguirà una tavola rotonda con la moderazione di Andrea Cabrini direttore Class CNBC e con la partecipazione di Alessandra Gritti CEO Tamburi Investment, di Giorgio Pradelli CEO di EFG, di Guido Tugnoli presidente Four Partners. In conclusione le osservazioni finali di Andrea Beltratti. Dopo la fase pandemica, EFG Gamma Foundation intende ora riprendere più ampiamente l’iniziativa, anche attraverso l’organizzazione di eventi in presenza.