Occupazione: Ticino a due velocità tra industria in calo e servizi in crescita

Nel terzo trimestre del 2025 la Svizzera segna un rallentamento evidente dell’occupazione: la crescita complessiva si ferma allo 0,1% su base annua e, rispetto al trimestre precedente, si registra un lieve arretramento. A diminuire non è solo la dinamica degli impieghi, ma anche la domanda immediata delle imprese: i posti liberi scendono del 10,5%, portandosi a quota 88.400, con flessioni sia nell’industria (–13,4%) sia nei servizi (–9,6%). Parallelamente si attenuano le difficoltà nel reperire personale specializzato, segno di un mercato del lavoro meno tirato rispetto al recente passato.
In questo scenario nazionale, il Ticino conferma un andamento complessivamente stabile, ma attraversato da movimenti interni molto più marcati dei valori globali. Nel Cantone gli impieghi totali passano da 254.594 a 254.129 mila unità tra il secondo e il terzo trimestre, una variazione minima che, da sola, racconta poco. È entrando nei settori che la fotografia diventa più chiara.
Il comparto industriale e delle costruzioni vive infatti una fase di contrazione significativa. Il settore secondario scende da 52.315 a 51.474 mila impieghi, pari a un calo dell’1,6% sul trimestre e del 3,16% su base annua, una flessione più accentuata della media svizzera. Anche le variazioni congiunturali confermano la tendenza: –2,70% nel trimestre, segno di un aggiustamento rapido che riguarda tanto la manifattura quanto l’edilizia.
Il terziario mostra invece una dinamica opposta. I servizi crescono da 202.278 a 202.654 mila impieghi, con un +0,19% sul trimestre e +0,90% sull’anno. È una progressione che rispecchia il quadro nazionale ma che in Ticino appare leggermente più sostenuta, soprattutto nei comparti legati alla sanità, all’istruzione, al commercio e alle attività professionali.
A completare l’immagine c’è la distribuzione di genere. Nel Cantone la quota femminile complessiva è del 39,2%, ma la distanza tra settori resta ampia: solo il 22% nell’industria, contro il 44,4% nei servizi. Un divario che, oltre a riflettere la struttura economica regionale, incide anche sulle dinamiche di crescita dei vari comparti.
Nel complesso, il Ticino mostra un equilibrio solo apparente: il totale degli impieghi è stabile, ma il mercato del lavoro si sta riorganizzando attorno ai servizi, mentre l’industria attraversa una fase più complessa e visibile che nel resto della Svizzera. Un Cantone che tiene, ma che si muove, appunto, a due velocità.
