Paolo Ardoino: «Lugano dimostra come Bitcoin può trasformare una città»

Nel giorno in cui prende il via la quarta edizione del Plan ₿ Forum, in programma tra oggi e sabato, il CEO di Tether (182 miliardi di dollari di capitalizzazione) Paolo Ardoino racconta l'evoluzione del progetto che sta rendendo la città sulle rive del Ceresio un punto di riferimento per l'ecosistema Bitcoin mondiale.
È il giorno in cui si alza il sipario sulla quarta edizione del Plan ₿ Forum, l'appuntamento che, dopo aver portato a Lugano oltre 6.500 persone da oltre 50 Paesi, tra oggi e domani trasformerà nuovamente la città nel centro nevralgico dell'universo Bitcoin. A tre anni e mezzo dal lancio del progetto Plan ₿, nato nel marzo 2022 dal protocollo di intesa tra il Municipio di Lugano e l’azienda Tether, i risultati sembrano essere largamente positivi: quasi 400 negozi che accettano valute digitali, 40 mila utenti sull’app MyLugano, cinque obbligazioni digitali emessi, un spazio co-working dedicato – il PoW.space, in Contrada di Sassello 10 – e un ecosistema di iniziative educative e imprenditoriali in espansione, che ha portato più di cento aziende del settore a stabilirsi in città. Per comprenderne gli sviluppi, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Paolo Ardoino, CEO di Tether, proprio nel giorno in cui, a Lugano torna la vetrina più importante dell’ecosistema Plan ₿, proprio quel Forum divenuto, sin dal lancio dell’iniziativa, la conferenza Bitcoin più importante in Europa.
Oggi arriva lo «start» sulla quarta edizione del Plan ₿ Forum. Quali
sono le sue aspettative per quest'anno?
«Questa edizione del
Forum è la più ambiziosa e articolata di sempre. Siamo già certi di raggiungere
un record di presenze, tanto che quasi sfioreremo il “sold out” del Palazzo dei
Congressi, con partecipanti che arriveranno davvero da ogni angolo del pianeta.
Al netto dei numeri, che per quanto impressionanti raccontano solo una parte
della storia, quello che mi entusiasma davvero è il percorso fatto sin qui e il
contributo che abbiamo dato nel processo di creazione, a Lugano, una città che
amo, di un contesto unico al mondo. Tutto questo mi riempie di orgoglio».
Una visione pionieristica, considerando quello che sta avvenendo a
livello mondiale, soprattutto nel 2025…
«È un momento di
importanza storica, quello che stiamo vivendo: Bitcoin e le stablecoin stanno
compiendo progressi senza precedenti, soprattutto negli Stati Uniti, con una
chiarezza legislativa crescente e un'integrazione nelle operazioni delle
istituzioni tradizionali che, solo fino a poco tempo fa, molti avrebbero
ritenuto impensabile. E il programma dell’edizione 2025 del Forum riflette
fortemente questa evoluzione: insieme a me, sul palco, ci saranno oltre cento speaker
di calibro internazionale, da Adam Back a Elizabeth Stark, da Jack Mallers a
Chris Pavlovski, a Saifedean Ammous, fino a Bo Hines, che dopo il suo mandato
come direttore esecutivo del Crypto Council della Casa Bianca è ora consulente
strategico per gli asset digitali di Tether. Sarà insomma una conferenza
che celebrerà, ancor più che in passato, quanto Bitcoin e la sua blockchain
siano diventati centrali nel dibattito globale su libertà finanziaria, libertà
di parola e innovazione tecnologica. E Lugano ancora una volta ribadirà la sua
centralità e il suo essere il palcoscenico perfetto per raccontare e dare
ulteriore respiro a questa rivoluzione».
Oltre al Forum, quest'anno è stata lanciata anche una Plan ₿ Week, che
si sta svolgendo proprio in questi giorni…
«È un salto di qualità
a cui è giunto in modo naturale l'ecosistema Bitcoin luganese, che adesso può
far leva su un’offerta sempre più articolata. Una settimana di immersione
totale in quel mondo che per noi di Tether è pane quotidiano e un format,
completamente nuovo, che include, ad esempio il Cypher Tank (le semifinali si
sono svolte ieri, ndr), un contest dedicato esclusivamente ai progetti
Bitcoin e tecnologie peer-to-peer. In breve, otto startup e quattro
progetti non-profit si confronteranno con una giuria d'eccezione, e in
palio ci saranno 850 mila dollari in finanziamenti e servizi, ma soprattutto
l'opportunità di entrare in una dimensione promettente e consolidata a livello
internazionale come quella locale. Si terranno, per tutta questa settimana, workshop
pratici, panel con ospiti (molti dei quali svizzeri, oltre che ticinesi) e
summit istituzionali, in una città in cui ormai si vive di Bitcoin di finanza e
tecnologie decentralizzate ormai tutti i giorni».
A proposito di vivere Bitcoin quotidianamente: recentemente un
residente italiano a Lugano ha acquistato un'automobile pagandola interamente
in tether. Quanto è importante per voi venire a conoscenza di queste esperienze
d'uso concrete?
«Casi come questo,
l’ultimo di tanti, dimostrano il salto sostanziale tra il piano teorico e la
realtà pratica dell’applicazione di queste tecnologie. Questo è esattamente
quello che volevamo realizzare tre anni e mezzo fa, quando insieme alla Città
di Lugano abbiamo ideato e lanciato il progetto Plan ₿. Volevamo creare
un'infrastruttura che permettesse di dimostrare che le valute digitali non sono
un mero strumento speculativo, ma che anzi consentono di fare pagamenti con
facilità nella vita di tutti i giorni, garantendo anche, in Paesi con governi e
sistemi finanziari molto meno sicuri di quello svizzero, l’inclusione nel
sistema finanziario. E oggi a Lugano ci sono centinaia di esercizi commerciali
che accettano BTC, USD₮ e LVGA, e la stessa amministrazione comunale incassa
pagamenti di imposte e multe mediante le stesse valute, che sono accettate a
corso legale de facto insieme ai franchi svizzeri. Durante la settimana del
Plan ₿ Forum 2024, ad esempio, i partecipanti hanno effettuato circa 8 mila
transazioni in valute digitali presso gli esercizi cittadini, cui abbiamo
fornito speciali POS (punti vendita, ndr) in comodato d’uso gratuito. Numeri,
anche questi, che certificano che Lugano è diventata davvero la città in cui si
può vivere utilizzando Bitcoin».
Anche la formazione è stata definita un pilastro del progetto Plan ₿.
Come si sta evolvendo questo aspetto?
«L'educazione rimane
assolutamente centrale nella strategia. Anche quest'anno la Plan ₿ Summer
School ha selezionato 21 studenti tra 250 iscritti provenienti da tutto il
mondo, per una settimana intensiva di formazione - lo step finale di un
percorso itinerante che ha toccato varie località in tutto il mondo – che si è
svolta al PoW.space di Lugano. Il risultato? L'anno scorso, 13 dei 21
partecipanti sono stati assunti da imprese dell'ecosistema Bitcoin ed è questo
è il tipo di impatto che vogliamo generare. Parallelamente, rassegne come
Spazio 21, che offrirà proprio durante il Forum oltre 50 workshop gratuiti in
italiano anche a neofiti e principianti, indipendentemente dal livello di
partenza, vanno a completare un quadro generale fondato su valori per noi
imprescindibili quali divulgazione, accessibilità e inclusività. L'obiettivo è
creare un bacino di talenti locali che possano contribuire attivamente
all'ecosistema, rendendo Lugano sempre più centrale in questo ambito».
Parlando di Tether, la sua società
annuncia investimenti e progetti di continuo… dal calcio (FC Lugano e
Juventus), all’intelligenza artificiale. Il più recente, credo, sia il rilascio
di un kit per sviluppare dei portafogli in cui custodire Bitcoin e
criptovalute.
«Sì, è uno dei
progetti più rivoluzionari su cui abbiamo lavorato: una cassetta degli attrezzi
totalmente open source, che permette a chiunque di creare wallet
decentralizzati (self-custodial e multi-chain). La nostra visione
del futuro, infatti, è che chiunque possa gestire le proprie finanze in modo
indipendente, a partire dall’infrastruttura, con pagamenti istantanei, costi
bassissimi e soprattutto nessuna necessità di intermediari. Andando oltre, sì Tether
come noto non è solo leader nel mercato delle stablecoin, ma investe
costantemente in asset che riteniamo cruciali per il futuro:
intelligenza artificiale, interfacce cervello-computer, mining
sostenibile, sistemi peer-to-peer. Ad esempio, abbiamo investito oltre 2
miliardi di dollari in infrastrutture per supportare l’addestramento di IA,
acquisendo la maggioranza di Northern Data Group. E poi c'è Blackrock
Neurotech, con cui costruiamo chip neuronali più avanzati di Neuralink.
Questi investimenti non restano isolati: attirano sui territori competenze,
capitali e know how. In estate, ad esempio, Lugano ha ospitato il P2P
Summit con Jaan Tallinn fondatore di Kazaa e Skype e il workshop europeo sulle
neurotecnologie NeuroDesign».
Avete anche annunciato USA₮, la stablecoin regolamentata negli Stati
Uniti. Come si relaziona questa novità con il vostro impegno in città?
«USA₮ rappresenta un
passo naturale nell'evoluzione di Tether. Per oltre dieci anni, USD₮ ha servito
centinaia di milioni di persone nei mercati emergenti, diventando il dollaro
digitale per chi è escluso dal sistema bancario tradizionale. Ora, con l'introduzione
del GENIUS Act negli Stati Uniti, abbiamo l'opportunità di portare la stessa
stabilità e trasparenza anche nel mercato americano, con una stablecoin
completamente regolamentata. Bo Hines, come già detto, guiderà questo progetto
come CEO. Ma questo non significa che ci stiamo allontanando dal Ticino, anzi.
Il modello che abbiamo costruito qui, basato su trasparenza, innovazione e
collaborazione con le istituzioni, è esattamente quello che vogliamo replicare
anche altrove, continuando a considerare Lugano come luogo in cui generare e
sperimentare innovazione, dimostrando come Bitcoin e le stablecoin possono
integrarsi perfettamente nella vita di una città e di una comunità. USA₮ è
complementare a USDT, non un sostituto, e rafforza ulteriormente il nostro
impegno verso il dollaro americano e la sua egemonia nell'economia globale».
Guardando al futuro, quale ruolo vede per Lugano nell'ecosistema
Bitcoin globale?
«Questa città ha tutte
le carte in regola per consolidarsi come capitale europea di Bitcoin. In meno
di quattro anni siamo riusciti a creare qualcosa di unico: un processo stabile
in cui istituzioni pubbliche, università, imprese e cittadini collaborano per
rendere le valute digitali e le tecnologie P2P strumenti da integrare
pienamente nella realtà quotidiana. I risultati del Regional Innovation
Scoreboard della Commissione europea lo confermano: il Ticino è nella top
10 delle regioni più innovative d'Europa, e in Svizzera è secondo solo
all’area metropolitana di Zurigo. Ma quello che mi rende più orgoglioso è,
appunto, che Lugano stia diventando un modello replicabile. Abbiamo esportato
il Plan ₿ Forum, nato e cresciuto a Lugano, a El Salvador, dimostrando che
questo format funziona anche in contesti molto diversi tra loro. E riceviamo,
non a caso, manifestazioni d'interesse da altre città e Paesi. Il Plan ₿ VC
Fund, con 100 milioni raccolti da privati per investire sul territorio, sta
producendo risultati concreti: la prima exit di una startup Bitcoin
luganese è già avvenuta, Elysium Lab, è stata acquisita da Blockstream, che ha
aperto al PoW.Space il suo Research Center europeo. Una struttura divenuta
operativa lo scorso novembre, che oggi ospita, insieme ad altre aziende, anche
gli uffici della zurighese Sygnum Bank. Tutti questi sono segnali che ci dicono
molto sulla maturazione, la capacità di attrarre e il potenziale di Lugano.
Sono certo che, nei prossimi mesi e anni, registreremo un ulteriore crescendo
di persone che decideranno di trasferirsi qui per costruire il proprio futuro
grazie a Bitcoin e alle tecnologie decentralizzate».
Per un'IA al servizio dell'uomo
Nel centro città a Lugano potrebbe sorgere un «high tech corner»: è l’auspicio di Simone Giacomelli, fondatore e CEO di Prem AI, un «citizen science lab» sull’intelligenza artificiale applicata che mercoledì sera ha inaugurato la sua sede nella centralissima Contrada Sassello, rappresentando «un esempio di come stia prendendo forma l’ecosistema» dell’innovazione sulle rive del Ceresio, ha osservato Pietro Poretti, responsabile Divisione sviluppo economico della Città di Lugano, nel suo intervento introduttivo.
Per certi versi lo stile e la verve che hanno caratterizzato l’evento porta la mente a oltre due decenni fa, all’alba di ciò che veniva allora chiamata «new economy» – quella di Internet, delle tecnologie informatiche e della comunicazione digitale – che, di fatto, ha dato origine alla rivoluzione in atto con l’IA.
Fenomeno che viene però da molto più lontano, ha ricordato Laura Azzimonti, docente-ricercatrice senior presso l’Istituto Dalle Molle USI-Supsi (Idsia), che ha citato un passaggio del primo progetto di ricerca sull’IA, pubblicato nel 1955 da alcuni ricercatori americani: «Si cercherà di capire come fare in modo che le macchine utilizzino il linguaggio, formino astrazioni e concetti, risolvano tipi di problemi attualmente riservati agli esseri umani e migliorino se stesse».
Parole che suonano incredibilmente attuali oggi, ha rimarcato Azzimonti, a cui ha fatto seguito l’intervento del collega Davide Andreoletti, che in Supsi è responsabile nel progetto TrustML, finanziato da Innosuisse e attuato con Prem AI. Si tratta di un progetto che mira a creare una piattaforma sicura che protegga i dati sensibili (come quelli di ospedali, banche o studi legali) anche quando vengono usati in Rete, soprattutto nel cloud.
E così, il nascente «quartiere tecnologico» di Lugano, forte anche dell’iniziativa Plan B (cfr. articolo in apertura di pagina), raccoglie la sfida di andare sempre più verso un’IA aperta e trasparente, «sovrana» e al servizio dell’uomo - e non delle big tech. Come ha spiegato Jaipal Singh Goud di Prem AI, «vogliamo creare agenti IA personalizzati che usano i dati propri degli utenti, ma in totale sicurezza e che siano loro davvero utili»