Mondo cripto

Paolo Ardoino: «Lugano dimostra come Bitcoin può trasformare una città»

A tu per tu con il CEO di Tether in occasione dell'apertura, oggi, della quarta edizione del Plan B Forum a Lugano: «È la più ambiziosa e articolata di sempre»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Andreas Grandi
24.10.2025 06:00

Nel giorno in cui prende il via la quarta edizione del Plan ₿ Forum, in programma tra oggi e sabato, il CEO di Tether (182 miliardi di dollari di capitalizzazione) Paolo Ardoino racconta l'evoluzione del progetto che sta rendendo la città sulle rive del Ceresio un punto di riferimento per l'ecosistema Bitcoin mondiale.

È il giorno in cui si alza il sipario sulla quarta edizione del Plan ₿ Forum, l'appuntamento che, dopo aver portato a Lugano oltre 6.500 persone da oltre 50 Paesi, tra oggi e domani trasformerà nuovamente la città nel centro nevralgico dell'universo Bitcoin. A tre anni e mezzo dal lancio del progetto Plan ₿, nato nel marzo 2022 dal protocollo di intesa tra il Municipio di Lugano e l’azienda Tether, i risultati sembrano essere largamente positivi: quasi 400 negozi che accettano valute digitali, 40 mila utenti sull’app MyLugano, cinque obbligazioni digitali emessi, un spazio co-working dedicato – il PoW.space, in Contrada di Sassello 10 – e un ecosistema di iniziative educative e imprenditoriali in espansione, che ha portato più di cento aziende del settore a stabilirsi in città. Per comprenderne gli sviluppi, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Paolo Ardoino, CEO di Tether, proprio nel giorno in cui, a Lugano torna la vetrina più importante dell’ecosistema Plan ₿, proprio quel Forum divenuto, sin dal lancio dell’iniziativa, la conferenza Bitcoin più importante in Europa.

Oggi arriva lo «start» sulla quarta edizione del Plan ₿ Forum. Quali sono le sue aspettative per quest'anno?
«Questa edizione del Forum è la più ambiziosa e articolata di sempre. Siamo già certi di raggiungere un record di presenze, tanto che quasi sfioreremo il “sold out” del Palazzo dei Congressi, con partecipanti che arriveranno davvero da ogni angolo del pianeta. Al netto dei numeri, che per quanto impressionanti raccontano solo una parte della storia, quello che mi entusiasma davvero è il percorso fatto sin qui e il contributo che abbiamo dato nel processo di creazione, a Lugano, una città che amo, di un contesto unico al mondo. Tutto questo mi riempie di orgoglio».

Una visione pionieristica, considerando quello che sta avvenendo a livello mondiale, soprattutto nel 2025…
«È un momento di importanza storica, quello che stiamo vivendo: Bitcoin e le stablecoin stanno compiendo progressi senza precedenti, soprattutto negli Stati Uniti, con una chiarezza legislativa crescente e un'integrazione nelle operazioni delle istituzioni tradizionali che, solo fino a poco tempo fa, molti avrebbero ritenuto impensabile. E il programma dell’edizione 2025 del Forum riflette fortemente questa evoluzione: insieme a me, sul palco, ci saranno oltre cento speaker di calibro internazionale, da Adam Back a Elizabeth Stark, da Jack Mallers a Chris Pavlovski, a Saifedean Ammous, fino a Bo Hines, che dopo il suo mandato come direttore esecutivo del Crypto Council della Casa Bianca è ora consulente strategico per gli asset digitali di Tether. Sarà insomma una conferenza che celebrerà, ancor più che in passato, quanto Bitcoin e la sua blockchain siano diventati centrali nel dibattito globale su libertà finanziaria, libertà di parola e innovazione tecnologica. E Lugano ancora una volta ribadirà la sua centralità e il suo essere il palcoscenico perfetto per raccontare e dare ulteriore respiro a questa rivoluzione».

Oltre al Forum, quest'anno è stata lanciata anche una Plan ₿ Week, che si sta svolgendo proprio in questi giorni…
«È un salto di qualità a cui è giunto in modo naturale l'ecosistema Bitcoin luganese, che adesso può far leva su un’offerta sempre più articolata. Una settimana di immersione totale in quel mondo che per noi di Tether è pane quotidiano e un format, completamente nuovo, che include, ad esempio il Cypher Tank (le semifinali si sono svolte ieri, ndr), un contest dedicato esclusivamente ai progetti Bitcoin e tecnologie peer-to-peer. In breve, otto startup e quattro progetti non-profit si confronteranno con una giuria d'eccezione, e in palio ci saranno 850 mila dollari in finanziamenti e servizi, ma soprattutto l'opportunità di entrare in una dimensione promettente e consolidata a livello internazionale come quella locale. Si terranno, per tutta questa settimana, workshop pratici, panel con ospiti (molti dei quali svizzeri, oltre che ticinesi) e summit istituzionali, in una città in cui ormai si vive di Bitcoin di finanza e tecnologie decentralizzate ormai tutti i giorni».

A proposito di vivere Bitcoin quotidianamente: recentemente un residente italiano a Lugano ha acquistato un'automobile pagandola interamente in tether. Quanto è importante per voi venire a conoscenza di queste esperienze d'uso concrete?
«Casi come questo, l’ultimo di tanti, dimostrano il salto sostanziale tra il piano teorico e la realtà pratica dell’applicazione di queste tecnologie. Questo è esattamente quello che volevamo realizzare tre anni e mezzo fa, quando insieme alla Città di Lugano abbiamo ideato e lanciato il progetto Plan ₿. Volevamo creare un'infrastruttura che permettesse di dimostrare che le valute digitali non sono un mero strumento speculativo, ma che anzi consentono di fare pagamenti con facilità nella vita di tutti i giorni, garantendo anche, in Paesi con governi e sistemi finanziari molto meno sicuri di quello svizzero, l’inclusione nel sistema finanziario. E oggi a Lugano ci sono centinaia di esercizi commerciali che accettano BTC, USD₮ e LVGA, e la stessa amministrazione comunale incassa pagamenti di imposte e multe mediante le stesse valute, che sono accettate a corso legale de facto insieme ai franchi svizzeri. Durante la settimana del Plan ₿ Forum 2024, ad esempio, i partecipanti hanno effettuato circa 8 mila transazioni in valute digitali presso gli esercizi cittadini, cui abbiamo fornito speciali POS (punti vendita, ndr) in comodato d’uso gratuito. Numeri, anche questi, che certificano che Lugano è diventata davvero la città in cui si può vivere utilizzando Bitcoin».

Anche quest'anno la Plan ₿ Summer School ha selezionato 21 studenti tra 250 iscritti provenienti da tutto il mondo, per una settimana intensiva di formazione - lo step finale di un percorso itinerante che ha toccato varie località in tutto il mondo – che si è svolta al PoW.space di Lugano  

Anche la formazione è stata definita un pilastro del progetto Plan ₿. Come si sta evolvendo questo aspetto?
«L'educazione rimane assolutamente centrale nella strategia. Anche quest'anno la Plan ₿ Summer School ha selezionato 21 studenti tra 250 iscritti provenienti da tutto il mondo, per una settimana intensiva di formazione - lo step finale di un percorso itinerante che ha toccato varie località in tutto il mondo – che si è svolta al PoW.space di Lugano. Il risultato? L'anno scorso, 13 dei 21 partecipanti sono stati assunti da imprese dell'ecosistema Bitcoin ed è questo è il tipo di impatto che vogliamo generare. Parallelamente, rassegne come Spazio 21, che offrirà proprio durante il Forum oltre 50 workshop gratuiti in italiano anche a neofiti e principianti, indipendentemente dal livello di partenza, vanno a completare un quadro generale fondato su valori per noi imprescindibili quali divulgazione, accessibilità e inclusività. L'obiettivo è creare un bacino di talenti locali che possano contribuire attivamente all'ecosistema, rendendo Lugano sempre più centrale in questo ambito».

Parlando di Tether, la sua società annuncia investimenti e progetti di continuo… dal calcio (FC Lugano e Juventus), all’intelligenza artificiale. Il più recente, credo, sia il rilascio di un kit per sviluppare dei portafogli in cui custodire Bitcoin e criptovalute.
«Sì, è uno dei progetti più rivoluzionari su cui abbiamo lavorato: una cassetta degli attrezzi totalmente open source, che permette a chiunque di creare wallet decentralizzati (self-custodial e multi-chain). La nostra visione del futuro, infatti, è che chiunque possa gestire le proprie finanze in modo indipendente, a partire dall’infrastruttura, con pagamenti istantanei, costi bassissimi e soprattutto nessuna necessità di intermediari. Andando oltre, sì Tether come noto non è solo leader nel mercato delle stablecoin, ma investe costantemente in asset che riteniamo cruciali per il futuro: intelligenza artificiale, interfacce cervello-computer, mining sostenibile, sistemi peer-to-peer. Ad esempio, abbiamo investito oltre 2 miliardi di dollari in infrastrutture per supportare l’addestramento di IA, acquisendo la maggioranza di Northern Data Group. E poi c'è Blackrock Neurotech, con cui costruiamo chip neuronali più avanzati di Neuralink. Questi investimenti non restano isolati: attirano sui territori competenze, capitali e know how. In estate, ad esempio, Lugano ha ospitato il P2P Summit con Jaan Tallinn fondatore di Kazaa e Skype e il workshop europeo sulle neurotecnologie NeuroDesign».

Avete anche annunciato USA₮, la stablecoin regolamentata negli Stati Uniti. Come si relaziona questa novità con il vostro impegno in città?
«USA₮ rappresenta un passo naturale nell'evoluzione di Tether. Per oltre dieci anni, USD₮ ha servito centinaia di milioni di persone nei mercati emergenti, diventando il dollaro digitale per chi è escluso dal sistema bancario tradizionale. Ora, con l'introduzione del GENIUS Act negli Stati Uniti, abbiamo l'opportunità di portare la stessa stabilità e trasparenza anche nel mercato americano, con una stablecoin completamente regolamentata. Bo Hines, come già detto, guiderà questo progetto come CEO. Ma questo non significa che ci stiamo allontanando dal Ticino, anzi. Il modello che abbiamo costruito qui, basato su trasparenza, innovazione e collaborazione con le istituzioni, è esattamente quello che vogliamo replicare anche altrove, continuando a considerare Lugano come luogo in cui generare e sperimentare innovazione, dimostrando come Bitcoin e le stablecoin possono integrarsi perfettamente nella vita di una città e di una comunità. USA₮ è complementare a USDT, non un sostituto, e rafforza ulteriormente il nostro impegno verso il dollaro americano e la sua egemonia nell'economia globale».

Guardando al futuro, quale ruolo vede per Lugano nell'ecosistema Bitcoin globale?
«Questa città ha tutte le carte in regola per consolidarsi come capitale europea di Bitcoin. In meno di quattro anni siamo riusciti a creare qualcosa di unico: un processo stabile in cui istituzioni pubbliche, università, imprese e cittadini collaborano per rendere le valute digitali e le tecnologie P2P strumenti da integrare pienamente nella realtà quotidiana. I risultati del Regional Innovation Scoreboard della Commissione europea lo confermano: il Ticino è nella top 10 delle regioni più innovative d'Europa, e in Svizzera è secondo solo all’area metropolitana di Zurigo. Ma quello che mi rende più orgoglioso è, appunto, che Lugano stia diventando un modello replicabile. Abbiamo esportato il Plan ₿ Forum, nato e cresciuto a Lugano, a El Salvador, dimostrando che questo format funziona anche in contesti molto diversi tra loro. E riceviamo, non a caso, manifestazioni d'interesse da altre città e Paesi. Il Plan ₿ VC Fund, con 100 milioni raccolti da privati per investire sul territorio, sta producendo risultati concreti: la prima exit di una startup Bitcoin luganese è già avvenuta, Elysium Lab, è stata acquisita da Blockstream, che ha aperto al PoW.Space il suo Research Center europeo. Una struttura divenuta operativa lo scorso novembre, che oggi ospita, insieme ad altre aziende, anche gli uffici della zurighese Sygnum Bank. Tutti questi sono segnali che ci dicono molto sulla maturazione, la capacità di attrarre e il potenziale di Lugano. Sono certo che, nei prossimi mesi e anni, registreremo un ulteriore crescendo di persone che decideranno di trasferirsi qui per costruire il proprio futuro grazie a Bitcoin e alle tecnologie decentralizzate».

Per un'IA al servizio dell'uomo

Nel centro città a Lugano potrebbe sorgere un «high tech corner»: è l’auspicio di Simone Giacomelli, fondatore e CEO di Prem AI, un «citizen science lab» sull’intelligenza artificiale applicata che mercoledì sera ha inaugurato la sua sede nella centralissima Contrada Sassello, rappresentando «un esempio di come stia prendendo forma l’ecosistema» dell’innovazione sulle rive del Ceresio, ha osservato Pietro Poretti, responsabile Divisione sviluppo economico della Città di Lugano, nel suo intervento introduttivo.

Per certi versi lo stile e la verve che hanno caratterizzato l’evento porta la mente a oltre due decenni fa, all’alba di ciò che veniva allora chiamata «new economy» – quella di Internet, delle tecnologie informatiche e della comunicazione digitale – che, di fatto, ha dato origine alla rivoluzione in atto con l’IA.

Fenomeno che viene però da molto più lontano, ha ricordato Laura Azzimonti, docente-ricercatrice senior presso l’Istituto Dalle Molle USI-Supsi (Idsia), che ha citato un passaggio del primo progetto di ricerca sull’IA, pubblicato nel 1955 da alcuni ricercatori americani: «Si cercherà di capire come fare in modo che le macchine utilizzino il linguaggio, formino astrazioni e concetti, risolvano tipi di problemi attualmente riservati agli esseri umani e migliorino se stesse».

Parole che suonano incredibilmente attuali oggi, ha rimarcato Azzimonti, a cui ha fatto seguito l’intervento del collega Davide Andreoletti, che in Supsi è responsabile nel progetto TrustML, finanziato da Innosuisse e attuato con Prem AI. Si tratta di un progetto che mira a creare una piattaforma sicura che protegga i dati sensibili (come quelli di ospedali, banche o studi legali) anche quando vengono usati in Rete, soprattutto nel cloud.

E così, il nascente «quartiere tecnologico» di Lugano, forte anche dell’iniziativa Plan B (cfr. articolo in apertura di pagina), raccoglie la sfida di andare sempre più verso un’IA aperta e trasparente, «sovrana» e al servizio dell’uomo - e non delle big tech. Come ha spiegato Jaipal Singh Goud di Prem AI, «vogliamo creare agenti IA personalizzati che usano i dati propri degli utenti, ma in totale sicurezza e che siano loro davvero utili»

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