Per le Borse un bilancio positivo nonostante geopolitica e dazi USA

Pur in un anno complicato come il 2025, le Borse mondiali hanno dapprima tenuto il terreno e poi accelerato, rimanendo infine a livelli alti. Mentre l’anno si avvia alla chiusura, vale la pena di prendere atto di questa tenacia delle Borse. Nonostante le tensioni geopolitiche internazionali, i conflitti bellici, i dazi americani e il rallentamento economico mondiale, i listini azionari sono cresciuti. Le spinte negative legate al contesto globale molto complesso sono state evidentemente controbilanciate dalle spinte positive legate alla resilienza della gran parte delle economie e delle imprese.
Le cifre
Salvo improbabili colpi di scena dell’ultima ora, il bilancio finale dell’anno borsistico sarà nettamente positivo. L’indice borsistico mondiale Msci Acwi in dollari USA alla chiusura di quest’ultimo venerdì era in rialzo di circa il 21% rispetto a un anno prima. Un progresso che si somma a quelli del 17% nel 2024 e del 22% nel 2023. Naturalmente le Borse non possono sempre salire, ma la serie storica mostra una tendenza di fondo al rialzo. Restando anche solo all’ultimo decennio, dal 2015 al 2025 compreso, si può vedere come negli undici esercizi annuali considerati ci sia stato il segno negativo per tre volte e ci sia stato il segno positivo per otto volte. In questo 2025 in tutte le aree geografiche principali ci sono stati rialzi non secondari. Guardando sempre alla chiusura di quest’ultimo venerdì, a New York, la maggior piazza borsistica mondiale, il progresso su base annua è del 15% per l’indice S&P 500, del 12% per l’indice Dow Jones, del 19% per l’indice tecnologico Nasdaq. In Europa, l’indice tedesco DAX è a +21%, l’indice francese CAC 40 a +11%, l’indice britannico FTSE 100 a +22%, l’indice italiano FTSE MIB a +32%. La Borsa svizzera è tradizionalmente più difensiva – tende a perdere meno di altre nelle fasi negative e a guadagnare meno di altre nelle fasi positive – ma l’indice elvetico SMI è comunque a +15%. In Asia, l’indice giapponese Nikkei 225 è a +27%, l’indice cinese di Shanghai SSEC è a +15%, l’indice Hang Seng di Hong Kong è a +30%.
Le ragioni
Cosa dunque ha permesso alle Borse mondiali di rimanere sin qui in territorio nettamente positivo, nonostante le tensioni geopolitiche e le incertezze economiche? Tra le ragioni principali c’è la crescita economica globale, che è chiaramente in rallentamento ma che non sta registrando quella recessione che era da non pochi temuta a inizio anno; geopolitica e dazi americani pesano, ma nel complesso sinora c’è stata una certa tenuta delle economie, che strada facendo ha supportato le Borse. Un’altra ragione di rilievo è che gli utili delle imprese sono rimasti complessivamente a livelli soddisfacenti, fattore questo ancor più importante se si considera il contesto complicato. E ancora, un’altra ragione è il contenimento dell’inflazione, che dopo le impennate di anni passati non è stata ancora interamente domata, ma che non è tornata nel complesso a livelli preoccupanti. Alcuni timori in più sull’inflazione ci sono per gli Stati Uniti, a causa dei dazi voluti da Trump, ma per ora l’allarme non è massimo. La limitazione del rincaro è un elemento importante, perché un’inflazione bassa riduce le incertezze sui consumi e sugli investimenti e perché consente alle banche centrali di non alzare i tassi di interesse di riferimento, contenendo il costo del denaro e supportando anche in questo modo la crescita economica. Un’obiezione che viene spesso fatta è che una fetta considerevole dei rialzi delle Borse è collegata alle nuove tecnologie e ora in particolare allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. È sempre bene restare vigili e pronti contro il manifestarsi di eccessi. Ma bisogna anche dire che le nuove tecnologie fanno ormai ampiamente parte delle economie e non solo della finanza; inoltre, l’intelligenza artificiale sembra uno strumento, sempre se ben utilizzato, con applicazioni molto diffuse e dunque di sviluppo reale e non solo teorico.
I prossimi mesi
I fattori che hanno supportato le Borse nel 2025 sono ancora presenti e quindi potrebbero giocare a favore dei mercati anche nel 2026. Ovviamente, occorre pure che la situazione non peggiori gravemente sul versante dei fattori negativi. Se le tensioni geopolitiche e i conflitti bellici aumentassero ulteriormente, ciò potrebbe avere riflessi molto negativi sia sulle economie sia sulle Borse. Se, inoltre, la guerra dei dazi varata dal presidente USA Trump si facesse ancora più pesante, ecco che anche in questo caso le conseguenze potrebbero essere decisamente negative, su tutta la linea. Se non ci fossero invece peggioramenti del contesto, anche le Borse potrebbero continuare a mostrare resilienza.
