Economia

Prosegue il periodo buio dell'industria tecnologica svizzera

Swissmem: nel primo trimestre del 2025, le vendite sono diminuite del -3,0% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e le commesse sono rimaste ai livelli del 2024
© Swissmem
Ats
20.05.2025 08:49

Dopo un deludente 2024, l'industria tecnologica svizzera continua ad attraversare un periodo buio. Da gennaio a fine marzo, le aziende del settore hanno registrato un calo del fatturato del 3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre gli ordini sono rimasti pressoché stabili (-0,3%). Una fase di debolezza che è destinata a proseguire nei prossimi mesi, sostiene Swissmem, l'organizzazione di categoria dell'industria metalmeccanica ed elettrica. La crisi economica dell'industria tecnologica svizzera dura già da due anni.

Facendo riferimento alla possibile entrata in vigore dei dazi doganali statunitensi sulle merci svizzere, come annunciato dal presidente americano Donald Trump, Swissmem segnala in un comunicato il rischio concreto di un forte calo. Una situazione resa ancora più difficile dal fatto che il settore ha registrato l'ottavo trimestre negativo consecutivo.

Il tasso di utilizzo delle capacità produttive nelle aziende è sceso nel periodo in esame all'81,1%, un livello nettamente inferiore alla media sul lungo termine, pari all'86,0%. Le esportazioni del settore sono sì leggermente aumentate (+0,7%) raggiungendo i 17 miliardi di franchi, ma questo incremento riflette principalmente la crescita degli invii verso gli Stati Uniti (+5,3%), dove l'amministrazione Trump ha per il momento sospeso l'applicazione dei dazi aggiuntivi.

Anche le consegne verso l'Unione europea hanno registrato una crescita moderata (+0,8%), mentre quelle verso l'Asia si sono notevolmente contratte (-6,6%). Le esportazioni di strumenti di precisione (+4,5%) e di apparecchiature elettrotecniche/elettroniche (+1,4%) sono aumentate, mentre le vendite di macchine (-2,9%) e metalli (-1,6%) sono diminuite.

«Il giro d'affari del primo trimestre è deludente», ha commentato il direttore di Swissmem, Stefan Brupbacher, citato nel comunicato. E il futuro non appare roseo, considerando che questi risultati non tengono ancora conto degli effetti dei nuovi dazi statunitensi del 31% annunciati a inizio aprile da Donald Trump, successivamente ridotti al 10% per un periodo di 90 giorni.

Se i dazi americani dovessero entrare in vigore nei termini annunciati, l'impatto sull'industria tecnologica sarebbe pesante, avverte Swissmem, secondo cui «la politica deve intervenire con la massima urgenza». L'associazione chiede quindi una rapida conclusione dell'accordo di libero scambio con i paesi sudamericani del Mercosur.

Le aspettative per le attività statunitensi sono crollate. Il direttore di Swissmem Stefan Brupbacher riassume: «I dati commerciali del primo trimestre sono deludenti. Per di più, gli effetti dei dazi aggiuntivi statunitensi del 10% e della minaccia del 31% non sono nemmeno inclusi in queste cifre. Le grandi incertezze geopolitiche continuano a frenare la domanda di beni dell'industria tecnologica svizzera. I rischi di ribasso sono notevoli». Al momento, tutti gli occhi sono puntati su Washington - e su Berna. «Speriamo che nei negoziati in corso con gli Stati Uniti la diplomazia svizzera riesca a scongiurare o almeno a ridurre sostanzialmente i dazi minacciati. In caso contrario, dobbiamo aspettarci per l'industria tecnologica svizzera un crollo delle commesse, nonché un aumento del lavoro a orario ridotto e dei licenziamenti», aggiunge Brupbacher.
In questo articolo: