Il punto

Quell'incremento del debito pubblico che nel mondo non si è ancora fermato

In molti Paesi l'indebitamento rimane un fardello ingente, la Confederazione resta tra le eccezioni positive
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Lino Terlizzi
Lino Terlizzi
20.10.2025 06:00

Lentamente ma inesorabilmente, il debito pubblico continua ad aumentare nel mondo. Ci sono alcune eccezioni, e tra queste la Svizzera, ma per un gran numero di Paesi l’indebitamento pubblico rimane un fardello consistente. La fotografia aggiornata del versante dei conti pubblici emerge dai dati e dalle previsioni dell’ultima edizione del Fiscal Monitor del Fondo monetario internazionale (FMI), pubblicata nei giorni scorsi.

Le cifre

Partendo da deficit e debiti pubblici che in molti casi erano già troppo alti in precedenza, la situazione ora resta complicata, afferma l’FMI, vista la persistenza di spese pubbliche superiori alle entrate pubbliche. La stabilità finanziaria in questo modo rimane minacciata, dice l’FMI. Guardando al rapporto tra debito pubblico e Prodotto interno lordo (PIL), si può vedere come le economie avanzate siano quest’anno al 110,2% e come si accingano ad approdare al 111,8% il prossimo. Le economie emergenti, dal canto loro, sono quest’anno al 73,9% e dovrebbero essere al 77,3% il prossimo. All’interno di questo secondo gruppo di economie preoccupa in particolare la Cina, seconda economia mondiale, che sino al 2018 aveva un 55% e che ora ha invece un 96,3%, con la probabilità di salire al 102,3% l’anno prossimo.

Nell’ambito delle economie avanzate molti timori si concentrano attorno agli Stati Uniti, prima economia mondiale, che dal 107,4% del 2016 hanno visto crescere con poche soste il loro debito pubblico/PIL, che è quest’anno al 125% e che dovrebbe essere al 128,7% il prossimo. Ad avere il non desiderabile primato dell’indebitamento pubblico tra le economie avanzate è ancora il Giappone, che l’FMI vede al 229,6% nel 2025 e al 226,8% nel 2026. In Europa, il Regno Unito ancora non è riuscito a interrompere la tendenza al rialzo del suo indebitamento, che dura da anni e che ha avuto pochi intervalli; per Londra il debito pubblico/PIL è quest’anno al 103,4% e dovrebbe essere il prossimo al 104,8%.

Roma rimandata

La media dell’Eurozona non è tra le più elevate, secondo l’FMI si tratta di un 87,8% nel 2025, con la probabilità di salire all’88,9% nel 2026. Naturalmente è interessante anche vedere qual è la situazione dei singoli maggiori Paesi all’interno dell’area euro. La Germania sta gradualmente aumentando il suo indebitamento, anche sull’onda del piano di investimenti messo a punto a Berlino, ma è ancora a livelli considerati contenuti nel raffronto internazionale: 64,4% nel 2025 e 66% nel 2026. La Francia ha invece un problema consistente nel capitolo dell’indebitamento, tanto che secondo l’FMI è già quest’anno al 116,5% e dovrebbe essere al 119,6% l’anno prossimo.

L’Italia rimane tra i Paesi avanzati a maggiore indebitamento pubblico. Roma era al 133,9% nel 2019, poi ci sono stati i picchi legati alla pandemia e quindi alcune discese, ma il debito pubblico/PIL non è più tornato ai livelli pre pandemia e ora tende nuovamente a salire: 136,8% quest’anno e 138,3% il prossimo, secondo l’FMI. La Spagna dal canto suo potrebbe riuscire ora a contenere un indebitamento che è comunque ancora elevato, per l’FMI si tratta di 100,4% nel 2025 che potrebbe leggermente scendere, al 98,7%, nel 2026. I Paesi Bassi rimangono invece tra le eccezioni, cioè tra i Paesi virtuosi dal punto di vista dei conti statali, con un debito pubblico/PIL del 44% quest’anno, che potrebbe lievemente salire, al 45,2% l’anno prossimo.

A Berna

A proposito ancora di eccezioni, la Svizzera rimane tra i Paesi avanzati a più basso indebitamento. Secondo i metodi di calcolo dell’FMI, la Confederazione nel debito pubblico/PIL negli ultimi dieci anni ha avuto un picco al 2020, in fase di pandemia, con un 43,2%; un livello ancora contenuto, che peraltro è stato gradualmente abbassato negli anni successivi. Per l’FMI quest’anno Berna ha un 36,9%, che dovrebbe scendere, al 36,1%, l’anno prossimo.  Secondo il Fondo monetario internazionale, negli anni a seguire la Svizzera dovrebbe riuscire passo dopo passo a ridurre ulteriormente il suo indebitamento pubblico, sino ad un 32,7% nel 2030.