Reddito disponibile sotto pressione

L’aumento dei premi dell’assicurazione malattia colpisce molto le famiglie ticinesi, con effetti sul loro potere d’acquisto complessivo. Vediamo un po’ le cifre. In media, una famiglia composta da due adulti e due figli minorenni, nel 2026 pagherà nel complesso 17.538 franchi all’anno (al netto di eventuali sussidi). Questa cifra è in aumento di 1.150 franchi rispetto a quest’anno. E sul potere di acquisto di una famiglia questa cifra si fa sentire. Come considerare questa tendenza? E qual è l’effetto sul potere d’acquisto delle famiglie? Ne abbiamo parlato con Marco Salvi, economista presso Avenir Suisse, think tank delle imprese svizzere, di orientamento liberale. «Siamo confrontati - spiega - con un aumento dei premi delle casse malati che ormai da almeno dieci anni è molto forte. Infatti i premi sono saliti dal 2014 del 26% a livello svizzero. Ricordiamo poi che nell’ambito della sanità ci sono anche le assicurazioni complementari, i cui premi sono rimasti invariati dal 2014, mente l’assicurazione di base ha subito un rincaro del 36% ».
Premi e prestazioni
Ma cosa succede a livello di potere di acquisto? «Secondo le cifre ufficiali dell’Ufficio federale di statistica, nel 2024 l’aumento dei premi ha frenato di 0,5 punti percentuali la crescita del reddito medio disponibile. Per reddito disponibile si intende il reddito complessivo meno le tasse, i contributi sociali (AVS, l’assicurazione disoccupazione ecc.) e, appunto, i premi dell’assicurazione malattie. Tuttavia questi premi poi vengono riversati alla popolazione sotto forma di prestazioni». «È importante notare - prosegue - che se è vero che da una parte il reddito disponibile è calato un po’, dall’altra abbiamo consumato più prestazioni sanitarie. Quindi non possiamo dire che è diminuito il potere d’acquisto. Abbiamo riorientato i nostri consumi. Poi è vero che magari una persona non va mai dal dottore, ma nel complesso, in media la popolazione ha consumato più prestazioni sanitarie». «Il rialzo dei premi - sottolinea - dipende da due fattori: aumento dei prezzi e della quantità di prestazioni consumate. E ad avere influito questa volta (come in passato) è chiaramente l’aumento delle quantità. Ciò significa che consumiamo più sanità. E adesso ci possiamo chiedere: ma questo è un male o un bene? O ancora, dobbiamo limitare il consumo delle prestazioni di sanità perché c’è gente che va troppo dal medico? Questa è la vera discussione da fare sul nostro sistema sanitario. È il maggior consumo che causa il rialzo dei premi». In Ticino c’è stato l’aumento maggiore dei premi in Svizzera. Qual è la situazione delle famiglie nel cantone? «È vero che in Ticino - rileva - sicuramente il reddito disponibile nel 2024 era stagnante o addirittura leggermente in calo, forse più di quanto lo era a livello svizzero. Ma in Ticino c’è un forte consumo di sanità che viene pagata attraverso i premi». «A livello svizzero - illustra - la parte pagata direttamente dal consumatore per le spese sanitarie ammonta a circa il 15% del reddito disponibile, e questa parte è costante, quindi non è aumentata negli ultimi 15 anni. Essa rappresenta circa un quinto delle spese di salute generali in Svizzera, mentre il resto è pagato dalle assicurazioni e dalle tasse, soprattutto tramite il finanziamento degli ospedali. È questa parte ad aumentare di più».
Spesa pari all’11% del PIL
Ma rispetto al PIL, quanto pesa la spesa sanitaria nel nostro Paese? «Ammonta a circa l’11% del PIL ed è in crescita. Infatti il settore sanitario pesa sempre di più sul PIL, anche perché la nostra economia si orienta sempre più verso la sanità. È uno dei settori che crea maggior impiego. Ma non vedrei questo andamento solo in modo negativo. In fondo, questo significa che siamo abbastanza ricchi da poterci permettere una maggiore spesa sanitaria». «Il vero dibattito è capire se sia possibile avere le stesse prestazioni, con la stessa qualità, ma a costi inferiori. Chiaramente, su questo tema ci sono molte discussioni in corso. È certo che ci sono degli sprechi, ma non è per niente facile individuarli. Forse il più rilevante riguarda il numero eccessivo di ospedali. Ma se li vogliamo avere, poi non dobbiamo lamentarci del fatto che i premi aumentano». «Qual è la parte di consumo sanitario - conclude Marco Salvi - che non è veramente necessaria, o è uno spreco, o un lusso? E quale invece è veramente necessaria? Ogni sistema sanitario fa fatica a rispondere a questo quesito. Le remunerazioni dei medici a prestazione incentiva ad aumentare il volume delle prestazioni. Bisognerebbe agire lì. Nel complesso, penso che il nostro sistema abbia anche vantaggi, perché offre un’alta qualità e soprattutto un accesso rapido alle cure. È qui che si manifesta il rovescio della medaglia: il rischio è che la gente ricorra eccessivamente al medico e alle prestazioni sanitarie. Però nessun sistema ha trovato una risposta soddisfacente a questo quesito. Il dibattito sui costi della sanità c’è in ogni Paese». Per concludere, anni fa era stato calcolato che se i premi dell’assicurazione malattia entrassero nel calcolo del rincaro, in genere l’inflazione sarebbe più alta di un punto percentuale.