Lavoro

Se si sceglie la flessibilità

Uno studio di swisstaffing rileva che l’impiego temporaneo contribuisce all’integrazione dei disoccupati nel mercato e funge da ponte verso le occupazioni fisse
Le agenzie interinali in Ticino operano per lo più nei settori edile e industriale. © CdT/Gabriele Putzu
Dimitri Loringett
05.07.2023 06:00

Gli uffici di collocamento in Svizzera si appresterebbero, stando perlomeno alle prime indiscrezioni di stampa diffuse la scorsa settimana, ad accogliere diverse migliaia di neo-disoccupati quale risultato della fusione tra UBS e Credit Suisse. Un colpo duro, durissimo, per le persone che saranno coinvolte e per il mercato del lavoro svizzero nel suo insieme. Ma forse una soluzione per attenuare lo «tsunami» c’è. Infatti, secondo l’associazione swissstaffing, che raggruppa le aziende svizzere di servizi per il personale, «il lavoro interinale è la chiave per riorientarsi rapidamente nel mercato del lavoro e rientrare nella vita professionale».

Nel nuovo «libro bianco» sull’impiego temporaneo pubblicato lunedì dall’associazione, che si basa su un sondaggio condotto dall’istituto gfs-zürich a cui hanno risposto circa 6 mila persone (su un totale di oltre 72 mila dipendenti di agenzie di lavoro interinale contattati), si legge che «il 42% degli intervistati ha trovato un lavoro fisso un anno dopo l’inizio della fase di impiego temporaneo e l’84% era integrato nel mercato del lavoro».

La prospettiva sembra rassicurante anche per i futuri disoccupati bancari. Ma lo è davvero? Lo chiediamo a Marius Osterfeld, responsabile Economia & Politica di swissstaffing. «Credo che sarà davvero una grande sfida, anche per l’intero settore delle risorse umane - afferma l’esperto -. Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a un aumento importante di lavoratori sempre più qualificati, ma si tratta ancora di una piccola parte del mercato. Il personale di Credit Suisse (e di UBS) è costituito da persone generalmente ben formate e molti potrebbero anche pensare di scegliere il lavoro autonomo. Tuttavia, nel caso per esempio di incarichi su progetti grandi o particolarmente sensibili, spesso i committenti cercano di lavorare con strutture riconosciute. In questi casi, come in altri che abbiamo già visto in passato, le figure altamente qualificate si rivolgono alle agenzie interinali che, di fatto, li “assumono”, garantendo loro sia l’accesso a questi incarichi, sia il mantenimento dei contributi previdenziali».

Flessibilità, aziende non pronte

Secondo swissstaffing, l’impiego interinale aiuta a integrare i disoccupati nel mercato del lavoro permettendo di mantenere così l’esperienza professionale, lo sviluppo di nuove competenze e la sicurezza finanziaria e sociale e, soprattutto, aiuta loro a tornare a un’occupazione fissa. Infatti, nel white paper si legge che «per quasi l’80% degli interpellati in cerca di impiego la scelta del lavoro interinale è motivata dal desiderio di aumentare le possibilità di trovare un lavoro fisso, una prospettiva che è una ragione particolarmente citata nella Svizzera francese e in Ticino, mentre la libertà e la flessibilità giocano un ruolo più importante nella Svizzera tedesca».

Riguardo la flessibilità, dallo studio dell’associazione mantello emerge che «circa un terzo dei lavoratori interinali non cerca esplicitamente una posizione fissa, bensì un modello di lavoro flessibile». Ma la flessibilità, in particolare riguardo i lavoratori più giovani, non è forse un problema per quelle aziende che richiedono una forza lavoro più «stabile»? Ancora Osterfeld: «Il nostro studio mostra che le aziende svizzere non sono ancora pronte per il lavoro flessibile. Ciò che vediamo in particolare nelle giovani generazioni è che la domanda c’è, ma le aziende non sono preparate a gestirla in modo appropriato. La questione ha anche molto a che fare con i processi nelle diverse imprese. Certo, alcuni compiti devono essere svolti da persone che lavorano stabilmente in azienda. La domanda da porsi, a nostro avviso, è come possiamo sviluppare processi in cui i lavoratori interinali possano supportare al meglio il personale fisso».

I dubbi delle parti sociali

«L’idea di poter lavorare con un contratto a tempo determinato consentirebbe ai giovani che si affacciano sul mondo del lavoro una maggiore flessibilità per «testare» il mercato e scoprire culture e aziende diverse», spiega ancora l’esperto di swissstaffing. Ma, così facendo, non c’è il rischio di posticipare sempre più le decisioni «importanti», come metter su famiglia, comprare casa o generalmente risparmiare per il futuro, magari anche per investire in una propria attività? Giriamo la domanda a Claudio Isabella, responsabile del settore terziario presso il sindacato Ocst e deputato al Gran Consiglio ticinese.

«Un giovane farà molta fatica a costruirsi una vita se rimane impiegato troppo a lungo presso un’agenzia interinale, basti pensare al fatto, per esempio, che a queste persone le banche non concedono prestiti per comprare casa. Oltre a questo problema, nutro seri dubbi sul fatto che i giovani lavoratori vogliano davvero cimentarsi nel lavoro interinale. La loro volontà, infatti, è sì di poter lavorare in modo flessibile ma inteso come orari, giorni e luoghi (da remoto, tipicamente)».

Sulla questione dei paventati esuberi nel settore bancario, il sindacalista osserva che in Ticino «il segmento delle agenzie interinali sta cercando di svilupparsi nel mercato del terziario avanzato (oggi lo è quasi unicamente nell’edilizia e nell’industria), ma a mio avviso non ci sta riuscendo ancora. Abbiamo visto diversi casi di datori di lavoro del terziario che indirizzano i potenziali candidati verso le agenzie di collocamento, ma in generale le persone preferiscono il contratto fisso stipulato direttamente con le aziende».