Swisscom: lascia il CEO (con un utile in crescita del 20%)

Forte crescita dell’utile per Swisscom nel 2021: l’azienda controllata al 51% dalla Confederazione ha chiuso i conti con un guadagno netto di 1,83 miliardi di franchi, in crescita del 20,0%. Il gruppo annuncia poi la partenza del CEO Urs Schaeppi. Sarà sostituito da Christoph Aeschlimann.
«Dopo 23 anni di successi in vari ruoli all’interno di Swisscom - gli ultimi nove anni in qualità di CEO - per suo proprio desiderio Urs Schaeppi (1960) lascia la funzione di CEO a partire dal 1. giugno», scrive l’azienda in un comunicato. Il suo posto sarà preso da Aeschlimann, 45.enne ingegnere informatico attualmente alla guida del settore Infrastruttura, Rete e IT, e membro della Direzione del Gruppo. Cresciuto a Basilea, vive da anni a Ginevra con la famiglia.
Tornando ai risultati 2021, il gruppo annuncia che il fatturato è solo lievemente progredito, dello 0,7%, a 11,18 miliardi di franchi. Meglio ha fatto il risultato operativo Ebit, salito del 6,0% a 2,01 miliardi. Il risultato d’esercizio consolidato al lordo di ammortamenti (Ebitda) è da parte sua aumentato del 2,2% raggiungendo 4,48 miliardi. Alla prossima assemblea degli azionisti, la direzione proporrà un versamento di 22 franchi per azione.
Il salario di Schaeppi nel 2021 (ri)accende il dibattito
Nel 2021 Urs Schaeppi ha incassato 1,96 milioni di franchi, il 6% in più del 2020. Nel primo anno di pandemia i suoi compensi erano già cresciuti del 5%. Stando al rapporto d’esercizio pubblicato oggi, l’intera direzione del gruppo si è spartita 8,4 milioni, contro i 7,3 milioni dell’anno precedente.
Come da tradizione Schaeppi si conferma di gran lunga il più pagato dei manager a capo di aziende federali: pur essendo quotata in borsa, l’impresa che gode di una posizione dominante sul mercato elvetico delle telecomunicazioni è infatti controllata nella misura del 51% dalla Confederazione.
Il compenso di Schaeppi (e dei suoi colleghi) è sempre al centro di un acceso dibattito. I sostenitori degli attuali livelli retributivi - fortemente lievitati negli ultimi decenni - affermano che «le buste paga milionarie sono in linea con il mercato e necessarie per assicurarsi i migliori dirigenti, persone sottoposte a carichi di lavoro non indifferenti». Viene anche fatto che notare che il Ceo di Swisscom figura fra i peggio pagati tra quelli di grandi società quotate in borsa. I critici sostengono invece che un salario così elevato in rapporto a quello dei dipendenti e del resto della popolazione non si giustifica, tanto più che l’ex Telecom PTT sottolinea costantemente il suo ruolo di servizio pubblico. Contrariamente ad altre realtà industriali Swisscom agirebbe inoltre in un regime di semi-monopolio e godrebbe di ottimi agganci politici. Non mancano inoltre coloro che, più in generale, sottolineano la differenza fra i guadagni conseguiti dagli imprenditori di successo, che rischiano a livello personale, e quelli di coloro che rimangono pur sempre dei salariati, spesso con contratti con clausole di salvaguardia.
Al parlamento federale sono in corso discussioni per porre un tetto agli stipendi dei manager di aziende parastatali. Suscita costantemente dibattito il fatto che i numeri uno di Swisscom, FFS, Posta e Postfinance guadagnino di più dei loro superiori, cioè i membri del governo: costoro incassano 454.600 franchi, più un rimborso forfettario delle spese di 30.000 franchi. Il lavoro del presidente della direzione di Swisscom viene quindi valutato quattro volte quello di un consigliere federale.
Classe 1960, Schaeppi ha un diploma di ingegnere conseguito al politecnico di Zurigo e una licenza di economia dell’Università di San Gallo. Ha lavorato in particolare per Iveco, Ascom e Biberist. Dal 1998 è attivo presso Swisscom. Dal 2013 è presidente della direzione, dopo essere subentrato ad interim a Carsten Schloter, che si era suicidato. Lascerà l’incarico - è notizia di oggi - il primo giugno 2022.