Tra finanza tradizionale e cripto, la truffa è sempre dietro l’angolo

Le criptovalute promettono autonomia e accessibilità, e ormai si propongono come complemento alternativo agli investimenti tradizionali. Tuttavia, entrambe queste classi di investimento rinnovano agli investitori la necessità di una attenzione consapevole e responsabile per evitare rischi che portano alla perdita del capitale. Se ne è discusso nella conferenza «Investimenti in criptovalute: accattivanti, facili ma insidiosi», organizzata a Lugano dalla Ticino Blockchain Technologies Association. Per Roberto Gorini, imprenditore digitale e divulgatore finanziario, «il rischio si conferma la componente intrinseca di ogni forma di investimento, così come l’obbligo di diffidare da facili guadagni. Tuttavia, se nella finanza tradizionale si ha relazione con banche, con le criptovalute alla operatività digitale si aggiungono anche cripto-guru che dai social media indirizzano ai piccoli risparmiatori ogni tipo di informazioni. Quindi gli investitori devono diffidare dai consulenti e dai prodotti che non meritano fiducia e da proposte che, pur non essendolo, si richiamano a investimenti che hanno già avuto successo come il Bitcoin. Ormai anche la finanza decentralizzata dispone di prodotti scalabili in qualità, e di professionisti esperti che garantiscono competenze specifiche. Ricordo inoltre che la criptofinanza obbliga il singolo a custodire le password digitali per accedere ai suoi risparmi, con la stessa attenzione e rischi, con cui una volta si proteggeva il contante. Parimenti, ogni truffa quindi deve sempre essere segnalata alla autorità giudiziaria».
Attenzione ai promotori
«La finanza digitale è un settore ancora nuovo e dunque fonte di rischio per investitori alla ricerca di facili guadagni, soventi attratti da pubblicità diffuse dai social media», osserva l’avvocato Lars Schlichting, contitolare dello studio luganese Lexify. «In particolare nella operatività in criptovalute bisogna sempre diffidare da promotori sconosciuti, o da piattaforme che si confondono con i nomi di siti ben conosciuti. Inoltre, qualora l’autore di un reato digitale risieda in uno Stato che non concede alcuna forma di assistenza giudiziaria, in seguito sarà molto difficile il recupero del maltolto. Quelli elencati costituiscono presupposti che complicano l’intervento delle autorità penali. Perché gli inquirenti, pur ricevendo piena collaborazione dalle piattaforme in criptovalute, devono comunque agire rispettando le formalità delle rogatorie internazionali. Quindi, come per qualsiasi investimento, anche la criptofinanza non assicura guadagni facili e immediati».
Fiducia ai regolamentati
Il parere è condiviso anche da Pierre Alain Krohn, Chief Compliance Officer di Bitcoin Suisse: «Operare correttamente nel mondo cripto significa rispettare le normative in vigore, dare fiducia solo a operatori regolamentati e accettare le fisiologiche oscillazioni del mercato. È una conclusione che oggi può sorprendere, specie quando si considera che la finanza digitale è iniziata proponendosi come alternativa ai meccanismi della finanza tradizionale».