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Trump firma il via libera alle esenzioni per l'UE: ma quando scattano?

È l'atto che l'Europa accoglie come l'avvio concreto della riduzione al 15% dei dazi USA sulle auto e sui componenti, in cambio delle tariffe a zero per i beni industriali americani
©Hiro Komae
Ats
06.09.2025 20:06

Un ordine esecutivo che accende speranze ma lascia aperte molte incognite: Donald Trump ha firmato il nuovo decreto sulle cosiddette «tariffe reciproche». È l'atto che l'Europa accoglie come l'avvio concreto della riduzione al 15% dei dazi USA sulle auto e sui componenti, in cambio delle tariffe a zero per i beni industriali americani.

La Commissione esprime quindi la soddisfazione di rito e il commissario UE al Commercio Maros Sefcovic parla di «un passo cruciale» in tal senso. Ma nell'ordine esecutivo non si indicano date precise per l'applicazione delle nuove tariffe. E Bruxelles chiede dunque a Washington di «attuare rapidamente le riduzioni tariffarie concordate».

Sullo sfondo restano le tensioni delle ultime ore con la UE dopo la maxi multa Antitrust a Google. E il quadro di apparente confusione si completa con il pesante effetto dei nuovi dazi americani, che ha già congelato il microcommercio verso gli USA: l'ONU ha segnalato infatti un crollo di oltre l'80% dei piccoli pacchi diretti negli States.

Nelle relazioni transatlantiche la firma dell'ordine di Trump è il primo atto concreto dopo il vertice Trump-von der Leyen in Scozia e la successiva dichiarazione congiunta del 28 agosto che ha inquadrato formalmente le intese politiche al golf club di Turnberry. «Apre la strada a una riduzione delle tariffe sulle auto al 15% e garantisce importanti esenzioni», ha sottolineato Sefcovic.

Nel documento, però, Trump ha precisato che «salvo rare circostanze» non restringerà il campo della tariffa reciproca prima di un «accordo definitivo» su commercio e sicurezza. Tradotto: nessuna garanzia sul calendario. L'atto della Casa Bianca prevede comunque efficacia retroattiva, visto che parla dell'eventuale «rimborso di dazi riscossi». Ma resta tutta l'incertezza sulle regole che varranno nei prossimi mesi, parmigiano compreso.

Il tycoon rivendica poi la facoltà di abbassare i dazi fino allo zero, a seconda «della portata e del valore economico degli impegni del partner commerciale», citando l'emergenza nazionale dichiarata nel Liberation Day. Un ventaglio di condizioni che rafforza la leva negoziale di Washington.

Per Bruxelles, comunque, la cornice resta più favorevole rispetto ad altri partner. Il clima resta comunque teso, complice l'ira di Trump per la maxi multa da quasi 3 miliardi inflitta da Bruxelles a Google. «L'Europa deve smetterla di attaccare le aziende americane - ha scritto venerdì sera su Truth -. Google ha già pagato 16,5 miliardi di dollari. Parlerò con la UE. Non devono farlo. Non lo fa la Cina ma l'Unione europea, non è giusto».

Sul fronte pratico, intanto, la stretta tariffaria ha già colpito. Dal 29 agosto è effettiva l'abolizione delle esenzioni sui pacchi di valore inferiore a 800 dollari in ingresso negli USA, un provvedimento pensato inizialmente per frenare piattaforme come Shein e Temu ma poi esteso a tutti i Paesi. Secondo l'Unione Postale Universale, agenzia ONU, il traffico verso gli Stati Uniti è così crollato in pochi giorni dell'81% e già 88 operatori internazionali hanno sospeso del tutto o in parte i servizi dopo una misura scattata con scarso preavviso, che ha spiazzato anche i grandi player europei e gettato ulteriore ombra su rapporti commerciali sempre più complicati.

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