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UBS è troppo «enorme» per essere salvata?

Due investitori chiave sono preoccupati per le dimensioni della banca e del potenziale conflitto con le autorità di regolamentazione
© KEYSTONE / ENNIO LEANZA
Red. Economia
29.01.2024 22:20

UBS sta procedendo con l'integrazione di Credit Suisse, ma stando a un servizio di Reuters due investitori chiave temono che la banca guidata da Sergio Ermotti possa incontrare difficoltà con le autorità di regolamentazione (Finma e Dipartimento federale delle finanze, ndr) a causa delle sue dimensioni. 

Una di queste, la Fondazione Ethos, che assiste le istituzioni previdenziali in Svizzera a investire in modo sostenibile e responsabile e che con i propri fondi d’investimento possiede in totale tra il 3% e il 5% delle azioni di UBS, è preoccupata per l'influenza che la banca potrebbe avere sulla futura regolamentazione bancaria, minando potenzialmente la capacità della Svizzera di avere sotto controllo i rischi. «Siamo ancora molto preoccupati per le dimensioni di UBS in particolare rispetto al mercato svizzero», ha dichiarato a Reuters Vincent Kaufmann, CEO di Ethos. «Vediamo la potenziale distorsione della concorrenza in diverse aziende e una concentrazione dei rischi in alcune attività. La Svizzera ha ora un problema "too-huge-to-fail” (troppo enorme per fallire, ndr) che richiede una legislazione forte e molte più risorse per l'organo di vigilanza», ha aggiunto. Per Kaufmann, «la legislazione dovrebbe richiedere una base di capitale più forte. UBS farà sicuramente pressioni contro questo e la sua grande dimensione avrà probabilmente un impatto maggiore sul processo legislativo».

Un altro investitore, fra i primi 10 azionisti citato da Reuters in condizione di anonimato, ha affermato che la possibilità di un conflitto persistente con le autorità di regolamentazione e i legislatori svizzeri sulle dimensioni della banca potrebbe ostacolare il buon funzionamento dell'istituto di credito. Secondo l’azionista, la sfida per UBS sarà quella di gestire un'attività che soddisfi gli investitori, ma che sia anche accettabile per le autorità di regolamentazione dal punto di vista del rischio. Per l’azionista, la Finma e la Banca nazionale devono essere a proprio agio con il modello di business di UBS, altrimenti potrebbero esserci attriti sui rischi che una banca delle sue dimensioni pone. Se UBS vuole rimanere una banca svizzera, risolvere il dibattito sulla regolamentazione nel Paese dove ha sede legale è una condizione necessaria. Nel frattempo, UBS dovrebbe mitigare i rischi nel suo bilancio, ha aggiunto infine l’azionista riportato da Reuters.

L'anno scorso, ricordiamo, UBS ha rilevato Credit Suisse in un’operazione di salvataggio orchestrata dalla Governo federale assieme alla Finma e la Banca nazionale, creando una banca con un bilancio di oltre 1.600 miliardi di dollari, quasi il doppio del Prodotto interno lordo (PIL) svizzero. 

L'acquisizione da parte di UBS del suo rivale ha innescato un dibattito sull'adeguatezza del quadro normativo «too big to fail» emerso dalla crisi finanziaria del 2008. Le banche di rilevanza sistemica a livello globale, come UBS, sono tenute a pianificare l’eventuale liquidazione in caso di insolvenza, il che dovrebbe consentire alle autorità di regolamentazione di liquidarle senza ripercussioni sistemiche più ampie. In primavera, il Dipartimento federale delle finanze sottoporrà al Parlamento una revisione delle banche di rilevanza sistemica del Paese. UBS, specie dopo l’acquisizione di Credit Suisse, domina alcuni settori del mercato bancario svizzero, come i crediti commerciali, e potrebbe rappresentare un rischio per l'economia nazionale in caso di difficoltà.

Bilancio solido, rischi molto bassi

UBS ha affermato che l'attenzione sul suo bilancio è fuorviante. Detiene circa il 20% del patrimonio totale in attività altamente liquide e un altro 15% in mutui a clienti privati (retail) e facoltosi, che comportano rischi molto bassi, scrive UBS in una mail inviata a Reuters. Il bilancio della banca sarà ulteriormente ridotto nei prossimi tre anni e «gli elementi per prepararsi a una potenziale liquidazione sono in atto e saranno ulteriormente migliorati per la banca risultante dalla fusione con Credit Suisse», ha affermato UBS.

Un portavoce della Banca nazionale svizzera ha spiegato che, in considerazione della maggiore importanza sistemica di UBS e dei rischi associati per la Svizzera, le autorità del Paese devono condurre un'analisi approfondita e trarre insegnamenti da Credit Suisse.

«Troppo grande per il Paese»

Le autorità di regolamentazione svizzere non sono ancora preparate nel caso in cui UBS dovesse mai aver bisogno del sostegno pubblico, ha detto a Reuters un alto funzionario politico coinvolto in un gruppo di emergenza istituito dalle autorità di regolamentazione svizzere per Credit Suisse nel 2022, parlando in condizione di anonimato.

In un'intervista rilasciata sabato al quotidiano svizzero NZZ, il presidente di Swiss Life, Rolf Dörig, ha affermato che la nuova UBS è «troppo grande per il Paese. Se UBS dovesse essere salvata, sarebbe devastante».

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