Lo studio

Un patrimonio di conoscenze da trasmettere per il territorio

Sono circa 18 mila le aziende che dovranno affrontare il tema della successione nei prossimi dieci anni – Il pensionamento del titolare è il primo motivo – Un’indagine del Gruppo Multi punta i fari sulla situazione ticinese
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Generoso Chiaradonna
22.11.2022 09:30

Ci sono ancora molte aziende che arrivano troppo tardi all’appuntamento con la propria successione. Lo studio del Gruppo Multi presentato ieri sera all’Auditorium di BancaStato a Bellinzona ribadisce quanto emerse in un’indagine analoga di un decennio prima. Il campione preso in esame (218 partecipanti) è rappresentativo della struttura dell’economia ticinese. Ebbene, il 47% dei rispondenti non ha ancora preso in considerazione di organizzare una successione aziendale entro i prossimi dieci anni in quanto non è previsto nessun avvicendamento. Riportato all’intero insieme delle imprese attive in Ticino ciò equivale a quasi 19 mila aziende alla ricerca di un successore. Per l’altra metà e oltre dell’universo preso in considerazione, sono invece più di 20 mila le imprese che dovranno affrontare la successione entro il prossimo decennio. Rispetto a quanto emerso dall’analisi empirica del 2012, realizzata dal Centro di competenze della Supsi inno3 e coordinata all’epoca da Sigfried Alberton, vi è una quota più piccola – 14% rispetto al 17% del 2012 – di quelle che devono affrontarla entro i prossimi due anni. Il restante 38% dovrà invece affrontare la trasmissione aziendale tra nell’arco temporale da tre a dieci anni. In questo caso la quota è aumentata - rispetto al 2012 – dal 13 al 20%. Restringendo l’analisi a quest’ultimo sottoinsieme, l’81% delle imprese da trasmettere (75% nel 2012) si trova in uno stadio consolidato o di maturità del ciclo di vita dell’azienda, mentre l’11% in una fase di declino.

«Questi dati – spiega Roberto Pezzoli, direttore del Gruppo Multi Sa – confermano quanto emerso con l’indagine precedente, ossia l’importanza della trasmissione aziendale quale garante della continuità intesa come trasmissione del know-how delle imprese sul territorio ticinese».

Imprenditori babyboomer

I motivi che spingono a trovare un successore è prevalentemente il raggiungimento dell’età di pensionamento del titolare. Questo fattore risulta sicuramente amplificato dal fenomeno dei babyboomer (per la Svizzera i nati tra il 1944 e il 1964). «Il tema risulterà particolarmente di attualità in Ticino anche nei prossimi anni», continua Pezzoli. Dall’analisi delle risposte emerge anche che ampia rilevanza è assunta anche dalla possibilità di trasmettere l’impresa a un membro della famiglia (34% dei rispondenti). Altrettanto chiaramente emerge pure che la principale motivazione a ricercare un successore in famiglia è quello di garantire la continuità dell’impresa e di conservare i posti di lavoro. «Come obiettivi secondari restano confermate la volontà del mantenimento in famiglia dell’azienda e, nel caso di trasferimento esterno, la vendita al miglior prezzo», precisa Pezzoli. Resta infine un 10% degli imprenditori (14% nell’indagine 2012) che segnala la necessità di ripartire l’eredità in famiglia, con la conseguente liquidazione di alcuni eredi da parte del successore. «In questo caso potrebbero insorgere problemi di reperimento dei mezzi necessari per liquidare i coeredi».

Un terzo è senza consulente

Soltanto un quarto di chi ha già messo in conto di trasmettere l’azienda ha però definito le modalità di trasmissione e avviato le prime fasi del processo. Addirittura, quasi un terzo degli intervistati ha affermato che non necessita di consulenza esterna. In ogni caso, il professionista preso in considerazione è nel 52% dei casi un legale, seguito dal fiduciario (37%) e dal revisore (18,5%).

A preoccupare sono però tutte le imprese che non hanno preso ancora in considerazione la successione. «Una scarsa tempestività nella preparazione della successione aumenta il rischio di fallimento dell’intero processo successorio e quindi della possibilità di fare della successione aziendale lo strumento per il mantenimento delle competenze all’interno delle aziende storicamente presente nel tessuto imprenditoriale ticinese», continua Pezzoli che spiega le possibili soluzioni a disposizione. «La metà delle aziende con orizzonte successorio entro i dieci anni non dispone in famiglia di un possibile successore. Più di due terzi di queste (70%) non dispone nemmeno di un potenziale successore tra il management». «Trovare un investitore esterno può essere una opzione, ma bisogna farsi accompagnare da esperti e soprattutto porsi il problema per tempo», conclude Pezzoli.

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