Dazi

USA-Cina: così l'accordo di Ginevra fa bene ai mercati

Washington e Pechino hanno deciso di diminuire del 115% le tariffe reciproche per 90 giorni - I segnali di distensione hanno già stimolato i titoli americani ed europei esposti al commercio globale – Il rialzo del dollaro ha colpito l'euro
©JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Red. Online
12.05.2025 11:13

L'accordo USA-Cina sui dazi è realtà. In un atteso segnale di distensione, Washington e Pechino hanno annunciato una riduzione temporanea delle tariffe reciproche: una tregua di 90 giorni nella guerra commerciale che ha messo in tensione l'economia globale e i mercati finanziari. Un accordo, questo, figlio dell'incontro andato in scena nel fine settimana a Ginevra, e reso pubblico solamente oggi, lunedì, tramite una dichiarazione congiunta.

I dettagli

Secondo quanto comunicato dai due Paesi, la sospensione entrerà in vigore «entro il 14 maggio». Gli Stati Uniti ridurranno i dazi su gran parte delle importazioni cinesi dal 145% al 30%, compresi quelli legati al fentanyl, entro il 14 maggio. A loro volta, le autorità di Pechino abbasseranno le tariffe sui beni statunitensi dal 125% al 10% (-115% da entrambe le parti). Una misura temporanea che ha lo scopo di raffreddare le tensioni commerciali e concedere ai due colossi economici altri tre mesi per risolvere le proprie divergenze.

Il segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha da parte sua dichiarato che la discussione con Pechino è stata «molto produttiva» e ha permesso di parlare dei «passi avanti da compiere in tema fentanyl: samo d’accordo sul fatto che nessuna delle due parti voglia un disaccoppiamento».

L’intesa rappresenta una significativa de-escalation nella guerra commerciale e arriva dopo mesi di confronto acceso tra Washington e Pechino, iniziato ad aprile con l’imposizione di nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump e la successiva risposta della Cina.

Mercati

I segnali di distensione hanno stimolato i mercati. I futures dell'S&P 500 e del Nasdaq sono saliti del 2,5% e del 3,4%. Il dollaro USA è salito dell'1,1% rispetto a un paniere di valute equivalenti. L'oro, tradizionale bene rifugio, è sceso del 2,8%. Nelle contrattazioni pre-mercato a Wall Street, Nvidia è salita del 4,5% e Nike, un altro marchio globale esposto alle interruzioni del commercio mondiale, è salito del 5%.

Anche i titoli europei esposti al commercio globale, si legge sul Financial Times, sono in rialzo, con Maersk in crescita del 12%, in testa all'indice Stoxx Europe 600. Anche gli esportatori sono in rialzo, con il marchio sportivo Puma e il produttore di beni di lusso Burberry entrambi in crescita del 6%. 

Il forte rialzo del dollaro ha tuttavia colpito l'euro. Fra i principali beneficiari della recente debolezza della valuta statunitense, l'euro è in calo dell'1,3% sulla giornata a 1,110 dollari.

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