Utile netto in lieve calo per UBS

La redditività di UBS si è ridotta leggermente nel primo trimestre dell'anno. Da gennaio a fine marzo, il colosso bancario elvetico ha registrato un utile netto di 1,69 miliardi di dollari (1,40 miliardi di franchi al cambio attuale), rispetto agli 1,75 miliardi di dollari di dodici mesi prima, ha indicato oggi l'istituto in un comunicato.
L'utile prima delle imposte si è ridotto del 10% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 2,1 miliardi di dollari. In termini corretti, l'utile ante imposte delle attività principali è però aumentato del 15%. Il rendimento del capitale proprio CET è stato del 9,6% e dell'11,3% in termini corretti.
I ricavi sono scesi dell'1% a 12,56 miliardi di dollari e sono diminuiti anche su base rettificata a 11,9 miliardi. I ricavi rettificati delle attività principali sono aumentati del 6%. Gli afflussi netti di capitali sono stati pari a 32 miliardi di dollari nella gestione patrimoniale globale.
Nell'integrazione delle attività di Credit Suisse, i risparmi lordi supplementari ammontano a 900 milioni di dollari, portando il totale a 8,4 miliardi, ovvero il 65% dei 13 miliardi previsti.
La performance ha superato le aspettative degli analisti. Interpellati dall'agenzia di stampa economico finanziaria AWP, gli esperti si aspettavano in media un utile netto di 1,30 miliardi di dollari, un fatturato rettificato di 11,38 miliardi e un utile prima delle imposte di 1,75 miliardi.
UBS è cauta nelle sue previsioni: «Le prime settimane di aprile sono state caratterizzate da rapidi e significativi cambiamenti nelle tariffe doganali a livello planetario, da un aumento del rischio di escalation e da un'incertezza economica globale molto più elevata, che ha portato a una significativa volatilità del mercato». Data la molteplicità degli scenari possibili, gli sviluppi economici sono «estremamente incerti», si legge nella nota.
L'aumento dei dazi rappresenta un rischio significativo per la crescita e l'inflazione e i mercati continueranno a reagire in modo «estremamente sensibile» a qualsiasi nuovo sviluppo, il che dovrebbe portare a ulteriori fasi di elevata volatilità.
Ermotti: «Soddisfatto dei progressi compiuti finora»
Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti è soddisfatto della prestazione raggiunta nel primo trimestre dalla banca da lui diretta.
«La forza e la portata del nostro modello di affari diversificato e globale, unitamente alla nostra costante attenzione ai clienti, hanno portato a performance commerciali positive e a nuovi afflussi netti nelle nostre unità di gestione patrimoniale», afferma il 64enne, citato in un comunicato.
Passi avanti sono stati compiuti anche nell'ambito della fusione con Credit Suisse. «Mentre iniziamo a implementare la prossima fase critica dell'integrazione, resto soddisfatto dei significativi progressi compiuti finora», osserva il dirigente. «Di fronte alle crescenti incertezze del mercato e della crescita, restiamo concentrati nell'aiutare i nostri clienti a raggiungere i loro obiettivi finanziari e a contribuire alla crescita economica delle comunità in cui operiamo».
La borsa accoglie con favore i risultati di UBS
La borsa ha accolto con favore i risultati trimestrali pubblicati oggi da UBS: sul mercato di Zurigo l'azione è in solido rialzo.
Alle 09.50 il titolo veniva scambiato a 25,40 franchi, in progressione dell'1,64% rispetto alla chiusura di ieri. Il valore appare il migliore fra i 20 compresi nell'indice di riferimento SMI, che da parte sua sale dello 0,92%.
I commenti degli esperti alle informazioni diffuse oggi sono perlopiù positivi, pur con qualche sfumatura diversa. La banca Vontobel sottolinea in particolare i risultati nettamente migliori della divisione investment bank, che ha beneficiato di forti ricavi da trading. UBS è stata inoltre in grado di aumentare i ricavi nell'attività di gestione patrimoniale.
Gli osservatori sono rimasti invece un po' delusi dagli affari in Svizzera, dove i proventi sono diminuiti a causa della debolezza delle attività sui tassi d'interesse. I costi si sono però da parte loro sviluppati meglio del previsto, sottolineano gli specialisti di Jefferies.
JPMorgan esprime parole di elogio per l'integrazione di Credit Suisse (CS): si tratta della fusione più fluida tra grandi banche negli ultimi 30 anni, scrive l'istituto. Non soltanto UBS ha rispettato le previsioni sulle sinergie di costo; ancora più importante, è riuscita non solo a mantenere la propria quota di mercato nel settore della gestione patrimoniale, ma addirittura ad ampliarla.
La prossima pietra miliare per la società sarà la normativa «too-big-to-fail» del Consiglio federale, annota Royal Bank of Canada (RBC). Il governo dovrebbe presentare le sue proposte a giugno: UBS ha sottolineato ancora una volta che l'esito della vicenda è incerto. Secondo Vontobel proprio questa incertezza normativa è probabilmente anche la ragione principale della recente debolezza della performance delle azioni UBS.