Edilizia, dal muro contro muro allo sciopero

BELLINZONA - Nel settore dell'edilizia cresce la tensione. A fine anno scadrà il Contratto nazionale mantello e tra sindacati e Società impresari costruttori (SSIC) l'intesa per il rinnovo dell'accordo è tutt'altro che vicina. Le trattative, in corso da gennaio, sembrano essersi arenate tanto che tra le maestranze ci si prepara ad incrociare le braccia. «Il 3 ottobre avremo un ultimo incontro con la SSIC e se non dovessimo giungere ad un'intesa è già prevista una serie di giornate di protesta su scala nazionale», ci spiega il responsabile per l'edilizia dell'OCST_Paolo Locatelli. In particolare, il 15 ottobre a scendere in piazza saranno i lavoratori ticinesi seguiti poi dagli operai della Svizzera interna e della Romandia, rispettivamente il 16 e il 17 ottobre.
Da noi sollecitato, il direttore della SSIC-Ticino Nicola Bagnovini non ha dubbi: di fronte al comportamento dei sindacati il rischio di continuare con un muro contro muro è concreto. «Il rischio, con queste continue tensioni, è che si arrivi ad un punto di non ritorno. Non da ultimo dal momento che dai sindacati giungono solo rivendicazioni e minacce di scioperi. Ma bisogna capire che il vuoto contrattuale è pericoloso soprattutto perché apre le porte ad una serie di abusi: in assenza di un contratto collettivo la Commissione paritetica non potrebbe effettuare dei controlli sulle ditte. E lo ripeto: le conseguenze di una situazione simile, soprattutto in una regione di confine come la nostra, possono essere pesanti».