Il settore

Effetto Hong Kong sull’orologeria

Il confronto tra la città stato e Pechino, gli squilibri geopolitici, nonchè il rallentamento della crescita economica, sono una sfida per il settorePesenti (ATIO): «Come terzisti ci vuole reattività alle sollecitazioni dei clienti»
Le oscillazioni del mercato orologiero si ripercuotono su tutta la filiera produttiva ©archivio/Ti-press
Erica Lanzi
17.10.2019 06:00

Pur in ripresa, il settore orologiero elvetico continua a fare i conti con modelli di business che cambiano, a cui si aggiungono una crescita globale in rallentamento e varie difficoltà di natura geopolitica.

Secondo le stime preliminari, quest’anno le esportazioni a livello nazionale supereranno di poco i 20 milioni di pezzi, circa 3,4 milioni in meno del 2018. Per contro, sottolinea il presidente della Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH) Jean-Daniel Pasche, in termini di valore ci si aspetta una crescita rispetto allo scorso anno. Il settore del lusso, colonna portante della produzione elvetica, resiste. Il calo più marcato si registra nel settore della gamma d’entrata, cioè quello degli orologi sotto i 500 franchi, che deve fare i conti con una concorrenza globale agguerrita. Si tratta di trend conosciuti ma che possono avere degli effetti importanti su tutta la filiera produttiva, soprattutto in termini di posti di lavoro. A partire dalla fornitura di elementi, che in Ticino ha un peso importante nell’industria cantonale.

Il caso

Ad esempio, da noi contattata, la Multitime Quarz di Losone, conferma di aver introdotto un orario di lavoro ridotto proprio per far fronte alle difficoltà del mercato, come riportato da alcuni media martedì. La misura - spiega la direttrice Marianne Pandiscia - in settembre ha riguardato 46 dei 265 collaborator ed è di natura momentanea: infatti già per il mese di dicembre, la società specializzata nell’assemblamento di orologi prevede di tornare a pieno regime. «Era più di dieci anni che non ci capitava di dover intervenire con una misura simile . Oramai le difficoltà si stanno ripercuotendo su tutto il settore».

La politica che non aiuta

Secondo Oliver Müller della LuxeConsult, Hong Kong sta registrando un crollo del 60% delle vendite di orologi nei negozi. A causa delle manifestazioni di protesta che durano da mesi, Pechino impedisce ai cinesi di raggiungere la città, e così i negozi sono vuoti. Poi c’è l’interminabile guerra dei dazi tra USA e Cina, che ha generato un rallentamento delle vendite sul mercato asiatico, tra i più trainanti negli ultimi 10-15 anni. «Sono problemi causati dalla politica che non si rende conto delle ripercussioni che ha sull’economia», commenta Oliviero Pesenti, presidente dell’Associazione ticinese industrie orologiere (ATIO). «Aggiungiamoci le instabilità dell’UE e degli USA, e il quadro è completo». Da notare, precisa Pasche, che mentre in Germania e in Francia le vendite vanno indietro, in Gran Bretagna la Brexit non impedisce ai cittadini di comprare orologi costosi, grazie anche alla sterlina debole.

Il quadro ticinese

«È naturale - continua Pesenti - che l’industria ticinese, come fornitrice per i grandi marchi risenta dei trend globali». La forza del settore elvetico, continua, sta nel fatto che all’anno genera il 75% del fatturato mondiale grazie all’alta gamma, pur producendo appena il 2% dei volumi. Apple da sola, coi suoi 25 milioni di pezzi produce di più. «È su questa fascia che dobbiamo continuare a puntare. Come terzisti bisogna essere molto reattivi alle sollecitazioni dei clienti sempre più pressanti». Ad esempio, i grandi marchi hanno iniziato a focalizzarsi sulle vendite dell’usato. Poi cambia il modo di vendere nel lusso: non più solo in contanti, ora si offre la soluzione del leasing. «Questo - ci spiega Pesenti - significa per i terzisti avere la capacità di fornire velocemente sia componenti di ultimissima generazione, sia pezzi di ricambio costruiti come negli anni ‘70». In Ticino, conclude, non manca la reattività delle aziende, pur con gradi diversi. Nel 3. trimestre si è registrata un po’ di contrazione del mercato, ma allo stato attuale il 2019 dovrebbe dare buoni risultati, sulla falsariga dello scorso anno.