Elena Udrea condannata a sei anni di carcere

BUCAREST - L'appariscente ex parlamentare indipendente ed ex ministro del turismo regionale Elena Udrea, ieri è stata condannata dalla Corte Suprema di Bucarest a sei anni di reclusione da scontare e all'equivalente di complessivi 2,9 milioni di franchi di risarcimento (8,1 milioni di RON e altri 900 mila euro) nell'ambito del processo riguardante il caso di corruzione "Gala Bute", una riunione internazionale di pugilato in cui più di un organizzatore, all'apparenza, riuscì ad arricchirsi in modo illegale a scapito degli enti pubblici coinvolti e in particolare dell'Autorità nazionale del turismo (ANT), che si è costituita parte lesa.
Il pentolone fu scoperto dal Dipartimento nazionale anticorruzione (DNA) e dalla Procura, tanto che Udrea, platealmente ammanettata, finì prima in carcere e poi a domiciliari, per poi poter tornare a casa in attesa di sentenza. In virtù del suo ruolo istituzionale di ministro, secondo l'accusa, Elena Udrea avrebbe ottenuto lauti compensi pecuniari: una tesi neanche a dirlo, da lei sempre contestata con fermezza. Il caso fece molto clamore, anche perché Udrea, tuttora una delle donne più chiacchierate del Paese (le sue vicissitudini personali hanno di fatto bloccato la sua carriera politica alle recenti elezioni e la bionda ex deputata non è stata rieletta), contro i suoi accusatori ingaggiò una battaglia mediatica a tutto campo che ha diviso l'opinione pubblica.
In un'intervista esclusiva rilasciata al "Corriere del Ticino" (VD SUGGERITI) la bionda "sexy ministra" aveva dichiarato che in Romania sarebbe in atto un attacco senza precedenti al mondo politico in base alla logica del giustizialismo. Un dibattito di sempre stretta attualità e che continua ad animare l'opinione pubblica rumena. Ad alcune settimane dalla fine delle proteste di piazza contro il Governo Grindeanu seguite alla proposta di introdurre il famigerato decreto "salva corrotti" (ritirato, non a caso, proprio per le forti pressioni esercitate dai manifestanti, che avevano trovato anche il sostegno del presidente Klaus Iohannis), la stampa rumena è dunque tornata a focalizzare il caso Udrea.
Quest'ultima, ora, dal profilo legale, dovrà attendere il secondo grado di giudizio: la palla passa infatti nel campo della Corte di Cassazione. Per far valere i propri diritti contro la sentenza di condanna è poi verosimile un ricorso. Ciò che non stupisce affatto, nel frattempo, è che l'ex ministra, subito dopo aver appreso della condanna, ha promesso rivelazioni a 360 gradi, incluso alcune non meglio precisate questioni riguardanti il suo difensore pubblico numero uno: l'ex presidente Traian Basescu. C'è da scommettere che non saranno esclusi altri colpi di scena.