Politica

Elly Schlein fa il giro dell'Italia e torna «a casa»: «Non potevamo non esserci»

Diversi i temi politici affrontati nell'incontro tra Elly Schlein e la consigliera agli Stati Marina Carobbio a Massagno: abbiamo incontrato la candidata alla Segreteria del PD
©EP
Irene Solari
07.02.2023 13:30

PD e PS. Elly Schlein e Marina Carobbio. Due donne impegnate in politica, unite da intenti, ideali e obiettivi comuni, che si sono trovate ieri sera alla Sala Cosmo di Massagno, davanti a un folto pubblico, per parlare delle sfide future che attendono i loro rispettivi partiti e, più in generale, la sinistra. Un’unione che fa la forza oltre le frontiere, anche in politica, come ha spiegato Marina Carobbio: «Non sono da sola a portare avanti questi valori di giustizia sociale, di giustizia ambientale, di lotta alle disuguaglianze con i valori che ci rappresentano e in cui crediamo. Non potrei fare un lavoro politico se fossi sola e se questo non fosse un lavoro "in rete", portato avanti con altre persone». Valori e obiettivi comuni, uniti alla voglia di cambiamento, che le due politiche condividono e che sono stati al centro della conferenza.

Conferenza, quella tenutasi a Massagno, che ha un sapore speciale per Schlein, una sorta di ritorno a casa per la candidata alla Segreteria del PD, nata e cresciuta a Lugano. «Ci tenevo moltissimo a fare questa tappa qui, a casa, dopo questo lungo tour che ci sta portando a fare il giro dell’Italia da sud a nord, attraverso le Isole, ma anche all’estero, a Bruxelles. Stiamo viaggiando tantissimo ma qui non potevamo non esserci».

Le sfide del nuovo PD

Diversi gli argomenti toccati da Schlein durante la conferenza, ripresi anche nell’incontro con i media. Tra questi i progetti e le sfide che la candidata vorrebbe affrontare con il PD, per farlo diventare un partito nuovo. «Il PD è l’unico partito non personale d’Italia: l’unico che può cambiare idea, cambiare gruppo dirigente e ritrovare credibilità su temi dove sono mancati coraggio e chiarezza in questi anni. Si tratta del contrasto a ogni forma di diseguaglianza, alla precarietà nel lavoro e all’emergenza climatica. Su questi tre temi cerchiamo di ricucire le fratture che si sono prodotte in tutti questi anni con coloro che vorremmo rappresentare». Schlein ha anche ammesso di avere piena consapevolezza dello stato di difficoltà in cui versa il partito, «ma penso sia proprio questo il punto: non basta cambiare frettolosamente leader e gruppo dirigente se non cambia anche il metodo con cui si sta insieme». Si tratta, per la candidata, di una sfida dentro la sfida, ovvero, cambiare il modello di leadership: «Non ci serve l’uomo solo al comando e nemmeno la donna sola al comando, perché è un modello sbagliato. Serve attivare una comunità politica facendo leva sull’intelligenza collettiva e sul confronto permanente. Il PD, fortunatamente, è un partito che ha una comunità molto ben radicata sul territorio». Insomma, chiosa Schlien, «vogliamo sciogliere nodi e contraddizioni e riportare il PD a casa e casa è quel posto che sta a fianco di chi oggi fa più fatica».

Quale soffitto di cristallo?

Ma cosa significa – abbiamo domandato a Schlein – essere una donna e, soprattutto, una donna che fa politica oggi in Italia? «Credo che non si possano scrivere buone politiche pubbliche con un occhio chiuso. Occhio che non è più quello di una minoranza della società». Una lotta, quella contro la sotto rappresentazione delle donne, che Schlein vuole portare avanti, «soprattutto in tutti i luoghi in cui si decide: in politica, nell’economia, nella società. Persino nelle famiglie». La candidata alla Segreteria del PD vorrebbe costruire un partito femminista. «Per farlo occorre cambiare il modello di leadership ma, soprattutto, bisogna distinguere le leadership femministe dalle leadership femminili».

Una differenza non da poco, secondo Schlein: «Mi sembra che Giorgia Meloni ci fornisca un esempio di grande attualità. Non ce ne facciamo niente di una presidente del Consiglio donna che decide di non aiutare tutte le altre donne a migliorare le proprie condizioni di vita. La prima manovra di questo Governo, infatti, ha colpito le donne sulle pensioni, discriminandole». Una misura che davvero tenderebbe loro la mano, prosegue, sarebbe approvare immediatamente un congedo paritario pienamente retribuito di tre mesi per entrambi i genitori. «Questo perché in una società patriarcale come la nostra, mentre si tagliava – sbagliando – sul welfare negli anni di crisi, le cure sono state relegate alle famiglie. E, all’interno delle famiglie, sulle spalle delle donne. Questo le ha schiacciate dal punto di vista dell’occupazione, causando un danno a tutta l’economia e a tutta la società». Un congedo paritario volto a redistribuire il carico di cura e a sostenere l’occupazione femminile, investimenti nelle infrastrutture e nei servizi. Queste sono le politiche, secondo Schlein, che invece aiuterebbero molto le donne. Non le parole. «Giorgia Meloni nel suo primo discorso alla Camera ha detto di aver rotto il soffitto di cristallo. Mi dispiace contraddirla, ma il soffitto di cristallo – è una legge della fisica – non si rompe con un punto solo di pressione, se la maggioranza delle altre donne in Italia non arriva neanche a vederlo perché sono troppo schiacciate da una cappa che le discrimina».    

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