Verso il voto

Estensione delle zone 30 a Lugano, misura necessaria o eccessiva?

La decisione verrà presa dai luganesi il 28 settembre – A confronto la municipale PLR titolare del progetto e il capogruppo della Lega, partito che copresiede il comitato referendario con l’UDC
©Gabriele Putzu

Favorevole: Karin Valenzano Rossi

Perché i luganesi dovrebbero votare sì?
«Per completare la situazione delle zone 30 in 6 quartieri, che ancora non ne hanno. Perché il bambino o il cittadino di Barbengo deve essere meno sicuro di quello di Viganello? È una misura moderata, solo su strade di quartiere e permette di garantire pari sicurezza e vivibilità a tutta la popolazione, senza penalizzare la mobilità urbana sugli assi principali di transito. Non è una misura punitiva contro gli automobilisti: su tutte le strade principali e di scorrimento non viene variata la velocità. Le Zone 30 sono uno strumento di protezione nelle zone residenziali, applicato solo dove serve davvero: ossia nei quartieri, in particolare vicino a scuole, asili, case anziani, parchi gioco, abitazioni. In queste aree la velocità moderata riduce drasticamente il rischio di incidenti gravi e migliora la convivenza tra automobilisti, ciclisti e pedoni. È una misura che consente di evitare ulteriori interventi edilizi che costano milioni per creare piste ciclabili o marciapiedi separati, favorendo una convivenza sicura nel rispetto di tutti».

I contrari sostengono che questa misura sia un apripista per l’introduzione del 30 all’ora generalizzato in città, cosa risponde?
«È una bugia! Non è un primo passo verso un limite generalizzato! Non ci sarà alcun 30 km/h esteso a tutta la città. L’attuale proposta è delimitata, precisa e conforme alle direttive federali, che vietano di introdurre Zone 30 sulle strade principali o di scorrimento. È proprio quello che stiamo facendo: rispettiamo esattamente la gerarchia stradale stabilita a livello nazionale. Chi parla di “apripista” lo fa per creare allarme, non per informare correttamente. Come ha detto il sindaco in Consiglio comunale, chi lo dice è in malafede. I cittadini possono verificare sulla mappa che nessuna delle strade principali sarà toccata. Non sono previste ulteriori fasi».

Alcune città svizzere, come Zurigo e Losanna, hanno esteso il limite di velocità. Pensa che a Lugano, vedendo l’approccio nazionale e il progetto proposto dal Municipio, si stia facendo confusione?
«Sì, ed é una confusione alimentata ad arte. A Lugano si è fatto l’opposto di altre città svizzere: non si è seguito un modello radicale, ma si è scelto un approccio misurato, conforme e rispettoso delle regole federali. Abbiamo escluso sin dall’inizio qualsiasi intervento sulle strade principali. Il limite attuale resta pienamente in vigore su tutti gli assi di traffico principali. Nessun cambiamento per chi usa la macchina per spostarsi tra i quartieri o per entrare e uscire dalla città. Dire che a Lugano si vuole copiare altre città svizzere, significa generare paure ingiustificate e forzare una narrazione falsa, approfittando della coincidenza temporale del dibattito e evitando di confrontarsi davvero con i fatti oggettivi: nessuna limitazione sulle vie di traffico».

Contrario: Lukas Bernasconi

Perché i luganesi dovrebbero votare no?
«Scegliere il “no” significa respingere una tendenza crescente a mettere sempre più “paletti” e limitare in modo eccessivo la vita quotidiana delle persone, dando un chiaro segnale a favore dell’autonomia individuale e del buon senso civico. La cosiddetta “fase 2”, oggetto del referendum, di fatto generalizza il limite dei 30 km/h su quasi tutto il territorio cittadino, con poche esclusioni, tra cui Sonvico e la Val Colla, quest’ultima spesso trascurata nelle decisioni strategiche. Il limite dei 30 km/h, strumento senza dubbio utile in determinati contesti, va applicato con equilibrio: nelle strade di quartiere a intensità di traffico, vicino a scuole e punti sensibili, e non indiscriminatamente su tutta la rete viaria urbana. È fondamentale ricordare che il Municipio di Lugano ha già chiesto e ricevuto risorse importanti per mettere in sicurezza i percorsi casa-scuola, al fine di assicurare la corretta sicurezza ai ragazzi che si recano a scuola ma senza coinvolgere tutta le rete stradale».

La Città ha garantito che non verranno toccate le strade di scorrimento. Questa rassicurazione non smorza il suo timore? Pensa che questa votazione sia un processo alle intenzioni?
«Non si tratta di diffidenza preconcetta, bensì di valutare con attenzione quanto emerso dall’iter istituzionale: sia la Commissione dell’edilizia che quella della Gestione hanno espresso un parere negativo, sollecitando il Municipio a ritirare la proposta per la sua inadeguatezza. Questi rilievi, formulati all’unanimità in Commissione edilizia e a maggioranza in Gestione, sono fatti oggettivi che meritano ascolto. Un eventuale “sì” al progetto rischia di essere interpretato come un mandato per una rapida e ancor più completa generalizzazione dei 30 km/h su tutte le strade comunali, con conseguenze tangibili: l’aumento dei controlli radar e delle sanzioni, che colpirebbero principalmente chi, magari per semplice distrazione, supera di poco il limite. Tale scenario alimenterebbe malcontento, senso di insicurezza e sfiducia verso le istituzioni».

Alcune città svizzere, come Zurigo e Losanna, hanno esteso il limite di velocità. Pensa che a Lugano, vedendo l’approccio nazionale e il progetto proposto dal Municipio, si stia facendo confusione?
«Guardando al contesto nazionale, è opportuno distinguere tra le diverse realtà. A Losanna, per esempio, il limite dei 30 km/h è applicato solo nelle ore notturne (22:00-06:00), mentre durante il giorno vige il limite di 50 km/h. Nelle ultime votazioni che hanno avuto luogo in diversi Comuni della Svizzera tedesca, l’introduzione del limite generalizzato di 30 km/h è stata bocciata. È evidente che siamo davanti a un ripensamento molto importante, entrambe le Camere federali hanno preso una posizione ben chiara e lo stesso Consiglio federale ha ribadito che in Svizzera la velocità nei centri abitati è di 50 km/h. La sicurezza stradale è un valore condiviso, ma deve fondarsi sulla responsabilizzazione e sul rispetto delle regole da parte di tutte le persone alla guida. È importante non cadere nell’eccesso normativo, piuttosto favorire comportamenti responsabili e consapevoli, convinti che la maggior parte degli automobilisti sappia già adottare la dovuta prudenza. Questa votazione rappresenta quindi un’opportunità per riaffermare la fiducia nella cittadinanza e nella sua capacità di autoregolarsi, senza ricorrere a misure generalizzate e potenzialmente sproporzionate».