Everest, addio: lo svizzero Karl Egloff rinuncia alla scalata

Il sogno di conquistare la vetta finisce qui. Karl Egloff, l'alpinista svizzero-ecuadoriano, non tenterà più di scalare l'Everest. Se ne riparlerà la prossima stagione, insomma. Il suo team ha confermato che Egloff ha deciso di rinunciare poco prima di raggiungere il campo 3, situato oltre i 7 mila metri. La causa? Un crescente senso di insicurezza di fronte al peggioramento delle condizioni meteorologiche. Fedele al suo istinto, Egloff ha quindi preferito fare marcia indietro e tornare al campo 2, dove ha potuto contattare la sua famiglia per rassicurarla: «La sicurezza prima di tutto». Un principio, questo, ancora più importante se pensiamo che l'Everest domina il mondo dall'alto dei suoi 8.848 metri.
Fino al campo 1, scrive fra gli altri il Blick, Egloff si sentiva ancora bene e in forze, secondo il suo team. Tuttavia, l'orizzonte è presto cambiato: la neve ha iniziato a cadere, l'umidità è aumentata – un fattore particolarmente temibile ad alta quota – e il vento si è alzato. Lo scalatore ha dovuto prendere una decisione: «Ho deciso di tornare indietro, ed è stata la migliore decisione possibile. Certo, all'inizio ero frustrato, dopo tutto l'allenamento e lo sforzo. Ma quando hai una brutta sensazione, devi ascoltarla».
Il suo team riferisce che Egloff, nel frattempo, è tornato al campo base, sano e di buon umore. «Questo dimostra ancora una volta che in montagna l'istinto è tutto. Il rispetto per la vetta viene prima di tutto».
Egloff puntava a una scalata senza ossigeno, una sfida particolarmente estrema date le condizioni e considerando l'altitudine. «La mia filosofia nei miei progetti è sempre stata quella di completare i record di salita non-stop e discesa in montagna» aveva detto nell'annunciare il tentativo di impresa. «Dopo alcuni anni di pausa forzata e di una dura preparazione insieme a un fantastico team di esperti, vorrei condividere che sto per imbarcarmi nel sogno della mia vita: l’Everest, per la salita e la discesa non-stop dal campo base nepalese alla vetta e ritorno allo stesso punto di partenza, senza l’aiuto dell’ossigeno artificiale in nessun momento».
In ogni caso, Egloff non è stato l'unico a tentare l'impossibile in questi ultimi giorni. L'americano Tyler Andrews, dopo aver compreso di non potercela fare senza l'aiuto dell'ossigeno, ha cambiato in corsa il suo obiettivo: battere il record di velocità (con assistenza) fissato in 10 ore e 56 minuti.