Fiammata del metallo giallo, ma ora è meglio essere cauti

Il metallo giallo ha registrato una fiammata e lunedì ha toccato il record storico a 2.100 dollari l’oncia. Rispetto a metà ottobre è salito di circa 200 dollari. In seguito ha registrato un ripiegamento e oggi si situava attorno a 2.030 dollari l’oncia. Negli ultimi mesi anche il franco svizzero nei confronti della moneta unica si è rafforzato a 0,9429 e il bitcoin è salito a 44 mila dollari (rispetto ai 26 mila dollari di metà ottobre).
Quali sono le ragioni alla base di questo rally? E come si può evolvere in futuro la quotazione dell’oro? Lo abbiamo chiesto a Stefano Ambrogi, responsabile dell’Investment Advisory della banca Julius Bär di Lugano. «L’oro - spiega - ha registrato un forte rialzo nelle sedute borsistiche della scorsa settimana, aiutato anche da un dollaro debole e da una modesta liquidità nelle piazze asiatiche. Il precedente massimo storico di maggio è stato superato di slancio e le quotazioni hanno raggiunto i 2.135 dollari l’oncia, per poi ritracciare di quasi 100 dollari verso gli attuali 2.020-2.030».

Aspettative di un dietro-front
«Alla base di tale movimento - prosegue - vi è la presa di coscienza da parte del mercato che sta iniziando un percorso verso tassi di interesse più bassi. Attualmente si aspetta il primo taglio dei tassi da parte della Fed già a marzo 2024, seguito da altri, che porteranno i tassi di riferimento verso il 4% entro la fine dell’anno prossimo, complice il calo generalizzato dell’inflazione in tutte le principali economie. Quindi si riaccende l’interesse per i metalli preziosi».
«Noi della Julius Bär - precisa - condividiamo l’opinione che il ciclo di rialzo dei tassi negli Stati Uniti sia terminato, ma non vediamo una rapida inversione della politica monetaria statunitense e prevediamo un primo taglio dei tassi solo a settembre 2024. Di conseguenza, non sposiamo la visione rialzista del mercato sull’oro».
Strategia speculativa
«Siamo consci che trader e chi pone in essere posizioni speculative “mordi e fuggi” dal breve respiro temporale hanno aumentato significativamente le loro posizioni lunghe e al contempo molte posizioni corte (cioè le scommesse sul calo dei prezzi) sono state chiuse, ma analizzando i fondamentali i nostri analisti rimangono convinti che un contesto economico senza recessione e tassi d’interesse ancora ragionevolmente elevati impedirà al bene rifugio per eccellenza di salire significativamente. Manteniamo pertanto una visione cauta, con un prezzo obiettivo di 1.900 dollari l’oncia per i prossimi mesi».
«A riprova di ciò, questo rally non è stato alimentato da investitori che cercano sicurezza nell’oro, poiché non è stato accompagnato da un contestuale movimento nel mercato fisico, che invece è andato nella direzione opposta, come indica il calo delle disponibilità di prodotti garantiti fisicamente. Se proprio si volesse andare verso un portafoglio improntato alla sicurezza, preferiremmo avere franchi svizzeri, che rappresentano, sia per un portafoglio domestico che per uno diversificato internazionalmente, una valida alternativa».
Sui mercati finanziari esiste l’attesa di tagli dei tassi di interesse, ma le opinioni degli operatori sono molto divise. Per esempio UBS ritiene esagerate le attese attuali di tagli dei tassi. Invece oggi i trader hanno alzato la posta e arrivano a scommettere che nel 2024 la BCE taglierà di 150 punti base i tassi di interesse, portando quello sui depositi dall’attuale 4,0% al 2,5%.
Nel corso della mattinata i mercati hanno «prezzato» sei tagli da 25 punti base nel corso del prossimo anno, confortati in un rapporto degli economisti di Deutsche Bank, che hanno rivisto le loro previsioni sulle mosse della BCE.
Secondo la banca tedesca i tagli inizieranno già in aprile e non più a giugno, come precedentemente previsto, con una riduzione da mezzo punto, seguita da un’altra di eguale entità a giugno. Nel complesso anche secondo Deutsche Bank il costo del denaro si ridurrà di 150 punti base e c’è anche il «rischio significativo» di un taglio già a marzo. «Siamo più pessimisti della BCE sulla crescita a breve termine e sull’outlook dell’inflazione» e «se abbiamo ragione la BCE sarà sorpresa dai rischi al ribasso nei prossimi mesi».