Viabilità

Flusso di turisti in Verzasca, si lavora al numero chiuso

In corso valutazioni sul possibile contingentamento dei veicoli: la soluzione non è da escludere
Gli agenti di sicurezza saranno presenti anche quest’anno nei punti delicati della valle. ©Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
16.05.2022 06:00

Il paesaggio lunare creato dallo svuotamento del lago di Vogorno ha attirato in Verzasca migliaia di turisti anche in un periodo di bassa stagione qual è quello invernale. Un turismo di poche ore, tuttalpiù di giornata, che si è inoltre limitato alla bassa valle. Con l’arrivo dei primi caldi ed i ponti dell’Ascensione e del Corpus Domini all’orizzonte, c’è però d’aspettarsi che Lavertezzo e Sonogno tornino ad essere molto frequentate come avvenuto negli scorsi anni. Con i conseguenti problemi di viabilità e, soprattutto di parcheggi. Per evitarli potrebbe scattare il numero chiuso. Al di là di questa misura estrema, la cui introduzione è tutta da valutare, come ci si sta organizzando in vista dell’estate per regolare il flusso di turisti? «Come per gli anni scorsi è previsto un dispositivo di base composto da agenti di sicurezza che regoleranno il traffico nei punti critici. Dispositivo che può essere potenziato nel caso in cui l’afflusso dovesse essere superiore al previsto» ci risponde Alessandro Speziali, coordinatore dei progetti di sviluppo per la Verzasca. Ma le misure finalizzate ad evitare che il traffico diventi un problema tanto per i residenti quanto per i turisti non si fermano qui.

Passi avanti anno dopo anno

«Di anno in anno - rileva Speziali - grazie al Gruppo di lavoro sulla mobilità in valle coordinato dalla Fondazione Verzasca si cerca di costantemente migliorare la situazione su questo fronte. In particolare quest’anno sono stati installati dei pannelli luminosi sul piano che indicano in tempo reale il tasso di occupazione dei parcheggi in valle». Un sistema informativo che dovrebbe consentire ai turisti di scegliere se dirigersi verso la meta stabilita con l’auto, oppure se optare per altre soluzioni, magari l’autobus di linea per raggiungere Lavertezzo piuttosto che Frasco o Sonogno. Un’ulteriore possibilità potrebbe essere quella di scegliere una destinazione alternativa. Per la strettoia di Brione, e questa è un’ulteriore misura concreta, è ora attivo un semaforo intelligente che consente di disciplinare i flussi, in particolare per il passaggio di bus e mezzi pesanti. «Queste misure non sono certamente la panacea di tutti i problemi, ma aiutano perché siamo consapevoli che il traffico c’è e va gestito» osserva il coordinatore del masterplan Verzasca 2030.

La misura più incisiva

Un’altra misura invocata da più parti per ovviare al forte afflusso veicolare è il contingentamento del numero di vetture dirette in Verzasca. «Abbiamo interpellato il Cantone che ci ha richiamato i paletti di legge e la giurisprudenza federale. Sulla scorta di queste indicazioni abbiamo intuito che può esserci uno spiraglio di possibilità» rileva a tal proposito il nostro interlocutore. «Ora si tratta di sondare la fattibilità concreta di questa misura. Con l’aiuto di specialisti - spiega ancora Speziali - è indispensabile approfondire la questione in particolare valutando dove e come gestire il traffico diretto in Verzasca per evitare che il “limite fisico” venga ampiamente travalicato come successo in passato. Con le autorità ci si deve anche chinare su una questione: benvenga la mobilità lenta e il trasporto pubblico è stato potenziato, ma qual è il numero massimo di auto (private) che il territorio può ragionevolmente accogliere in un giorno?». Domande che dovrebbero trovare una risposta nelle prossime settimane. «Sia chiara una cosa - desidera ancora sottolineare Speziali -, la Verzasca non è allergica al turismo, tutt’altro! Ma proprio per mantenere un’elevata qualità turistica e per garantire una buona vivibilità ai residenti è difficile pensare che la valle possa continuare ad essere percorsa da più di 5.000 veicoli privati al giorno».

Shuttle bus, opzione scartata

Purtroppo, osserva infine Speziali, delle varie possibili misure concrete si è dovuto rinunciare ai bus navetta piano-valle. E questo in quanto sul piano non ci sono terreni disponibili e adatti ad essere trasformati in parcheggi per le auto dei turisti che avrebbero potuto scegliere quest’opzione per recarsi in Valle Verzasca.