«Fondo per il clima, l'iniziativa va respinta»

L'iniziativa popolare «Per una politica energetica e climatica equa: investire per la prosperità, il lavoro e l'ambiente» presentata dal PS e dai Verdi va respinta senza controprogetto poiché troppo onerosa per le casse pubbliche. È il parere della Commissione dell'ambiente del Consiglio nazionale (CAPTE-N).
L'iniziativa per un fondo per il clima - che tra l'altro anche il Consiglio federale raccomanda di bocciare - mira a creare un fondo ad hoc le cui risorse confluirebbero, tra le altre cose, in misure per il potenziamento delle energie rinnovabili, dell'efficienza energetica o della decarbonizzazione dei trasporti, degli edifici e dell'economia. La Confederazione dovrebbe alimentare ogni anno il fondo con una quota compresa tra lo 0,5 e l'1% del prodotto interno lordo, pari, allo stato attuale, a una cifra compresa tra 3,9 e 7,7 miliardi di franchi all'anno.
Ma per la CAPTE-N, che respinge il progetto per 15 voti a 8 e una astensione, un fondo statale di questo tipo - non soggetto al freno all'indebitamento, come si legge in una nota odierna dei servizi parlamentari - sarebbe in contraddizione con la politica climatica finora perseguita, la quale si basa su diversi approcci quali tasse di incentivazione, divieti e obblighi, accordi volontari sugli obiettivi e misure di promozione.
Anche se l'attuale sistema può essere reso ancora più efficiente, stando alla commissione la combinazione di diverse fonti di finanziamento sembra essere la strada migliore anche in futuro per affrontare le sfide nel settore del clima. Oltre a ciò, il fondo statale richiesto graverebbe eccessivamente sul bilancio della Confederazione, portando a un elevato indebitamento, e non vuole che ciò accada.
La CAPTE-N ricorda che la Confederazione investe già oggi oltre due miliardi di franchi l'anno nei settori del clima, dell'energia e della biodiversità.
Una minoranza proporrà in aula di accogliere invece l'iniziativa popolare. A suo avviso, sarebbe di gran lunga più costoso non fare nulla che intervenire con gli investimenti richiesti. Inoltre, un fondo d'investimento statale stimolerebbe ulteriori investimenti privati, accelerando in modo decisivo la transizione verso un saldo netto pari a zero.