Ford rinuncia alla fabbrica in Messico

WASHINGTON - Ford annulla la costruzione di una nuova fabbrica da 1,6 miliardi di dollari (1,63 miliardi di franchi) in Messico e destina 700 milioni di dollari per espandere lo stabilimento di Flat Rock, in Michigan.
Lo comunica il colosso Usa dell'auto, spiegando che il piano di investimento di 1,6 miliardi di dollari previsto per lo stabilimento di San Luis Potosi, in Messico, è stato cancellato.
L'annuncio arriva poche ore dopo l'attacco via twitter di Donald Trump a General Motors per la sua decisione di produrre un modello di auto in Messico anziché in Usa.
"General Motors (Gm) sta inviando un modello di Chevy Cruze, fatto in Messico, ai concessionari Usa esentasse. Faccia (le auto, ndr) negli Usa o paghi pesanti tasse doganali!". Così Trump in un tweet
Le azioni di Gm hanno registrato una flessione di circa l'1% dopo il cinguettio di Trump.
Il presidente eletto aveva già minacciato Ford allo stesso modo. Lo scorso novembre Gm aveva annunciato l'intenzione di licenziare 2000 dipendenti in due fabbriche, inclusa una a Lordstown, in Ohio, dove costruisce la compact Chevrolet Cruze. La casa automobilistica, secondo alcune fonti del settore, avrebbe pianificato di realizzare la Cruze hatchback in Messico e di continuare a costruire la Cruze sedan in Ohio.
L'industria automobilistica di Detroit tende a produrre le auto piccole per il Nord America in Messico sfruttando il minore costo della manodopera, preferendo impiegare i più costosi operai statunitensi per realizzare veicoli più redditizi, come i suv e le auto di lusso.
Trump insiste sul muro
Donald Trump sembra fare sul serio sul muro al confine col Messico e sul rafforzamento della sorveglianza anti-immigrazione: il gruppo di lavoro che cura la transizione dall'amministrazione di Barack Obama a quella di Trump ha chiesto un mese fa al dipartimento dell'Homeland security (corrispondente al ministero dell'interno, ndr) di valutare tutti gli asset disponibili per la costruzione della barriera, nonché le capacià di aumentare la detenzione degli immigrati e di attuare il programma di sorveglianza aerea che era stato ridimensionato da Barack Obama.
Lo scrive l'agenzia di stampa Reuters sul proprio sito. Chiesti anche altri chiarimenti, ad esempio se i dipendenti federali abbiano alterato le informazioni biografiche di immigrati conservate dal dipartimento per timori legati alle loro libertà civili.
In risposta alla richiesta, le dogane e lo staff della protezione dei confini hanno identificato oltre 400 miglia tra Usa e Messico dove potrebbe essere eretta una nuova barriera.
Quanto alla sorveglianza aerea, si tratta della Operation Phalanx, che autorizza 1200 piloti della Guardia nazionale a monitorare il confine meridionale contro il traffico di droga e l'immigrazione illegale. Sotto George W. Bush il programma autorizzava sino a 6000 piloti, ma Obama lo ha ridotto.
Critiche anche all'Obamacare
Oggi è stato anche il giorno del primo attacco diretto all'Obamacare da parte di Donald Trump dopo l'elezione: ''la gente deve ricordare che l'Obamacare non funziona, e non è a buon mercato. 116% di aumenti (Arizona). Bill Clinton lo ha definito 'folle''', ha twittato il tycoon nel giorno in cui si insedia il nuovo Congresso dominato dai repubblicani, che tra le loro priorità hanno anche la sostituzione dell'Obamacare.
Dopo aver incontrato Obama, Trump si era riservato di salvare alcuni punti della riforma sanitaria del presidente uscente.