«Fra la famiglia e l’azienda c’è un forte legame di lealtà»

Il gruppo Helsinn, fondato dalla famiglia Braglia, è sicuramente una delle aziende familiari più conosciute del Ticino. Abbiamo intervistato Riccardo Braglia, vicepresidente del Cda e CEO del gruppo.
Lei dirige la Helsinn, che appartiene al novero delle aziende familiari. Quali sono a suo avviso i valori tipici delle aziende familiari? Perché sono diverse dalle altre aziende?
«I valori della mia azienda di famiglia, la Helsinn, sono la qualità, il rispetto e l’integrità. Penso che valori simili siano comuni alla gran parte delle aziende familiari che condividono gli stessi principi e hanno una particolare attenzione alla tradizione del passato, allo stesso tempo alla realtà dove operano ed anche al rispetto per i collaboratori e le comunità, la correttezza etica, morale e professionale. Ritengo che le aziende familiari hanno valori più forti e che questi siano condivisi dalla famiglia stessa, che è l’immagine dell’azienda. Azienda e famiglia sono legate in modo molto stretto l’una con l’altra, sulla base della lealtà e della tradizione».

Come è avvenuto il processo che ha portato al passaggio di consegne fra suo padre e lei?
«Mio padre, che a causa della morte improvvisa di mio nonno ha preso in mano l’azienda in modo repentino quando era ancora molto giovane, ha programmato da tempo il passaggio generazionale, avendo sempre dichiarato che a 70 anni avrebbe lasciato ai figli. Inoltre, ci eravamo dotati di patti para sociali e di altri strumenti per effettuare il passaggio nella maniera più dolce possibile. Il passaggio è avvenuto 17 anni fa».
Non è mai stata presa in considerazione l’ipotesi di vendere l’azienda o di farla gestire a manager esterni all’azienda? O di quotarla in Borsa?
«La nostra azienda è cresciuta negli anni da poche unità a circa 700 persone, passando dalla realtà locale svizzera a una realtà multinazionale. Oggi l’azienda è già dotata di un team di manager esterni molto capaci e coordinata da un direttore generale che lavora con me da 34 anni. Per il momento l’azienda rimane sotto il controllo familiare. Difficile dire cosa possa riservare il futuro, ma la partecipazione di investitori esterni o l’entrata in Borsa sono ulteriori opportunità di crescita da valutare con attenzione».
A volte le tensioni familiari possono ripercuotersi anche sull’impresa. È vero anche il contrario? E come riuscire a gestire le dinamiche familiari senza mettere a rischio la gestione aziendale?
«Le tensioni familiari possono certamente influenzare l’azienda così come a loro volta le problematiche aziendali possono influenzare i rapporti familiari. Diversi anni fa abbiamo adottato un patto para sociale per regolare i rapporti tra i familiari che è stato molto utile in momenti di tensione o di decisioni strategiche. Inoltre, è importante creare un patrimonio a lato dell’azienda di famiglia per poter compensare quei membri della famiglia che potrebbero non essere interessati all’azienda in futuro».
Quanto è forte il legame della Helsinn con il territorio ticinese? In che modo si esplica in concreto?
«Il legame è sicuramente forte con il territorio ticinese infatti, la sede principale del Gruppo Helsinn è situata a Lugano con oltre 200 collaboratori e siamo anche presenti a Biasca con un centro di sviluppo e produttivo chimico che conta circa 190 collaboratori e, pertanto, Helsinn è una delle maggiori imprese private nelle Tre Valli. Inoltre, siamo molto attenti ad iniziative scientifiche, ambientali, benefiche e culturali di vario tipo. L’ultima in ordine di tempo è stata la mostra a Lugano di Helidon Xhixha e la mostra della Fondazione Braglia per l’arte Moderna».
Voi avete creato una Fondazione e siete attivi nella filantropia. Come mai questa scelta? Si tratta di attività che hanno un legame diretto con la vostra famiglia?
«La nostra famiglia ha creato due fondazioni: la Fondazione Gabriele Anna Braglia per l’arte moderna presente a Lugano che ospita tutta la collezione di oltre 250 opere dei miei genitori e che organizza mostre di spessore internazionale, e la Fondazione Nuovo Fiore in Africa che si occupa di costruire scuole in diversi Paesi africani per sostenere lo sviluppo pedagogico di quel Continente, con oltre 19 progetti e 15.000 bambini».