Galeotta fu la procedura edilizia

Se i fatti fossero stati compiuti da un cittadino comune, che difficilmente si districa nei meandri delle procedure edilizie, nessuno avrebbe alzato il sopracciglio. Nella fattispecie, la curiosità non risiede tanto nell’oggetto al centro del caso, quanto nelle varie cariche che ricopre l’autore. Parliamo di un avvocato, ex consigliere comunale, deputato in Gran Consiglio e presidente della AIL Servizi SA. Insomma, Enea Petrini, della cosa pubblica, se ne occupa eccome. Ebbene, nel 2020 il legale chiede una licenza edilizia per la costruzione di una piscina esterna nel giardino della propria abitazione di Lugano. Qualche settimana fa, però, è dovuto ricorrere a una domanda di costruzione in sanatoria. Il motivo? La vasca è stata realizzata in modo diverso rispetto alla licenza edilizia di due anni prima.
Dire A e fare B
In buona sostanza, l’ubicazione della piscina era prevista nella parte destra del terreno, «disposta in modo perpendicolare al blocco principale dell’abitazione», leggiamo nella relazione tecnica. La vasca, invece, è stata realizzata parallela al blocco principale della casa, in posizione centrale rispetto all’area libera del terreno. Tradotto: ho detto che facevo A e poi ho fatto B. Niente di grave, sottolineiamo. D’altronde, stiamo parlando di una piscina. Ma a far storcere il naso ad alcuni sono stati proprio i ruoli ricoperti da Petrini, che di procedure, sia esse edilizie o di altra natura, dovrebbe essere ferrato. Da noi contattato, il granconsigliere leghista spiega che non ha commesso nessun scivolone. «Ho ottenuto la licenza edilizia e in corso d’opera ci siamo resi conto che era meglio posizionare la piscina da un’altra parte. Ho fatto un progetto, che è poi stato realizzato in modo differente. Così sono ricorso a una variante e adesso ho una bella piscina». Variante che, a norma di legge, avrebbe dovuto precedere la costruzione. E non viceversa.