Giornata intensa per PLR, PS e UDC

BERNA - Tre partiti erano in assemblea oggi, PLR, PS e UDC. L'ordine del giorno è stato intenso, basato principalmente sulle votazioni del 24 settembre. Tra le fila del Partito Liberale tuttavia a tenere banco sono stati nomi dei probabili candidati alla successione di Didier Burkhalter in Consiglio federale.
PLR boccia Previdenza vecchiaia 2020
Il Partito liberale radicale (PLR) raccomanda la bocciatura della Previdenza per la vecchiaia 2020. Riuniti in assemblea a Grenchen (SO), i delegati hanno respinto la riforma delle pensioni con 256 voti contro 5 e 4 astensioni.
Il problema del progetto Previdenza 2020, ha spiegato il capogruppo PLR alle Camere federali Ignazio Cassis, è che questo vuole potenziare l'AVS malgrado sia deficitaria. Il progetto sottoposto al voto prevede sì nuove entrate, ma le uscite crescerebbero ancora di più. La conseguenza sarà un indebitamente supplementare di diversi miliardi di franchi nei prossimi anni, ha sostenuto il ticinese. Il PLR non è comunque contrario a una riforma delle pensioni, ma solo a quella sulla quale si voterà il 24 settembre, ha detto Cassis.
La consigliera nazionale Regine Sauter (ZH) ha del resto affermato che il partito ha già un "Piano B" che consiste nel procedere a tappe non mescolando Primo e Secondo pilastro.
Durante l'assemblea, la presidente Petra Gössi ha tenuto a ringraziare il consigliere federale dimissionario Didier Burkhalter. Il ministro degli esteri "ha sempre difeso l'interesse pubblico piuttosto che gli interessi dei singoli". "Si è battuto per una politica orientata alle soluzioni", ha aggiunto la consigliera nazionale.
Circa la successione di Burkhalter, Gössi ha detto che il PLR "non si lascerà dettare il profilo del candidato dagli altri partiti". Il consigliere federale non è presente a Grenchen; il partito gli renderà ufficialmente omaggio durante una prossima assemblea dei delegati.
Il PLR ha anche deciso di approvare il Decreto federale sulla sicurezza alimentare, pure in votazione il 24 settembre. La decisione, presa ieri dalla Conferenza dei presidenti delle sezioni cantonali, è stata comunicata oggi all'Assemblea dei delegati.
UDC: sì a iniziativa contro libera circolazione
I delegati dell'UDC erano invece riuniti a Lausen (BL) e hanno dato luce verde al lancio di un'iniziativa popolare contro la libera circolazione, volta a limitare l'immigrazione.
L'accordo in tal senso con l'Unione europea (UE) va abrogato, mediante negoziati ad hoc con Bruxelles, oppure disdetto unilateralmente dalla Confederazione.
I delegati hanno votato il principio: il contenuto esatto dell'iniziativa - "iniziativa per la limitazione dell'immigrazione" - verrà deciso in un secondo tempo. Il lancio vero e proprio di questa richiesta di modifica costituzionale è previsto entro la fine dell'anno in collaborazione con l'Azione per una svizzera neutrale e indipendente (ASNI).
Un gruppo di lavoro composto di esponenti dell'UDC e dell'ASNI dovrà elaborare il testo definitivo. Il presidente del gruppo sarà l'ex consigliere nazionale democentrista Caspar Baader.
Quest'ultimo ha presentato oggi ai 354 delegati due varianti. La prima prevede la disdetta pura e semplice dell'accordo sulla libera circolazione delle persone. Questo passo dovrebbe intervenire 12 mesi dopo un eventuale sì alle urne.
La seconda variante è più articolata. Oltre a ribadire il principio della gestione autonoma dell'immigrazione, già presente nell'iniziativa contro l'immigrazione di massa accolta dal popolo nel 2014, si prevede di vietare la conclusione di nuovi accordi internazionali e l'adeguazione di trattati esistenti in contraddizione con questa regola generale. Infine si mira a preservare la libera circolazione, a condizione che l'intesa venga rinegoziata nel senso del principio della gestione autonoma dell'immigrazione. In caso contrario, la disdetta dell'accordo è prevista quale ultima ratio.
Per Baader si tratta di dare la possibilità al Consiglio federale e al Parlamento di abrogare questo accordo senza disdirlo. A suo avviso, l'Ue ha interesse a mantenere gli accordi bilaterali I, di cui fa parte quello sulla libera circolazione. Per Bruxelles, i bilaterali I sono collegati: se ne viene disdetto solo uno di essi, cadono tutti.
Il comitato direttore dell'UDC si è detto a favore delle due varianti allo scopo di presentare il testo migliore possibile. Al voto, 301 delegati hanno sostenuto questa proposta. Altri trenta delegati si sono pronunciati per la seconda variante.
Prima di pronunciarsi sulle varianti allo studio, diversi esponenti di punta dell'UDC hanno criticato la forte immigrazione che interessa la Svizzera in questo momento. Il consigliere nazionale e presidente del gruppo democentrista alle Camere federali, Adrian Amstutz (BE), ha dichiarato che le 800 mila persone immigrate in Svizzera negli ultimi dieci anni hanno causato un incremento degli investimenti e dei costi.
A suo dire, i costi generati da questa "immigrazione di massa" sono superiori ai benefici. Gli affitti non fanno che crescere, come anche i premi di cassa malattia, mentre strade e treni sono strapieni.
Il consigliere nazionale ticinese Marco Chiesa ha dichiarato che la libera circolazione ha provocato sul mercato del lavoro in Ticino dumping sociale e salariale. La forza lavoro indigena viene sostituita da lavoratori stranieri.
Lo stratega del partito, l'ex consigliere federale Christoph Blocher, ha criticato i falsi pronostici sull'immigrazione. Il problema, a suo dire, è che ai politici manca la statura per ammettere questo errore.
Per l'imprenditore zurighese, la Svizzera deve rimanere indipendente e curare le proprie relazioni di amicizia con tutti gli Stati. La Svizzera non può incatenarsi all'Ue, permettendo a quest'ultima di prendere decisioni al posto nostro.
PS: frenare concorrenza in settore sanitario
Il Partito socialista (PS) dal canto suo vuole frenare la concorrenza nel settore sanitario e diminuire il peso dei premi delle casse malati. A tale scopo, i delegati, riuniti a Friburgo, hanno adottato all'unanimità un documento con diverse rivendicazioni.
"Abbiamo bisogno di un sistema sanitario più umano, dove sono le persone ad essere in primo piano", ha detto la consigliera nazionale Barbara Gysi (SG). La privatizzazione e la concorrenza spingono i costi verso l'alto e conducono a incentivi perversi, come operazioni superflue. Un caso esemplare è la nuova politica ospedaliera che spinge gli ospedali pubblici a generare utili. Le vittime, in ultima analisi, sono i pazienti.
Per i socialisti è inoltre urgente limitare i premi delle casse malattia. Il PS propone un tetto massimo del 10% del reddito famigliare. I premi elevati non sono giustificati in quanto stanno crescendo più velocemente del costo complessivo del settore, ha detto il consigliere nazionale Angelo Barrile (ZH).
Agli occhi dei socialisti, i premi malattia finiscono per finanziare bonus per i medici che operano più del necessario. Il PS chiede pertanto una efficace strategia di qualità e controllo dei costi. Gli operatori sanitari e i pazienti andrebbero inoltre maggiormente coinvolti
Anche il consigliere federale Alain Berset ha parlato a lungo di politica sanitaria. "Bisogna garantire a tutti una assicurazione sanitaria di qualità", ha affermato. Per raggiungere tale scopo il controllo dei costi è imperativo, ha aggiunto.
Il ministro della sanità ha anche evocato il progetto di nuovo tariffario medico (Tarmed). È necessario agire in fretta altrimenti da fine anno non si disporrà più di un modello tariffale per le cure ambulatoriali, ha sostenuto.
Durante l'assemblea i delegati hanno deciso la raccomandazione di voto circa il Decreto federale sulla sicurezza alimentare. Senza voti contrari, i presenti hanno deciso senza grande entusiasmo di raccomandare il "sì" all'oggetto posto in votazione il 24 settembre.
"È un progetto poco entusiasmante", ha affermato il consigliere nazionale Beat Jens (PS/BS). Alcuni giocano però in suo favore. L'aspetto della sicurezza merita ad esempio di figurare nella Costituzione, ha affermato il basilese.
Il partito aveva già deciso in precedenza la "parola d'ordine" in merito alla Previdenza della vecchiaia 2020, pure sottoposta al voto il 24 settembre. In un voto generale, i membri del PS avevano deciso, con una maggioranza del 90,6%, di sostenere la riforma delle pensioni.