Verso il 7 aprile

Giovane e in rosa, ecco la lista del PS

Per la corsa al Gran Consiglio i socialisti presentano una squadra con il 50% di donne e il 30% di giovani - Ma non sono mancate le discussioni
Una sala gremita. (Foto Pedrazzini)
Viola Martinelli
20.01.2019 19:25

È al ritmo di «Bella ciao» che il Partito socialista ha lanciato la volata per le cantonali di aprile. Riunito a Congresso a Manno nella sala Aragonite gremita in ogni ordine di posto – sono oltre 300 i sostenitori che hanno risposto presente - il PS ha ufficializzato le liste per il Consiglio di Stato e per il Gran Consiglio. E se per salvare il seggio socialista in Governo il partito punta tutto sulla rosa composta da Manuele Bertoli, Amalia Mirante, Danilo Forini, Laura Riget e Fabrizio Sirica, per il Legislativo l'obiettivo è quello di riconfermare i 13 seggi. «I partiti di maggioranza di questo Cantone, rapaci e mai paghi, vorrebbero prendersi tutto e sono intenzionati ad escluderci dal Governo e dalla politica – ha affermato il presidente Igor Righini – mai come ora il progetto dei nostri avversari si è fatto così pressante: il nostro seggio è preteso a voce alta da PLR e UDC, ma noi oggi siamo più che mai determinati a resistere e batterci per confermare il nostro seggio in Consiglio di Stato e per rafforzare la nostra forza in Gran Consiglio. La presenza del PS nelle istituzioni cantonali è indispensabile perché altrimenti la voce di tutte le persone che chiedono un’azione politica nell’interesse collettivo verrebbe soffocata». Ed è proprio con lo slogan “Siamo la vostra voce” che il PS si è lanciato nella campagna in vista del 7 aprile, consapevole che «nei prossimi mesi ci attende una dura battaglia – ha aggiunto Righini – ma siamo determinati ad affrontarla». Per farlo, il PS ha presentato una lista per il Gran Consiglio composta «dal 50% di donne e dal 30% di giovani con meno di 35 anni», ha spiegato il presidente rimarcando come “noi siamo riusciti laddove gli altri partiti di Governo hanno fallito e, alla propaganda di una maggior rappresentanza di donne e giovani, non hanno saputo far seguire i fatti”. Lanciando poi una frecciata a quelle forze politiche «che guardano più alle cadreghe che al benessere delle persone» Righini ha chiamato a raccolta i sostenitori del PS: «Convinciamo i ticinesi, uno ad uno, della necessità del nostro partito. Innalziamo assieme il canto della resistenza e mettiamoci al lavoro», ha tuonato Righini mettendosi in testa un caschetto da operaio, rigorosamente di un rosso acceso, e sbandierando la bandiera del PS. Un gesto questo che ha scatenato un fragoroso applauso dalla sala.

I giovani in rivolta

Ma la lista per il Gran Consiglio non ha mancato di sollevare un’accesa discussione. Sì perché al momento di esprimersi si una modifica degli statuti che prevede di «limitare la durata dei mandati politici a tre legislature per singolo organo a livello cantonale o federale», gli animi in sala si sono scaldati. In particolare, il deputato Carlo Lepori ha invitato i presenti a rimandare la trattanda non solo poiché «la modifica interesserebbe solo un deputato oggi in lista» (ndr. Raoul Ghisletta), ma anche perché «procedere con questo passo rischierebbe di minare il partito. Posticipiamo la discussione al prossimo Congresso altrimenti, se accolta, la modifica imporrebbe di stralciare questo candidato dalla lista per il Parlamento e presentare così 89 nomi». Un invito questo che non è piaciuto ai giovani Aramis Gianini e Giulio Bozzini, che avevano promosso la proposta. «Si parla di modificare gli statuti da anni ma la direzione non ha mai avuto il coraggio di portare il tema in Congresso - ha affermato Gianini - smettiamola di osannare i giovani solo quando ci fa comodo. A cosa servono i giovani se non a portare nuova linfa». Al momento di votare il rinvio della proposta, un clamoroso voto in parità ha però bloccato i lavori per una decina di minuti mentre la direzione cercava di capire cosa prevedono gli statuti in simili situazioni. Sciolti i nodi e riaperta la discussione, si è così deciso di rivotare. E qui l’esito non ha lasciato spazio ai dubbi: con 129 voti favorevoli e 50 contrari, la maggioranza ha incaricato la direzione di presentare, per il prossimo Congresso, una modifica degli statuti.

«Piedi al caldo? Non abbiamo fatto voto di povertà»

Chiusa la parentesi sulla rielezione in Gran Consiglio, nel suo intervento il consigliere di Stato Manuele Bertoli ha voluto mettere in guardia i candidati in corsa. «Vi diranno che tra destra e sinistra ormai non c’è più differenza, che sono categorie superate e da rottamare. Ma da rottamare un corno. Perché tra chi agisce per il bene di tutti e chi invece crede nella competizione senza occuparsi di chi perde la differenza c’è ed è di peso». Puntando il dito contro «quel settimanale che non sa portare argomenti di merito e che di conseguenza si limita a squalificare le persone definendoci come un partito con la puzza sotto il naso”, il consigliere di Stato ha poi invitato i partiti di destra e del centro “a non spiegarci come fare i socialisti. Di lezioncine non richieste non ne abbiamo bisogno». Per poi concludere: «Cari candidati, vi diranno che è troppo comodo essere di sinistra ma poi avere i piedi al caldo. Personalmente non so come stanno i vostri piedi ma vi invito a ricordare a queste persone che c’è una differenza tra socialismo e francescanesimo. Nessuno di noi ha fatto voto di povertà ma ci impegniamo affinché ognuno possa avere una vita dignitosa».

Salario minimo, serve un colpo di gas

E a mente del PS, conditio sine qua non per avere una vita dignitosa è poter godere di un salario minimo adeguato. «Salute, reddito e pari opportunità per tutti sono le premesse per garantire prosperità e benessere a un paese. Oggi in Ticino, siamo ben lontani da questa situazione», ha affermato il capogruppo in Gran Consiglio Ivo Durisch. «Purtroppo, a bloccare misure a sostegno della qualità di vita della popolazione ticinese è spesso anche il Parlamento. Un esempio fra tutti è il salario minimo che giace in Commissione da più di due anni. La proposta del Governo di riconoscere un salario minimo di 18,75 franchi all’ora non corrisponde sicuramente a un salario dignitoso. Noi non siamo disposti a scendere sotto i 20 franchi all’ora, farlo significherebbe rendere il Ticino fanalino di coda della Svizzera. Già lo siamo per povertà, salario mediano e inquinamento. Volerlo diventare anche con il salario minimo non è accettabile». Ripercorrendo poi i tagli effettuati da Governo e Parlamento in ambito sociale, Durisch ha ribadito come «una presenza socialista nei due livelli istituzionali è indispensabile».

Ada Marra: “Ticinesi, svegliatevi”

E in attesa di sapere se il PS supererà l’esame delle urne il 7 aprile, ieri a Manno il Congresso ha lanciato uno sguardo ai temi che gli stanno a cuore. Intervenendo dal palco, la consigliera nazionale e presidente della Camera bassa Marina Carobbio ha ricordato come «ho deciso di presiedere i lavori in italiano. Questo per dare il giusto riconoscimento alla lingua italiana ma anche dar voce alle minoranze e a chi voce non ce l’ha. Non c’è democrazia senza coesione sociale. E questa si ottiene combattendo le crescenti diseguaglianze, garantendo salari e lavori dignitosi e impegnandosi per alloggi e una sanità accessibile a tutti». Temi questi che rappresentano i pilastri del programma del Partito socialista che intende però puntare anche alla salvaguardia dell’ambiente. «Le recenti manifestazioni studentesche a favore del clima rappresentano un chiaro segnale che è giunto il momento di agire con urgenza per salvare il nostro ambiente. Le promesse e le buone intenzioni non sono sufficienti», ha aggiunto Carobbio. Ma da Berna è arrivata anche la consigliera nazionale e vicepresidente del PS nazionale Ada Marra che, nel suo intervento, ha invitato i ticinesi a “svegliarsi”. “Dopo anni di Governo a maggioranza relativa di destra c’è forse meno disoccupazione? C’è meno precarietà nel mercato del lavoro? La risposta è semplice. E io mi chiedo: come si fa a credere che un partito che utilizza slogan come ‘’Prima i nostri’’, che pensa prima ai propri interessi, possa fare il bene del cittadino?». La parlamentare ha poi passato in rassegna le diverse forze politiche, senza risparmiare critiche. «Il PLR pensa agli affaristi, alle banche. L’UDC e la Lega pensano anch’esse agli affaristi ma nel contempo vogliono indebolire lo Stato e i servizi pubblici. Mentre il PPD... il PPD non sanno più nemmeno loro chi sono». In una simile costellazione «il PS rimane il solo partito che pensa a chi non riesce ad arrivare a fine mese, a chi tira la cinghia per poter pagare la cassa malati. È a loro che si rivolge la nostra azione politica».

LA LISTA DEI CANDIDATI AL GRAN CONSIGLIO

Mendrisiotto
Renata Barella, Elia Bernardi, Anna Biscossa, Antonia Boschetti, Damiana Chiesa Girola, Giada Crivelli, Marco D’Erchie, Ivo Durisch, Amalia Frigerio, Andrea Ghisletta, Lorena Gianolli, Cristina Marazzi Savoldelli, Anna Maria Patullo, Angela Plebani Zappa, Emilio Rinaldi, Martino Rinaldi e Omar Trapletti.

Luganese
Nangbayade Aharh, Simona Andreoli, Claudio Bernasconi, Walter Bossalini, Simona Buri, Mioara Carrara, Simone Cattaneo, Linda Cortesi, Nicola Corti, Marta David, Mattea David, Barbara Di Marco, Luca Diviani, Mirko D’Urso, Francesca Felix, Alan Franzoni, Raoul Ghisletta, Carlo Lepori, Daria Lepori, Tatiana Lurati Grassi, Tessa Prati, Marilena Ranzi-Antognoli, Beatrice Reimann, Elena Rezzonico, Francesco Rinaldi, Gaia Ronchetti, Silvia Rossi, Gioele Rusconi, Flavio Serrano, Hélène Viviani-Belli, Filippo Zanetti e Carlo Zoppi.

Locarnese e Valle Maggia
Donata Caglioni Naiaretti, Rosanna Camponovo-Canetti, Augusto Canonica, Daniele Cavalli, José Cavalli, Marisa Filipponi, Fabrizio Garbani Nerini, Sonja Giussani-Gotti, Oriana Hirt, Nancy Lunghi, Carolina Marcacci Rossi-Burckhardt, Matteo Piatti, Daniela Pugno-Ghirlanda, Barbara Anna Sala, Damiano Selcioni, Fabrizio Sirica, Santiago Storelli e Bruno Storni.

Bellinzonese
Henrik Bang, Luciano Bolis, Lorenzo Bondolfi, Marzio Conti, Gabriele Del Don, Danilo Forini, Martina Malacrida Nembrini, Angelo Mordasini, Annamaria Mordasini, Ruben Notari, Melissa Parolini, Laura Riget, Corinne Sala, Daniela Sgarbi Sciolli e Vittorio Silacci.

Tre Valli
Wongsathorn Citino, José Del Romano, Isabella Fajetti Zanni, Lydia Joray, Luigina La Mantia, Giotto Roberti, Filippo Rodoni e Eukene Tognali.