Ticino

Giustizia e autonomia finanziaria: la proposta per il Tribunale d’appello

Il Consiglio di Stato suggerisce di adottare il modello dell’Unità amministrativa autonoma, con un budget e un mandato di prestazione - Il progetto pilota dovrebbe coinvolgere l’autorità giudiziaria dal 2027: «Potremo testare il sistema in modo da valutarne impatto e benefici»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
19.08.2025 06:00

Figurava in cima alle priorità della risoluzione votata dal Gran Consiglio lo scorso autunno, e lo stesso Governo aveva in seguito chiarito di non avere «preclusioni di sorta ad affrontare il tema». Ora, però, sulla proposta di garantire una maggiore autonomia finanziaria alla Magistratura ticinese si passa dalle parole ai fatti. Sì, perché a breve - e più precisamente dal 2027 - potrebbe partire un progetto pilota che vedrebbe al centro il Tribunale d’appello (TA). In particolare, sfruttando la Legge del 2015 sul finanziamento tramite il budget globale e il mandato di prestazione delle unità amministrative autonome (LUAA), si potrebbe dotare il Tribunale di un proprio budget.

Ripetuti appelli

L’importanza per il potere giudiziario di poter disporre di una propria autonomia finanziaria era stata ribadita ancora di recente, in occasione del rendiconto 2024 del Tribunale d’appello. In quell’occasione, lo ricordiamo, il presidente Giovan Maria Tattarletti aveva in effetti spiegato come «per poter adempiere il loro compito di dispensare la giustizia in piena indipendenza, i tribunali non solo devono essere protetti dall’influenza politica nella loro attività giudicante, ma devono anche essere dotati delle risorse necessarie». E ancora: «La qualità della Giustizia diminuisce e la sua indipendenza viene messa in discussione se viene privata delle risorse necessarie». In Ticino, però, le autorità giudiziarie non hanno alcuna autonomia in questo campo: «Non hanno risorse finanziarie neppure per piccole cose, come la copertura delle spese di formazione, di rappresentanza o per l’acquisto di libri». Di conseguenza, diceva Tattarletti, è «da salutare» positivamente il fatto che la Commissione giustizia e diritti - e poi il Parlamento - «abbia espressamente posto come obiettivo quello dell’autonomia finanziaria, gestionale e amministrativa della Giustizia». Proprio il Gran Consiglio, in ottobre, aveva approvato una risoluzione della Commissione Giustizia e diritti che, tra i vari punti, sottolineava proprio la necessità che il tema venisse «affrontato subito» e che il Governo presentasse entro l’estate un messaggio per «creare la necessaria base legale costituzionale». E qualcosa, in effetti, si è mosso.

Come funziona

In una missiva datata a inizio agosto, il Consiglio di Stato ha scritto al Tribunale d’appello proponendo una prima soluzione concreta. Nella lettera, l’Esecutivo tiene innanzitutto a ricordare che «tra gli indirizzi strategici definiti dal Governo figura anche a medio termine, l’autonomia amministrativa e finanziaria della Giustizia, previo riordino dell’ordinamento giudiziario cantonale». A questo proposito, viene spiegato che il Tribunale di appello, per il tramite del suo presidente Tattarletti «ha espresso un significativo interesse nel merito della tematica dell’autonomia amministrativa e finanziaria della Giustizia – in modo più marcato rispetto ad altre Autorità giudiziarie – sia negli scambi regolari con la Divisione della giustizia sia all’attenzione della Commissione giustizia e diritti del Gran Consiglio». Alla luce di ciò, il Dipartimento delle istituzioni e la Divisione della giustizia hanno quindi proseguito con i relativi approfondimenti. Ed ecco l’idea. Anziché mettere a punto una legge nuova, si è deciso – almeno in prima battuta - di far capo a una norma già esistente. Il Ticino, come detto, si è dotato nel 2015 della Legge sul finanziamento tramite il budget globale e il mandato di prestazione delle unità amministrative autonome (LUAA). Ebbene, «in applicazione dell’articolo 1 capoverso 2, il Governo reputa che il Tribunale di appello possa aderire a questo modello finanziario». Un modello che prevede un budget globale corredato da un mandato di prestazione. Questo cambiamento, viene sottolineato dal Governo, secondo le prime valutazioni sarebbe ipotizzabile già a partire dal Preventivo 2027. Del resto, il progetto pilota al quale prenderebbe parte il TA viene già applicato ad altre realtà del Cantone. «Lo statuto di Unità amministrativa autonoma - si spiega nel documento - è conosciuto in altri settori dell’Amministrazione cantonale (citiamo a titolo d’esempio, anche in termini di dimensioni, il Centro sistemi informativi del Dipartimento delle finanze e dell’economia e l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale del Dipartimento della sanità e della socialità)».

Solo un primo passo?

Il Consiglio di Stato riconosce che lo statuto di Unità amministrativa autonoma non sia stato pensato per la Magistratura. «Ma reputiamo che promuovere un progetto pilota con il Tribunale di appello, avrebbe il grande pregio di testare a corto termine tale sistema presso la vostra Autorità giudiziaria, in modo da testare lo stesso, valutarne l’impatto e misurandone i benefici nell’ottica della sua estensione declinata alla Magistratura». Insomma, quello al TA dovrebbe essere solo un primo passo prima di procedere con le altre autorità giudiziarie. Anche perché, chiarisce l’Esecutivo, «riteniamo che un’estensione (al resto del terzo potere, ndr) debba essere valutata e approfondita sulla scorta di un raffronto intercantonale e considerando in particolare le peculiarità organizzative del nostro ordinamento giudiziario e dell’amministrazione dello Stato». Musica del futuro, parrebbe quindi di capire. Intanto, però, una prima proposta concreta è giunta negli scorsi giorni sul tavolo del Tribunale d’Appello, chiamato ora a dare un proprio parere.