Gli americani fuori dal trattato sulle armi nucleari

WASHINGTON/BRUXELLES/BERNA (aggiornata alle 18.17) - Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dallo storico trattato INF sulle armi nucleari firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov nel 1987 e che pose fine alla Guerra Fredda. Pompeo ha motivato la decisione affermando che «la Russia ha violato per anni senza scrupoli il trattato sulle armi nucleari e non ha mostrato alcun serio impegno nel volerlo rispettare». «Gli Stati Uniti hanno fatto di tutto per preservare questo trattato ma la Russia ha messo e mette a rischio gli interessi degli Stati Uniti sul fronte della sicurezza. Per questo non possiamo più essere vincolati da un accordo mentre la Russia lo viola in maniera vergognosa», ha aggiunto Pompeo che ha pure precisato: «Siamo ancora pronti e disponibili a impegnare Mosca sul fronte del controllo delle armi nucleari».
La presa di posizione della NATO
«Se la Russia non onora i suoi obblighi del Trattato INF attraverso la distruzione verificabile di tutti i suoi sistemi missilistici 9M729, ritornando così alla piena e verificabile conformità prima che il ritiro degli Stati Uniti entri in vigore tra sei mesi, la Russia si assumerà la piena responsabilità della fine del trattato», è stato invece detto tramite un comunicato dalla NATO a Bruxelles, dove si trova la sua sede centrale. «La NATO continua a monitorare da vicino le implicazioni per la sicurezza dei missili a raggio intermedio della Russia e continuerà a prendere i provvedimenti necessari per garantire la credibilità e l’efficacia della posizione di deterrenza e difesa generale dell’Alleanza. Continueremo le nostre consultazioni regolari per garantire la nostra sicurezza collettiva. Gli alleati sono fermamente impegnati a preservare l’effettivo controllo internazionale delle armi, il disarmo e la non proliferazione. Pertanto, continueremo a sostenere e rafforzare ulteriormente il controllo degli armamenti, il disarmo e la non proliferazione, come elemento chiave della sicurezza euro-atlantica, tenendo conto del contesto di sicurezza prevalente. Quanto alla Russia, continuiamo ad aspirare ad una relazione costruttiva con Mosca».
La reazione di Berna
«Una nuova corsa al riarmo nucleare è contraria agli interessi di chiunque». È quanto si legge in una nota odierna del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in cui si invitano Russia e Stati Uniti ad accordarsi, nel periodo transitorio di sei mesi, per salvaguardare il trattato sulle forze nucleari a medio raggio, considerato dal nostro governo come «uno strumento centrale per la sicurezza in Europa». Il DFAE «deplora il fatto che le parti contraenti non siano riuscite a trovare una soluzione consensuale per impedire la denuncia del Trattato INF». Inoltre, il DFAE invita tutte le nazioni a non denunciare i trattati di controllo degli armamenti vigenti e a impegnarsi per impedire ulteriori riarmi e proliferazioni. Ricordiamo che il Consiglio federale, su insistenza del Parlamento, lo scorso mese di dicembre era stato invitato a firmare al più presto il trattato sulla proibizione delle armi nucleari firmato finora da 67 Paesi e ratificato da 19. Il trattato in questione era stato negoziato in seno all’ONU nel 2017 ma tutti gli Stati che hanno armi nucleari e la maggior parte dei loro alleati si erano tenuti in disparte durante le trattative.
L’accordo firmato da Reagan e Gorbaciov
Il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) è stato siglato a Washington l’8 dicembre del 1987 dal presidente statunitense Ronald Reagan e dal segretario generale del partito comunista dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov. Il trattato è stato il primo frutto del cambio al vertice dell’Unione sovietica e aveva messo la parola fine ai cosiddetti euromissili, ossia imissili nucleari a raggio intermedio schierati da USA e URSS sul territorio europeo, nella fattispecie prima gli SS-20 sovietici e in seguito quelli americani IRBM Pershing-2 e quelli cruise da crociera BGM-109 Tomahawk.