Francia

Glucksmann con il «Fronte popolare» della sinistra

«Per me l'unica cosa che conta è che il Rassemblement National (RN) non vinca queste elezioni e non governi questo Paese»
© KEYSTONE (AP Photo/Lewis Joly)
Ats
14.06.2024 11:15

Raphael Glucksmann, che alle elezioni europee in Francia ha rilanciato il Partito socialista con il suo movimento Place Publique arrivando terzo dietro l'estrema destra di Marine Le Pen e Renaissance di Emmanuel Macron, sostiene «l'unione della sinistra».

«Per me - ha detto stamattina ai microfoni di France Inter - l'unica cosa che conta è che il Rassemblement National (RN) non vinca queste elezioni e non governi questo Paese. L'unico modo di farlo è che ci sia un'unione di sinistra».

Glucksmann afferma che «Jean-Luc Mélenchon non sarà il candidato premier della sinistra», che ha bisogno al contrario «di una figura consensuale e non divisiva».

«Ottenute garanzie su Ucraina e antisemitismo»

Il leader di Place Publique ha spiegato che la sua decisione fa seguito alle garanzie su condizioni come il sostegno all'Ucraina e la condanna dell'antisemitismo «ottenute» dalle forze che fanno parte della coalizione e in particolare da La France Insoumise, i radicali di sinistra di Jean-Luc Mélenchon.

«E' stata dura, è stato un rapporto di forze ideologico», ha detto Glucksmann enumerando poi alcune delle condizioni che aveva posto e che sono state soddisfatte: fra queste «un impegno estremamente chiaro sulle forniture di armi all'Ucraina, sulle frontiere dell'Ucraina, sul sostegno irriducibile alla resistenza ucraina, sul sostegno alla costruzione europea. E che gli attacchi del 7 ottobre siano definiti massacri terroristici e chiaramente 'terroristici', un impegno chiaro nella lotta contro l'antisemitismo, nella lotta contro lo svilimento del dibattito pubblico».

«Macron apre la strada all'estrema destra»

Raphael Glucksmann ha inoltre attaccato Emmanuel Macron per «lo sbaglio enorme» di aver «sprofondato la Francia nel caos» convocando le elezioni legislative anticipate del 30 giugno e del 7 luglio.

«La verità - ha detto Glucksmann ai microfoni di France Inter - è che lui ha aperto la strada del potere, nel nostro paese, all'estrema destra. Questo presidente - ha aggiunto - gioca con le istituzioni come si gioca a poker».

Marine Le Pen

Marine Le Pen, dal canto suo, promette un «governo di unione nazionale», in caso di vittoria del Rassemblement National alle elezioni politiche anticipate del 30 giugno e del 7 luglio in Francia. In missione nel suo feudo elettorale di Hénin-Beaumont, nel nord della Francia, Le Pen ha inoltre evocato «una grande speranza per decine di milioni di francesi».

A tre settimane dalle elezioni anticipate, l'esponente di estrema destra tuona contro ''tutte le idee folli e gli eccessi che caratterizzano (...) una estrema sinistra radicale e violenta che oltraggia le libertà individuali e pubbliche''.

«È il vero tema di questa elezione'', ha puntualizzato Le Pen, che ha ceduto le redini del partito al suo delfino di origini italiane, Jordan Bardella. Mentre il Rassemblement National continua ad avere il vento in poppa nei sondaggi in vista del voto.

Marine Le Pen accusa il presidente francese, Emmanuel Macron, di ''violare lo spirito e la lettera della costituzione'' della Francia. Un riferimento, in particolare, alla conferenza stampa che Macron ha convocato mercoledì scorso, ritenuta da Le Pen una manovra ''elettorale'' organizzata dal suo partito Renaissance.

''Non è il presidente di tutti i francesi'', ma solo ''del suo campo'', ha tuonato Le Pen, secondo la quale il presidente ''rovina enormemente la democrazia''.

Negli studi di BFMTV, il senatore macroniano, François Patriat, difende invece la conferenza stampa di Macron, ''in un momento così importante'' e con ''tali rischi'' per la République. Il senatore si interroga sui legami tra il Rassemblement National e la Russia: ''Mi chiedo perché il signor Putin faccia così tante ingerenze e azioni affinché la signora Le Pen vinca in Francia?''

''Sentire Marine Le Pen pretendere che il presidente violerebbe la costituzione è come il bue che dà del cornuto all'asino«, ribatte da parte sua il ministro della Giustizia, Éric Dupond-Moretti, criticando in un messaggio pubblicato su X il referendum sull'immigrazione previsto dal Rassemblement National in caso di vittoria nelle elezioni politiche anticipate convocate da Macron per fine giugno e inizio luglio.