«Hamas con bandiere dell'Isis»

Hamas ha portato bandiere dell'Isis nell'attacco ai kibbutz di sabato scorso. Lo ha fatto sapere un portavoce dell'esercito israeliano, citando in particolare il kibbutz di Sufa.
Il portavoce militare Daniel Hagari ha precisato che in uno scontro a fuoco avvenuto ai bordi della linea di demarcazione con la striscia di Gaza «12 terroristi sono stati uccisi e altri 14 sono stati fatti prigionieri». Alcuni di loro avevano bandiere dell'Isis, secondo Hagari. «Hamas è come l'Isis», ha ripetuto più volte citando anche una espressione in merito del presidente Usa Joe Biden.
Il governo britannico ha intanto avviato un'evacuazione temporanea dei familiari dei suoi diplomatici in Israele come «misura precauzionale» di fronte all'intensificarsi del conflitto fra lo Stato e ebraico e Hamas, il movimento palestinese che controlla la Striscia di Gaza. Lo ha reso noto nelle ultime ore il Foreign Office.
Le sedi diplomatiche del Regno Unito restano tuttavia pienamente operative, con la presenza di tutto il personale che vi lavora, per «garantire i servizi consolari e dare assistenza a chi lo richieda», ha precisato il ministero degli Esteri da Londra. In Israele vivono numerosi britannici, soprattutto cittadini israeliani con passaporto anche britannico e legami familiari nel Regno Unito.
Il conflitto in corso tra Hamas e Israele «non ha avuto un impatto diretto sui flussi petroliferi» e la «prospettiva» di un rischio sugli approvvigionamenti di petrolio resta «attualmente limitato»: è quanto afferma l'Agenzia Internazionale dell'Energia (Aie). Secondo l'organismo, «non c'è stato alcun impatto diretto sull'offerta fisica (di petrolio)», ma «i mercati resteranno vigili a seconda dell'evolversi della crisi». Nel suo rapporto mensile, l'Aie si dice «pronta ad agire se necessario per garantire che i mercati abbiano forniture sufficienti».
«Nessun nuovo ordine a livello regionale può essere stabilito senza considerare i diritti dei palestinesi», ha dal canto suo affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi in una conversazione telefonica con l'omologo siriano Bashar al-Assad. Durante il colloquio, il presidente della Repubblica islamica ha criticato i Paesi che hanno normalizzato le relazioni con Israele.
Secondo quanto riporta Irna, Assad ha affermato che le recenti vittorie del movimento di resistenza contro i sionisti ha provato che Israele è molto più debole di quanto appaia e ha sottolineato la necessità di una posizione unita per sostenere i palestinesi.