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Herzog: «Il rilascio degli ostaggi dipende dalla cattura di Yahya Sinwar»

Tensioni all'ONU: «Per gli USA la risoluzione su Gaza non è vincolante» – Israele ha ritirato la delegazione alle trattative in corso a Doha – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Herzog: «Il rilascio degli ostaggi dipende dalla cattura di Yahya Sinwar»
Red. Online
26.03.2024 06:35
20:57
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Gelo sui negoziati a Doha, Netanyahu ritira Israele

Sui negoziati per Gaza in Qatar è sceso il gelo. Anzi, di fatto sembrano siano saltati del tutto, visto che il premier Benjamin Netanyahu ha ritirato la delegazione israeliana a Doha. I motivi, secondo lo Stato ebraico, risiedono non solo nelle richieste ribadite da Hamas al tavolo delle trattative, ma anche nella risoluzione sull'immediato cessate il fuoco nella Striscia e il rilascio degli ostaggi approvata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu con l'astensione - la prima volta in assoluto - degli Usa.

Per questo il team guidato dal capo del Mossad David Barnea ha lasciato il tavolo negoziale, anche se il Qatar ha negato che i colloqui siano definitivamente morti e una fonte israeliana ha riferito che i tecnici della delegazione sono ancora lì.

La mossa di Israele è seguita alla presa di posizione di Hamas poche ore dopo il voto all'Onu. La fazione islamica ha fatto sapere di aver informato i mediatori che «il movimento si attiene alla sua visione presentata il 14 marzo, perché l'occupazione non ha risposto a nessuna delle richieste fondamentali». Tra queste ha confermato «un cessate il fuoco completo, il ritiro totale dalla Striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri».

«La posizione di Hamas - ha attaccato l'ufficio di Netanyahu - dimostra in maniera chiara che non è interessata a continuare le trattative e rappresenta una prova dolorosa dei danni causati dalla decisione del Consiglio di sicurezza». Gli Usa hanno contestato questa ricostruzione definendola - secondo il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller - «inaccurata sotto ogni aspetto». Ma l'ufficio del premier ha insistito che «Israele non si arrenderà alle richieste strampalate di Hamas e continuerà ad agire per raggiungere gli obiettivi della guerra».

Non a caso il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, che si trova negli Usa anche in relazione all'annunciata offensiva a Rafah ha subito avvertito il segretario di Stato Antony Blinken che «Israele non cesserà di operare a Gaza fino al ritorno degli ostaggi: solo una vittoria decisiva porterà alla fine della guerra». È stato il segretario alla Difesa Lloyd Austin a ribattere a Gallant e a ribadire che a Gaza «il numero delle vittime civili è troppo alto e la quantità di aiuti umanitari è troppo bassa».

Nella ragnatela diplomatica tessuta da Hamas, intanto, il leader della fazione islamica Ismail Haniyeh è andato a Teheran per incontrare il suo maggiore alleato, l'Iran. E ha rivendicato il documento approvato all'Onu: «Nonostante sia arrivato tardi e ci potrebbero essere delle lacune da colmare, la risoluzione indica che l'occupazione di Israele sta subendo un isolamento politico senza precedenti», ha dichiarato con apparente soddisfazione. La risoluzione, ha continuato, mostra inoltre che gli Usa non sono più in grado di imporre la loro volontà alla comunità internazionale ed è «un segno della resistenza unica del popolo palestinese».

Al 172esimo giorno di guerra intanto, l'Onu ha insistito sull'ingresso di aiuti a pieno ritmo, vista la drammatica situazione. Hamas ha chiesto la fine dei lanci dei soccorsi dagli aerei e l'apertura di accessi terrestri per i convogli umanitari: secondo le autorità locali, nel tentativo di recuperare i pacchi sono morte 18 persone, di cui 12 annegate in mare e altre 6 in incidenti legati all'atterraggio degli aiuti paracadutati. Mentre la Mezzaluna rossa ha annunciato che l'ospedale al-Amal di Khan Yunis, nel sud della Striscia, ha «smesso di operare» dopo che le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno «evacuato la struttura e bloccato gli ingressi».

Israele ha invece confermato la morte di Marwan Issa, il numero delle Brigate Qassam, ala militare di Hamas, centrato lo scorso 11 marzo in un bunker a Nesseirat nel centro della Striscia. E non si attenua la tensione con il Libano: dopo il lancio di razzi da parte degli Hezbollah, l'Idf ha di nuovo colpito «nel profondo» del territorio libanese obiettivi del Partito di Dio.

20:47
20:47
12 morti in un raid in un campo di sfollati a Gaza

Il ministero della Sanità di Hamas, che gestisce la Striscia di Gaza, ha reso noto che 12 persone sono state uccise in un raid israeliano in un campo per sfollati nella Striscia.

Il ministero della Sanità di Hamas ha riferito che tra i 12 morti nel raid israeliano che ha colpito una tenda di una famiglia sfollata a Khan Younes, nel sud della Striscia di Gaza, ci sono anche dei bambini.

20:02
20:02
Israele conferma: Issa delle Brigate Qassam è morto

L'esercito israeliano ha confermato l'uccisione di Marwan Issa, il numero 2 delle Brigate Qassam, ala militare di Hamas. Lo ha fatto sapere il portavoce militare Daniel Hagari. «Abbiamo concluso tutte le prove - ha sottolineato - e possiamo dire che è stato eliminato».

Issa - la cui sorte è stata a lungo incerta ma che gli USA nei giorni scorsi avevano dato per morto - è stato colpito in un raid mirato lo scorso 11 marzo mentre si trovava in un bunker a Nusseirat, nel centro della Striscia.

19:36
19:36
Ex ostaggio al NYT: «Violentata dai miei carcerieri a Gaza»

Picchiata e violentata dal suo carceriere sotto la minaccia di una pistola. Amit Soussana, avvocata israeliana di 40 anni, è la prima donna ex ostaggio di Hamas a raccontare pubblicamente - in un'intervista al New York Times - le violenze sessuali subite durante i 55 giorni di prigionia a Gaza.

La donna, rapita il 7 ottobre, ha raccontato di essere stata inizialmente tenuta da sola nella camera da letto di un bambino, con le catene alla caviglia. Il suo carceriere, che si faceva chiamare Muhammad, ha cominciato prima a farle domande sulla sua vita sessuale. Poi, attorno al 24 ottobre, l'ha assalita approfittando di un momento in cui lei era in bagno senza le catene. «È venuto verso di me e mi ha puntato la pistola alla fronte», ha ricordato Soussana nelle otto ore di intervista concessa al New York Times a metà marzo. Dopo averla picchiata e trascinata nella cameretta con i personaggi dei cartoni animati alle pareti, «con la pistola puntata contro di me, mi ha costretto a commettere un atto sessuale su di lui».

Il quotidiano americano riferisce che il lungo racconto di Amit Soussana è coerente con quanto l'avvocata aveva detto ai medici e a un assistente sociale subito dopo il suo rilascio, avvenuto il 30 novembre nell'ambito del primo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele. Il Nyt ha garantito di non rivelarne i dettagli.

Il 4 marzo scorso l'Onu ha pubblicato un rapporto in cui definiva «chiare e convincenti» le informazioni sugli stupri e le violenze di gruppo compiuti da Hamas durante l'attacco ai kibbutz del 7 ottobre e contro gli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza.

19:09
19:09
Gallant a Austin: «Unire i nostri sforzi su ostaggi e Hamas»

«I negoziati sugli ostaggi e le posizioni di Hamas ci impongono di unire i nostri sforzi militari e diplomatici e di aumentare la pressione» sulla fazione islamica. Lo ha detto il ministro della difesa israeliana Yoav Gallant nell'incontro negli Usa con il suo omologo americano Lloyd Austin.

Gallant - secondo una nota diffusa in Israele - ha anche sollevato questioni strategiche, sottolineando «l'importante cooperazione tra le istituzioni della difesa israeliane e statunitensi per garantire il vantaggio militare qualitativo di Israele nella regione».

18:47
18:47
Dall'attacco di Hamas YouTube ha rimosso più di 95 mila video

«Fino all'8 gennaio 2024, in seguito all'attacco terroristico di Hamas in Israele e all'escalation del conflitto in corso in Israele e a Gaza, YouTube ha rimosso oltre 95'000 video, chiuso più di 4500 canali e cancellato oltre 70 milioni di commenti in tutto il mondo». È quanto si evince dal terzo rapporto di Google presentato all'Ue per dettagliare le misure prese in un'ottica di contrasto della disinformazione online.

18:42
18:42
Austin a Gallant: troppo alto il numero delle vittime a Gaza

«A Gaza oggi il numero delle vittime civili è troppo alto e la quantità di aiuti umanitari è troppo bassa»: lo ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin all'inizio dell'incontro col suo omologo israeliano Yoav Gallant. Il segretario alla difesa Usa ha aggiunto che il colloquio verterà sulle alternative per colpire Hamas a Rafah senza una vasta operazione di terra.

18:39
18:39
Delegazione israeliana al Cairo per colloqui

Una delegazione israeliana di alto livello è arrivata nel tardo pomeriggio al Cairo. La delegazione - riferiscono fonti informate - è giunta a bordo di un aereo privato da Tel Aviv ed è stata ricevuta alla base dell'aeroporto militare del Cairo Est, da dove è stata scortata dagli uomini dell'intelligence alla sede dei colloqui.

Oggi al Cairo c'era anche una delegazione di Fatah.

18:18
18:18
Sondaggio: il 57% degli israeliani boccia Netanyahu dopo il 7 ottobre

La maggioranza degli israeliani ritiene che le prestazioni del premier Benjamin Netanyahu dal 7 ottobre in poi siano state scadenti rispetto a quelle di altri esponenti israeliani. Lo ha rivelato un sondaggio condotto dall'Istituto per la democrazia israeliana secondo cui il 57% del campione indica le prestazioni del premier come «povere o molto povere» mentre solo «il 28%» le ritiene «buone o eccellenti» e il 14% «così così».

Al contrario il capo di stato maggiore Herzi Halevi è stato scelto dal 48% del campione per le «buone» prestazioni, seguito dal ministro della Difesa Yoav Gallant al 40% e dal ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz al 34%. Lo stesso campione ha bocciato al 61% le prestazioni dei leader di destra radicale Itamar Ben Gvir e al 64% quelle del suo alleato Bezalel Smotrich.

16:53
16:53
L'ospedale al-Amal ha smesso di operare

La Mezzaluna Rossa ha fatto sapere che l'ospedale al-Amal di Khan Yunis, nel sud della Striscia, ha «smesso di operare» dopo che le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno «evacuato la struttura e bloccato gli ingressi».

L'organizzazione palestinese su X (ex Twitter) ha espresso «disappunto per il fatto che l'ospedale sia stato messo fuori servizio dopo che la comunità internazionale non è riuscita a fornire la protezione necessaria al proprio personale, ai pazienti e agli sfollati».

L'esercito israeliano ha più volte spiegato di aver cominciato ad operare nella struttura «sulla base di informazioni precise di intelligence» che indicano la presenza di «terroristi sul posto».

16:50
16:50
Il leader di Hamas Haniyeh incontra Khamenei a Teheran

Il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha incontrato a Teheran la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei. «La Repubblica islamica dell'Iran non esiterà a sostenere la causa della Palestina e del popolo oppresso e forte di Gaza», ha affermato Khamenei durante l'incontro, come riporta la tv di Stato iraniana, aggiungendo che «la pazienza storica del popolo di Gaza di fronte ai crimini e alla barbarie del regime sionista, totalmente sostenuto dall'Occidente, è un grande fenomeno che ha trasformato la questione palestinese in una priorità a livello globale».

Durante l'incontro, Khamenei ha omaggiato Saleh al-Arouri, importante leader di Hamas ucciso il 2 gennaio a Beirut con un attacco da parte di un drone attribuito a Israele, definendolo «un nobile martire».

Da parte sua, Haniyeh ha ringraziato Khamenei per il sostegno da parte del governo e del popolo della Repubblica islamica alla causa palestinese e al popolo di Gaza.

16:25
16:25
Così gli USA: «Continuiamo a dire a Israele di non attaccare Rafah»

«Siamo stati chiari e coerenti nel sostenere un cessate il fuoco a Gaza come parte dell'accordo per il rilascio degli ostaggi. Ma ci dispiace che la risoluzione di ieri abbia fallito nel condannare Hamas, questo Consiglio deve condannare Hamas». Lo ha detto il vice ambasciatore americano all'Onu Robert Wood in Consiglio di Sicurezza.

«Per ottenere gli obiettivi di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi bisogna continuare gli sforzi diplomatici sul terreno, cosa che gli Usa stanno facendo insieme ad Egitto e Qatar», ha aggiunto, sottolineando che il cessate il fuoco è l'idea migliore e più veloce per avere assistenza umanitaria, e che i corridoi marittimi e il lancio aereo di aiuti non sostituiscono l'accesso via terra. Quindi, ha ribadito che lo Stato ebraico ha il diritto di difendersi dopo l'attacco del 7 ottobre di Hamas, ma «continuiamo ad avvertire Israele di non condurre un'operazione su larga scala di terra a Rafah. Non è questo il modo di farlo, verrebbero uccisi più civili, c'è un modo migliore».

16:22
16:22
Israele: «Dopo un lancio di razzi colpite postazioni Hezbollah»

In risposta ai lanci di razzi di questa mattina, l'aviazione israeliana ha colpito obiettivi Hezbollah «nel profondo del territorio del Libano». Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che gli attacchi sono avvenuti nella zona di Zavod ed hanno centrato «un complesso militare, compresa una pista di atterraggio per aerei e una serie di altri edifici militari».

15:55
15:55
«La sofferenza a Gaza deve finire, serve la tregua adesso»

«Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco e del rilascio di tutti gli ostaggi adesso. La sofferenza deve finire».

Lo ha detto il coordinatore speciale dell'Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, in Consiglio di Sicurezza. «Il devastante conflitto a Gaza continua insieme alla violenza quotidiana nella Cisgiordania occupata. Nella Striscia, l'impatto umanitario delle ostilità è stato catastrofico e peggiora ogni giorno, mentre le demolizioni e i sequestri di strutture di proprietà palestinese sono continuati in tutta la Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est».

15:51
15:51
Fatah al Cairo: fermare la violenza a Gaza e in Cisgiordania

La situazione umanitaria e della sicurezza nei territori palestinesi occupati della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, le misure necessarie per fermare la guerra nella Striscia di Gaza e la crescente violenza dei coloni contro il popolo palestinese e le sue proprietà in Cisgiordania, sono stati al centro dei colloqui di oggi tra il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry e una delegazione del movimento palestinese Fatah guidata dal suo vicepresidente Mahmoud Al-Aloul, presenti anche esponenti dell'Anp. Lo ha riferito il portavoce del ministro egiziano.

Shoukry ha ribadito il «fermo impegno dell'Egitto verso la causa palestinese» e il rigetto «della continua espansione da parte israeliana delle pratiche di insediamento illegale», citando «l'ultima approvazione della confisca di circa 8000 migliaia di proprietà nella regione di Agwar, nella Cisgiordania occupata». Confermato anche il «rifiuto incondizionato dei tentativi e dei piani di evacuazione forzata dei palestinesi».

L'Egitto sottolinea che continua la comunicazione tra le parti e con la comunità internazionale per «risolvere questa crisi alle sue radici», con il riconoscimento di uno Stato palestinese e con la sua «piena adesione all'Onu».

Si è parlato anche degli aiuti umanitari che il ministro ha chiesto di tutelare «dalle violazioni israeliane», condannando «le pratiche di punizione collettiva contro i palestinesi con bersagli indiscriminati, assedio, fame e distruzione completa delle infrastrutture», sottolineando la «necessità di un'immediata attuazione della risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza e uno stop permanente agli attacchi».

15:14
15:14
Tensioni all'ONU: «Per gli USA la risoluzione su Gaza non è vincolante»

Il braccio di ferro al Consiglio di Sicurezza ONU continua. Dopo l'adozione della risoluzione che chiede un «cessate il fuoco immediato per il Ramadan che porti ad un cessate il fuoco duraturo e sostenibile» a Gaza, passata con 14 voti a favore e l'astensione degli Usa, Washington mette in dubbio il valore vincolante del documento. Sia l'ambasciatrice americana all'ONU Linda Thomas-Greenfield che il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby hanno sottolineato che si tratta di una risoluzione «non vincolante», affermazione contestata da diversi Paesi membri.

Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, infatti, sono vincolanti ai sensi del diritto internazionale, ed è proprio questa la differenza dai documenti adottati dall'Assemblea Generale, che invece hanno valore simbolico ma sono 'non binding' (non vincolanti, appunto). Secondo gli esperti legali, questo potrebbe voler dire che se Israele non rispetta la richiesta di interrompere le operazioni militari, gli Usa non permetteranno ai membri del Consiglio di Sicurezza di imporre sanzioni allo Stato ebraico. I membri con diritto di veto infatti (compresi gli Stati Uniti) possono opporsi a qualsiasi misura di applicazione.

«Penso che sia abbastanza chiaro che se Israele non rispetta la risoluzione, l'amministrazione di Joe Biden non permetterà ai membri del Consiglio di Sicurezza di imporre sanzioni», ha commentato Richard Gowan, esperto delle Nazioni Unite presso l'International Crisis Group. D'altronde, Israele ha violato numerose risoluzioni dell'organo ONU, tra cui una del 2016 che chiede di interrompere la costruzione di insediamenti in Cisgiordania.

15:02
15:02
L'appello degli ospedali assediati di Gaza: «Salvateci la vita»

«Le équipe mediche e i pazienti degli ospedali assediati di Gaza rinnovano il loro appello alle agenzie delle Nazioni Unite e alla comunità internazionale ad un intervento urgente per salvare le loro vite»: lo afferma il ministero della Salute palestinese, secondo l'emittente statale egiziana Al Qahera.

Nei giorni scorsi almeno 6 ospedali della Striscia hanno smesso di funzionare per mancanza di materiale medico e carburante. Oggi, l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato che una sua richiesta di accesso all'ospedale Al Amal di Gaza è stata respinta dalle autorità israeliane.

14:49
14:49
Herzog: «Il rilascio degli ostaggi dipende dalla cattura di Yahya Sinwar»

«Questa è la realtà e il mondo dovrebbe prenderne nota: tutto comincia e finisce con Yahya Sinwar» (il capo di Hamas a Gaza, ritenuto l’ideatore del massacro dell 7 ottobre): lo ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog secondo cui la cattura è il fattore chiave nel rilascio degli ostaggi a Gaza. «Alla fine - ha spiegato - non c'è scelta: dobbiamo continuare a combattere, dobbiamo prendere Sinwar vivo o morto in modo da poter vedere gli ostaggi ritornati a casa».

14:06
14:06
Lazzarini spera che Berna segua chi ha ripreso gli aiuti all'UNRWA

Il capo dell'agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) Philippe Lazzarini spera che la Svizzera segua l'UE e gli Stati che hanno ripreso il loro sostegno all'organizzazione.

I finanziamenti sono garantiti fino alla fine di maggio, ha dichiarato dopo un'audizione davanti alla Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N).

«L'importante è che la Svizzera continui a essere il partner che è stato finora», ha dichiarato Lazzarini alla stampa elvetica dopo un'ora di discussione a Ginevra con i parlamentari. «Si tratta di un partenariato che risale a diversi decenni fa».

In seguito alle accuse di coinvolgimento di dodici dipendenti dell'agenzia dell'ONU nel massacro del 7 ottobre scorso in Israele, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non ha ancora versato il suo contributo annuale di 20 milioni di franchi. I servizi di Ignazio Cassis attendono le consultazioni con le commissioni parlamentari e il rapporto finale sulla revisione della «governance» dell'UNRWA, previsto per il 20 aprile.

La CPE-N non ha previsto un voto o una raccomandazione dopo l'audizione odierna.

12:55
12:55
Hamas chiede la fine dei lanci di aiuti dagli aerei: «Persone muoiono nel recuperarli»

Le autorità di Hamas nella Striscia di Gaza hanno chiesto la fine dei lanci di aiuti dagli aerei e l'apertura degli accessi terrestri per i convogli umanitari.

Il governo di Hamas ha anche annunciato che 18 persone sono morte, tra cui dodici annegate in mare, mentre cercavano di recuperare gli aiuti alimentari paracadutati nella Striscia di Gaza.

Oltre ai dodici annegati ieri, sei persone sono morte in incidenti legati all'arrivo degli aiuti con il paracadute, secondo l'ufficio stampa del governo del movimento islamista palestinese Hamas.

11:27
11:27
Israele ha ritirato la propria delegazione alle trattative in corso a Doha

Israele ha ritirato oggi la propria delegazione alle trattative in corso a Doha (Qatar) su Gaza, ha indicato la radio pubblica israeliana.

La decisione segue la presa di posizione di Hamas che, dopo la risoluzione dell'Onu sul cessate il fuoco a Gaza, la scorsa notte ha informato i mediatori del Qatar e dell'Egitto che non avrebbe abbandonato le proprie richieste sui negoziati, tra cui il ritiro dell'esercito israeliano dalla Striscia.

08:24
08:24
«Il leader di Hamas Ismail Haniyeh sarà presto a Teheran»

Il leader di Hamas Ismail Haniyeh sarà presto a Teheran per incontrare le autorità iraniane. Lo hanno riferito vari media, tra cui il quotidiano israeliano Haaretz.

Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa semiufficiale iraniana Mehr, la visita di Haniyeh a Teheran è in programma oggi. Il capo dell'ufficio politico di Hamas terrà una conferenza stampa dopo un incontro con il ministro degli esteri della Repubblica islamica, Hossein Amirabdollahian.

06:35
06:35
Il punto alle 06.00

Continuano i raid aerei e gli scontri nella Striscia di Gaza, nonostante la prima risoluzione delle Nazioni Unite che chiede un immediato «cessate il fuoco» nel territorio palestinese. Alle prime ore di martedì, alcuni testimoni hanno riferito di attacchi nei pressi di Rafah, all'estremità meridionale della Striscia di Gaza dove sono ammassati 1,5 milioni di palestinesi sfollati. Secondo l'esercito israeliano, intorno a Gaza sono stati lanciati allarmi missilistici.

Il segretario di stato Antony Blinken ha parlato di Rafah e degli aiuti umanitari a Gaza con il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant. Lo riferisce il Dipartimento di stato, secondo il quale Blinken ha messo in evidenza che esistono alternative all'invasione di Rafah in grado di assicurare la sicurezza di Israele e tutelare i civili palestinesi. Blinken ha assicurato il sostegno americano ad «assicurare la sconfitta di Hamas, incluso a Rafah», ribadendo l'opposizione a una grande operazione a Rafah.

«Il movimento di Hamas ha informato i mediatori che il movimento si attiene alla sua posizione e visione presentata il 14 marzo» che prevede un «cessate il fuoco completo, il ritiro dalla striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri». Lo scrive l'organizzazione su Telegram aggiungendo che «Netanyahu e il suo governo estremista hanno la piena responsabilità di aver vanificato tutti gli sforzi negoziali e di aver ostacolato il raggiungimento di un accordo fino ad oggi».