«Ho guardato il ladro dritto negli occhi, mai avuto così tanta paura»

«Non sono una persona timorosa ma, dopo quella sera, ho fatto fatica ad addormentarmi per parecchie notti. Non lo auguro a nessuno». Sono passati sei mesi da quando il nostro lettore, rientrando a casa dopo un pomeriggio trascorso a Como, si è ritrovato faccia a faccia con un ladro intrufolatosi nella sua abitazione per commettere un furto. Sei mesi ma, come ci conferma Fabio (ndr. nome noto alla redazione), il ricordo è ancora limpido.
«Saranno state le 18 e, appena varcata la soglia di casa, mi sono reso conto che in salotto c’era qualcuno. Si sentivano dei rumori. Ho detto a mia moglie di aspettarmi fuori e mi sono recato in sala. Sono minuti lunghissimi dove non ragioni: improvvisamente, ti dimentichi di tutti i consigli della polizia». E arrivato in salotto, Fabio li vede, sono in due: «Erano due ombre che rovistavano tra i cassetti. D’istinto ho acceso la luce e allora uno di loro si è voltato. L’ho visto dritto negli occhi. Non me lo dimenticherò mai. Sono rimasto impietrito, non riuscivo a muovermi: lì ho avuto davvero paura». La reazione dei malviventi è celere: «Uno dei due grida all’altro di andarsene, aveva un accento dell’est e avevano entrambi il volto coperto – continua il nostro interlocutore – potrebbero essere chiunque. Sono scappati dal balcone da dove, si è poi scoperto, sono entrati forzando la portafinestra».
Domiciliato nel Luganese, Fabio abita in una casa monofamiliare come tante altre. «Non c’è nulla che possa dare nell’occhio. Probabilmente, hanno scelto casa mia perché il balcone è facilmente raggiungibile dal giardino. Non è molto alto». E infatti, ai ladri basta un salto e sono già lontani. «Appena sono scomparsi ho chiamato subito la polizia. Non so dire se ci fosse un terzo uomo che li aspettava in strada. Io, arrivando, non mi sono accorto di nulla. Ma d’altronde chi fa caso a queste cose? Vivo in un quartiere tranquillo e di solito, queste cose si leggono sui giornali o si sentono alla radio. Non pensi mai che potrebbe succedere a te», commenta con amarezza.
Sì perché ancora oggi, per Fabio a pesare nel bilancio finale non è tanto il danno subito, quanto piuttosto le ripercussioni in termini di sentimento di sicurezza. «Gli oggetti si possono ricomprare – ci dice – e alla fine il bottino non è stato neppure cospicuo: hanno rubato un orologio e qualche altro oggetto di valore, ma nulla che non si possa ricomprare. Quello che davvero mi da fastidio è che per un certo periodo non mi sono più sentito sicuro. Mi alzavo di notte al minimo rumore, facevo fatica a dormire ed ero agitato. Il pensiero che un estraneo sia entrato in casa ti scombussola. Insomma, è un posto dove dai per scontato di essere al sicuro. È casa tua. Ma poi un giorno cambia tutto e ti rendi conto che non è così. Non è una bella sensazione».