«Ho incendiato il bus per non far arrivare altri africani»

MILANO - «L’ho fatto per dare un segnale all’Africa, perché gli africani restino in Africa e così non ci siano morti in mare»: così ha detto nel carcere di San Vittore Ouesseynou Sy, l’autista che ieri ha sequestrato un bus con una scolaresca a San Donato Milanese, secondo quanto riferisce l’agenzia stampa italiana Ansa.
Sy ha riferito di essere un «panafricanista» e ha spiegato di sperare anche nella vittoria delle destre in Europa «così non faranno venire gli africani», scrive l’Ansa senza citare la fonte dell’informazione.
Sy ha detto di avere sparso benzina sul pullman che ha sequestrato, con a bordo una scolaresca di Crema, per evitare che i carabinieri potessero sparare. «Sono un genitore - ha detto - non volevo fare male ai bambini», ha detto secondo quanto riferito all’Ansa.
«Volevo andare a Linate per prendere un aereo e tornare in Africa e usare i bambini come scudo», ha raccontato ancora.
La sua idea è che l’Africa sia stata colonizzata e che l’Europa di approfitti dell’Africa mettendo governi che fanno comodo all’Occidente, ed è per questo che gli africani sono costretti ad emigrare. Invece «gli Africani - ha sottolineato, a quanto riferito - devono restare in Africa ed è l’Occidente che non lo consente».
«Questa cosa l’avevo in mente da un po’, per dare un segnale», ha indicato Sy. La sua speranza, ha raccontato, è che in Africa arrivi il messaggio di non partire.
Chi è l’autista
«Una persona perbene», «un uomo tranquillo», «una persona gentile». Così vicini di casa e colleghi descrivono Ousseynou Sy. Ma chi è davvero Ousseynou Sy, chiamato da tutti Paolo? Nato in Francia da genitori senegalesi, cittadino italiano dal 2004 dopo aver sposato una bresciana dal quale era separato, a Sy, era stata sospesa la patente nel 2007 per eccessivo consumo di alcolici. Nel 2018 era arrivata poi la condanna a un anno e mezzo per violenza sessuale, pena sospesa. Sy da 15 anni era dipendente della società di trasporto Autoguidovie di Crema (Cremona).
La separazione e l’allontanamento dai due figli (18 e 13 anni) lo avrebbero però segnato. «Diceva di aver perso tre bimbe in mare e che dovevamo morire anche noi, bruciati», hanno raccontato i ragazzini scampati alla strage. Non vedeva i figli da anni, secondo quanto emerso fino ad ora: «Li frequentava di tanto in tanto», raccontano i vicini. Il parroco, don Vittore Bariselli, a La Stampa ha spiegato che «i ragazzi hanno tanto sofferto per la separazione; il padre non si era più fatto vivo con loro». Quanto all’ex moglie italiana «anche lei da anni non aveva più rapporti con l’ex marito, era stata una separazione difficile», continua il sacerdote.
I mancati controlli
Ma com’è stato possibile che nonostante i due precedenti Sy ieri fosse alla guida dell’autobus? È la domanda che in molti si fanno. «Una falla nel sistema», riportano i media italiani. Già perché dalla società di trasporto fanno sapere che «nessuno ci aveva comunicano di questi fatti gravissimi». Autoguidovie si è limitata a chiedere il certificato penale al momento dell’assunzione, nel 2004. Ma da allora più nessun controllo. Stessa assenza di comunicazione anche per la sospensione della patente di guida, né da parte di Sy, né dalla motorizzazione, che «non è tenuta» a trasmettere le informazioni al datore di lavoro.
Salvini: «Via la cittadinanza»
Intanto sul suo profilo Twitter arriva la presa di posizione del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Se ci sarà l’imputazione di terrorismo, in caso di condanna, grazie al nostro Decreto sicurezza potremo revocargli la cittadinanza italiana. Questo infame deve pagare tutto».