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Secondo il Times of Israel non è chiaro se gli sviluppi indichino una rottura dei colloqui, mentre Axios parla di «crisi» nei negoziati – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:33
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«La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina»
«La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina». Lo ha annunciato in serata il presidente francese Emmanuel Macron.
«Fedele al suo impegno storico per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. Farò l'annuncio formale all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il prossimo settembre» in programma a New York, ha scritto il capo di Stato francese sui social media X e Instagram.
21:22
21:22
«Falliti i colloqui»
Crollano ancora i negoziati fra Hamas e Israele. Dopo ore di confusione, durante le quali il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha richiamato in patria la sua squadra negoziale da Doha «per consultazioni», la conferma di un nulla di fatto è arrivato dall'inviato di Trump Steve Witkoff.
Il gruppo palestinese aveva chiesto una clausola per evitare la ripresa della guerra dopo i 60 giorni di cessate il fuoco. Una mossa, evidentemente, non gradita da Tel Aviv.
Prima che Witkoff annunciasse l'interruzione dei colloqui di Doha, la controproposta di Hamas aveva scatenato le reazioni più disparate sui media israeliani: per alcuni funzionari dello Stato ebraico si trattava di una risposta "praticabile", per altri "inaccettabile". Fra i nodi, anche quello dei prigionieri: secondo fonti citate da Axios, il gruppo ha infatti chiesto a Israele di rilasciare 200 palestinesi che stanno scontando l'ergastolo per aver ucciso israeliani e 2000 palestinesi detenuti a Gaza dopo il 7 ottobre in cambio di 10 ostaggi vivi. Numeri superiori rispettivamente ai 125 e 1200 proposti inizialmente.
Gran Bretagna, Francia e Germania hanno annunciato per domani una «chiamata di emergenza» sulla Striscia, che intanto offre ogni giorno al mondo immagini sempre più raccapriccianti di una crisi umanitaria senza fine, con la fame che ormai uccide uomini, donne e bambini a Gaza: 45 i decessi per mancanza di cibo in soli quattro giorni. Un abisso del quale tradisce consapevolezza il ministro israeliano di estrema destra Amihai Ben-Eliyahu: «Il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata», ha rivendicato, dopo aver preannunciato che tutta la Striscia «sarà ebraica». Parole che hanno scatenato l'indignazione dell'opposizione israeliana, che nel condannare ha sottolineato come quanto affermato da Eliyahu «è esattamente ciò che dicevano in Germania».
18:13
18:13
«Hamas ha proposto una clausola per impedire la ripresa della guerra»
Una fonte di alto livello di Hamas ha dichiarato a Reuters che c'era ancora la possibilità di raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma che ci sarebbero voluti alcuni giorni a causa di quello che ha definito un temporeggiamento israeliano. Lo riporta l'agenzia sul suo sito web.
Secondo la fonte, la risposta di Hamas includeva la richiesta di una clausola che impedisse a Israele di riprendere la guerra se non si fosse raggiunto un accordo entro il periodo di tregua di 60 giorni.
Due fonti vicine ai negoziati in Qatar hanno affermato in ogni caso che la decisione di Israele di richiamare la propria delegazione in patria non indica necessariamente una crisi nei colloqui.
17:23
17:23
«Gli appelli alla cancellazione di Gaza? Parole che si usavano in Germania»
Il leader dell'opposizione in Israele Yair Lapid ha condannato le dichiarazioni del ministro ultranazionalista di estrema destra Amihai Eliyahu, secondo cui Gaza sarà «cancellata e resa ebraica», definendo le parole «un attacco ai valori e un disastro per le pubbliche relazioni».
«Israele non convincerà mai il mondo della giustezza della nostra guerra contro il terrorismo finché saremo guidati da un governo di minoranza estremista con ministri che santificano il sangue e la morte», ha affermato, aggiungendo che i soldati israeliani non «combattono, muoiono e vengono feriti per sterminare una popolazione civile».
Il parlamentare Ayman Odeh, capo dell'alleanza politica israeliana di sinistra Hadash-Ta'al, ha twittato poi che quanto affermato da Eliyahu «è esattamente ciò che dicevano in Germania».
16:06
16:06
Netanyahu richiama in Israele i negoziatori dal Qatar
Dopo la risposta di Hamas all'ultima proposta di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi, il premier Benjamin Netanyahu ha richiamato la squadra negoziale dal Qatar per «continuare le consultazioni in Israele». Lo afferma il suo ufficio in una nota.
«Apprezziamo gli sforzi dei mediatori Qatar ed Egitto e gli sforzi di Steve Witkoff per raggiungere una svolta nei colloqui», afferma l'ufficio del premier. Il Times of Israel afferma che non è chiaro se gli sviluppi indichino una rottura dei colloqui, mentre Axios parla di «crisi» nei negoziati.
15:30
15:30
«Cancelleremo Gaza, sarà tutta ebraica»
«Tutta Gaza sarà ebraica... il governo sta spingendo affinché Gaza venga cancellata. Grazie a Dio, stiamo estirpando questo male. Stiamo spingendo la popolazione che si è istruita sul Mein Kampf». Lo ha dichiarato il ministro israeliano ultranazionalista di estrema destra Amihai Ben-Eliyahu, citato su X dal giornalista di Axios Barak Ravid.
13:48
13:48
Israele valuta la risposta di Hamas: «È praticabile»
L'ufficio del primo ministro israeliano ha confermato di aver ricevuto l'ultima risposta di Hamas alla proposta di un accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi, aggiungendo che stava esaminando attentamente il documento.
Secondo quanto dichiarato da una fonte israeliana al Times of Israel, la risposta aggiornata di Hamas è «praticabile».
Altri funzionari israeliani- riferisce la tv Channel 12 - parlano invece di «progressi non significativi» per «l'irrigidimento delle posizioni di Hamas» sui principali nodi della trattativa.
13:47
13:47
«Da Israele alcuni sforzi a Gaza, ma c'è molto da fare»
«Israele ha compiuto alcuni sforzi sulla base dei parametri concordati. Il numero di camion che entrano a Gaza è aumentato, sono stati aperti nuovi attraversamenti e percorsi e le scorte di carburante sono aumentate, ma la situazione rimane disastrosa. C'è molto, molto da fare ancora». Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue nel briefing alla stampa, riferendo che «ieri gli ambasciatori dell'Ue hanno ricevuto il primo aggiornamento sull'attuazione degli impegni umanitari di Israele».
«I civili di Gaza soffrono da troppo tempo e in modo eccessivo. È giunto il momento di interrompere il ciclo di sofferenza e il ciclo di violenza deve fermarsi ora, Israele deve dare seguito alle sue promesse», ha evidenziato.
13:21
13:21
«Gaza è sull'orlo della catastrofe sanitaria»
Gaza è sull'orlo della catastrofe sanitaria, mentre aiuti salva vita per milioni di dollari sono fermi nei magazzini a causa del blocco imposto da Israele, che ne impedisce l'ingresso e la distribuzione. È l'allarme lanciato oggi da Oxfam, di fronte ad una situazione umanitaria che giorno dopo giorno sta precipitando.
Eloquenti i dati: negli ultimi 3 mesi la diffusione di malattie, facilmente prevenibili, dovute all'uso di acqua sporca e contaminata è aumentata in media di quasi il 150%. Nel dettaglio i dati sanitari forniti da diverse agenzie registrano che i casi di dissenteria sono saliti del 302%, quelli di diarrea acquosa del 150%, i casi di ittero del 101%. Cifre comunque in difetto, dato che la gran parte dei 2 milioni di palestinesi intrappolati a Gaza, non ha praticamente accesso alle poche strutture sanitarie rimaste in piedi.
Malattie che nelle prossime settimane potrebbero facilmente diffondersi con effetti drammatici tra una popolazione già gravemente fiaccata da 21 mesi di privazioni, tra carenza di cibo e acqua, sfollamenti e condizioni igieniche indicibili.
Dal 2 marzo Israele ha imposto un blocco quasi totale su Gaza, interrompendo sostanzialmente l'ingresso di gran parte degli aiuti. La conseguenza è che le scorte di beni essenziali dentro Gaza sono esaurite mentre 420 mila pallet di aiuti rimangono ammassati nei magazzini di tutta la regione, in attesa di essere distribuiti alla popolazione.
Tende, cibo, integratori alimentari per combattere la malnutrizione, farmaci salva vita, articoli per l'igiene coprono una superficie di 75 ettari, come dire 101 campi di calcio. Stesso destino per gli aiuti fatti pervenire da Oxfam: 110 mila colli di taniche, potabilizzatori, materiali per l'installazione di bagni, pannolini, sapone, cibo.
«Se vogliamo scongiurare ulteriori morti a Gaza per il dilagare di epidemie dobbiamo agire, prima che sia troppo tardi. - spiega Bushra Khalidi, responsabile policy di Oxfam nei Territori Palestinesi Occupati e a Gaza -. A Gaza fa sempre più caldo, non c'è più acqua pulita, cibo, si vive in spazi sovraffollati e insalubri. Un terreno fertile per la diffusione di malattie che seppur prevenibili, possono diventare letali. Serve una risposta umanitaria immediata e su vasta scala per evitare il peggio, serve un cessate il fuoco totale e permanente, serve riaprire ora tutti i valichi alla frontiera per consentire l'ingresso di aiuti».
12:50
12:50
L'UE condanna le violenze in SIria
L'Ue condanna fermamente le violenze che hanno causato centinaia di vittime la scorsa settimana nel sud della Siria, in particolare quelli perpetrati da «diversi gruppi armati contro i civili», chiede «un'indagine trasparente, credibile e imparziale e che tutti gli autori di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani siano ritenuti responsabili e consegnati alla giustizia, anche con il sostegno dei meccanismi internazionali pertinenti». Lo dichiara l'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, in una nota a nome dell'Ue.
Nel testo si invoca il «pieno rispetto» del cessate il fuoco in vigore e si esortano le parti a «cessare immediatamente tutti gli atti di violenza» e «tutti gli attori esterni, senza eccezioni, a rispettare pienamente l'unità, l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale della Siria».
«L'Ue condanna qualsiasi azione e presenza militare straniera unilaterale, nonché i tentativi di minare la stabilità della Siria e le prospettive di una transizione pacifica, anche attraverso la manipolazione e l'interferenza di informazioni straniere» si legge ancora, sottolineando inoltre che «le autorità siriane di transizione hanno la responsabilità di proteggere tutti i siriani senza distinzioni».
12:29
12:29
«Basta forniture militari a Israele»
Nel ministero degli Esteri tedesco starebbe crescendo il numero di diplomatici che chiedono una diversa postura del governo rispetto a quanto Israele sta facendo a Gaza: non solo una critica più chiara ed esplicita ma anche l'interruzione delle forniture militari.
L'indiscrezione proviene dallo Spiegel ma nelle ultime ore è stata rilanciata da diversi media. Il settimanale tedesco parla di «frustrazione» tra i diplomatici per segnali «contraddittori» da parte del governo tedesco; è stato creato un gruppo on-line al quale avrebbero aderito circa 130 funzionari del ministero. Diverse fonti riportano che potrebbe esserci anche un incontro con il ministro degli Esteri Johann Wadephul.
Per lo Spiegel si tratta anche di un conflitto generazionale: sono soprattutto i giovani diplomatici, tra i trenta e i quarant'anni, a chiedere un cambiamento di rotta. I funzionari più esperti difendono invece l'attuale politica del governo in particolare perché legata alla cosiddetta «ragion di Stato», vale a dire la formula coniata da Angela Merkel che vincola i governi tedeschi alla sicurezza di Israele.
Va ricordato che anche Wadephul in più di una dichiarazione ha provato a definire meglio la formula della ragion di Stato, coniugandola con il rispetto dei diritti umani. Ma parte del corpo diplomatico chiede di più: in particolare che le armi che la Germania invia ad Israele non possano essere utilizzate per azioni che rappresentano crimini di guerra o violazioni del diritto internazionale. Già ad aprile ex diplomatici tedeschi avevano pubblicato sul quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung una lettera aperta per chiedere un cambio di passo sulla guerra in Medio Oriente: «A Gaza non si può andare avanti così».
11:27
11:27
AFP, AP, Reuters e BBC chiedono a Israele di permette ai giornalisti di entrare e uscire da Gaza
AFP, AP, Reuters e BBC chiedono a Israele di «permettere ai giornalisti di entrare e uscire da Gaza». «I giornalisti devono affrontare molte difficoltà in una zona di guerra. Siamo profondamente preoccupati che la fame ora minacci la loro sopravvivenza», hanno dichiarato in un comunicato congiunto Agence France-Presse, l'americana Associated Press, la Reuters e la BBC.
11:25
11:25
L'Ungheria vieta l'ingresso nel Paese per tre anni al gruppo pro-Pal Kneecap
L'Ungheria ha vietato ai Kneecap, gruppo rap irlandese noto per le loro posizioni pro-palestinesi, di entrare nel Paese e di esibirsi allo Sziget Festival accusando la band di aver fatto discorsi d'odio antisemiti e di aver inneggiato al terrorismo, elogiando Hamas ed Hezbollah. Lo comunica sui social il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs.
«Il messaggio ufficiale: »tolleranza zero per l'antisemitismo« e dovere di proteggere le comunità ungheresi, in particolare quelle ebraiche» spiega il portavoce, sottolineando che «concedere loro un palco normalizza l'odio e il terrore e mette a repentaglio i valori democratici». Kovacs ha poi pubblicato le lettere ufficiali delle autorità per l'immigrazione che bandivano i Kneecap per tre anni. Nelle lettere si spiega che il loro ingresso nel Paese rappresenterebbe una «seria minaccia alla sicurezza nazionale».
Negli ultimi mesi, le performance dei Kneecap hanno suscitato diverse polemiche, l'ultima quella al Glastonbury Festival nel Regno Unito dove il frontman Mo Chara ha accusato Israele di aver commesso crimini di guerra a Gaza.
Londra ha anche accusato di terrorismo Mo Chara per aver esposto una bandiera a sostegno di Hezbollah in uno dei concerti della band, accusa respinta dal frontman. Nelle settimane scorse, i Kneecap insieme ad altri artisti come Massive Attack, Brian Eno e Fontaines Dc, hanno creato un sindacato per musicisti critici dell'attacco militare israeliano a Gaza per tutelarli da «campagne aggressive e vessatorie» da parte di sostenitori filo-israeliani.
11:19
11:19
La lettera degli Eurodeputati: «Serve un vertice urgente dei ministri esteri su Israele»
Un gruppo di eurodeputati della Sinistra Ue, dei Verdi e dei Socialisti e Democratici ha inviato una lettera all'Alta Rappresentante dell'Unione Europea, Kaja Kallas, per chiedere la convocazione urgente del Consiglio Affari Esteri, l'adozione di un pacchetto di sanzioni contro Israele, misure contro la Gaza Humanitarian Foundation, l'attivazione delle sanzioni già previste dall'Articolo 2 e un embargo bilaterale sulle armi tra Ue e Israele.
La missiva, cofirmata da 65 eurodeputati tra cui quelli di Avs, del M5s e parte del Pd, denuncia i continui attacchi israeliani contro i civili palestinesi presso i punti di distribuzione degli aiuti umanitari, che avrebbero già causato oltre 1000 morti.
La lettera critica l'accordo sugli aiuti umanitari annunciato la scorsa settimana tra l'Ue e Israele, giudicato inefficace e privo di impatto concreto sul campo, sottolineando che "l'Unione Europea sta rispondendo con parole deboli e nessuna azione". "Ogni giorno senza azione è un giorno in più in cui i palestinesi rischiano di morire di fame o sotto le bombe," conclude il documento.
11:03
11:03
«Le immagini dei bimbi affamati a Gaza? Un abisso intollerabile»
Le immagini strazianti dei bimbi e delle loro madri affamati a Gaza sono «un abisso» di fronte al quale non si può più restare in silenzio. Lo ha dichiarato Bob Geldof, il musicista e attivista irlandese, che fra le diverse iniziative organizzò proprio 40 anni fa il celebre Live Aid a Londra per la carestia in Etiopia, lanciando un appello diretto agli israeliani pubblicato in prima pagina dal Daily Express, tabloid di destra, non insensibile in passato alla retorica islamofoba, ma che ha iniziato a fronte di quanto sta accadendo nella Striscia una campagna contro l'emergenza umanitaria a partire dalla foto shock di ieri di un bimbo scheletrico intento a invocare cibo.
«Cos'è successo al popolo israeliano? Qualunque sia l'enorme portata delle vostre sofferenze passate e attuali, cosa vi è successo per permettervi di tollerare una tale sofferenza?», si legge nell'intervento di Geldof che definisce la situazione a Gaza una «bestialità». E ancora: «Il vostro governo e il vostro esercito sembrano essere fuori controllo». Riferendosi all'immagine shock il musicista ha sottolineato che non c'è «nessuna ragione al mondo, nessun obiettivo di guerra, nessun futuro immaginato che giustifichi questa fotografia e la sua abissale, vergognosa e disgustosa verità».
Mentre anche il Guardian oggi dedica la prima pagina alla fame nella Striscia, con la foto simbolo di una madre con in braccio un altro bambino scheletrico e il titolo d'apertura sulla situazione senza precedenti.
10:34
10:34
Witkoff è arrivato in Sardegna, possibili negoziati su Gaza
Potrebbe avvenire su un mega yacht ormeggiato davanti alla Costa Smeralda l'incontro tra l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani per trovare un eventuale accordo tra Israele e Hamas sulla tregua a Gaza e sul rilascio degli ostaggi.
Secondo le pochissime indiscrezioni che filtrano, Witkoff è in arrivo questa mattina all'aeroporto di Olbia in Costa Smeralda e sarà trasferito a bordo di una grossa imbarcazione davanti alle coste galluresi.
Secondo quanto appreso Witkoff dovrebbe restare in Sardegna sino a domenica, anche se non ci sono conferme.
Probabilmente la Gallura è stata scelta proprio dal Qatar visto che il Paese, attraverso il suo fondo sovrano e il braccio operativo Qatar Holding, detiene la proprietà di buona parte degli alberghi di lusso della Costa Smeralda. A Olbia è anche presente l'ospedale privato Mater Olbia, nato in collaborazione tra Qatar Foundation Endowment e Fondazione Policlinico Universitario.
08:45
08:45
Circa 70 camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza
Mercoledì circa 70 camion di aiuti umanitari, contenenti principalmente cibo, hanno attraversato la Striscia di Gaza attraverso i valichi di Zikim e Kerem Shalom, ha affermato il Coordination of Government Activities in the Territories (Cogat).
Tutti gli aiuti sono stati trasferiti dopo aver effettuato accurati controlli di sicurezza. Lo scrive il Jerusalem Post. Secondo quanto ha segnalato il Cogat ci sono ancora più di 800 camion di aiuti in attesa di essere ritirati da Zikim e Kerem Shalom.
Le Forze di difesa israeliane (Idf), attraverso il Cogat, in coordinamento con le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali, hanno raccolto oltre 150 camion di aiuti umanitari dal lato palestinese dei due valichi.
06:18
06:18
Il punto alle 6.00
Hamas ha confermato di aver presentato la sua risposta alla proposta israeliana di un cessate il fuoco di 60 giorni a Gaza, con i negoziatori di entrambe le parti che hanno tenuto colloqui indiretti con i mediatori in Qatar.
«Hamas ha appena presentato ai mediatori la sua risposta e quella delle fazioni palestinesi alla proposta di cessate il fuoco», ha dichiarato il movimento islamista in un comunicato pubblicato su Telegram.
La risposta include proposte di emendamenti alle clausole sull'ingresso degli aiuti umanitari, mappe delle aree da cui l'esercito israeliano si dovrebbe ritirare e garanzie sulla fine definitiva della guerra, secondo una fonte palestinese vicina ai colloqui in corso a Doha.
I negoziatori stanno cercando di raggiungere un accordo su una tregua che consentirebbe il rilascio di 10 ostaggi israeliani in cambio di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. Ma i colloqui si sono protratti per oltre due settimane senza una svolta, con ciascuna parte che accusa l'altra di rifiutarsi di cedere su richieste chiave. Per Israele, smantellare le capacità militari e governative di Hamas non è negoziabile, mentre il movimento esige solide garanzie per una tregua duratura, un completo ritiro delle truppe israeliane e il libero flusso di aiuti umanitari a Gaza. Ieri il portavoce del governo israeliano David Mencer ha accusato Hamas di ostacolare i colloqui. «Israele ha accettato la proposta del Qatar e la proposta aggiornata dell'inviato speciale statunitense Steve Witkoff, è Hamas che la rifiuta», ha dichiarato ai giornalisti aggiungendo che i negoziatori israeliani erano ancora a Doha e le discussioni continuavano.
Tuttavia, l'incontro tra l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff, il ministro israeliano Ron Dermer e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani per cercare di accelerare un accordo tra Israele e Hamas sulla tregua a Gaza e gli ostaggi, dovrebbe tenersi oggi «in Sardegna», secondo quanto scrive su X il giornalista di Axios Barak Ravid. In precedenza il sito americano aveva riferito che la sede dei colloqui sarebbe stata Roma. La Casa Bianca ha per ora confermato il viaggio di Witkoff «in Europa».