I contagi tornano a salire in Svizzera e in tutta Europa

Dopo mesi di stabilità, in Svizzera, come in tutta Europa, i contagi sono in rialzo. Colpa delle due sottovarianti di Omicron - BA.4 e BA.5 - ritenute dagli esperti più contagiose, ma non necessariamente più pericolose. L’allarme, qualche settimana fa, è partito dal Portogallo, il Paese dell’Unione europea con il più alto numero di nuovi casi confermati di COVID per milione di abitanti. Lì, la sottovariante BA.5 sarebbe responsabile dell’80% delle nuove infezioni. Una recrudescenza della pandemia si sta osservando però anche negli altri Paesi del continente. In Germania, ad esempio, dopo un calo costante delle ospedalizzazioni negli ultimi due mesi, da una decina di giorni si assiste a una crescita dei ricoveri, e la quota di infezioni attribuibili alla nuova sottovariante è raddoppiata, pur restando attorno al 10%. Situazione simile anche in Francia, dove i pazienti in ospedale sono tornati ad aumentare per la prima volta dopo il mese di aprile, e la mutazione è ormai all’origine del 18% dei casi sequenziati. Non va meglio neppure in Italia, dove la curva pandemica è salita: nell’ultima settimana, i contagi hanno subito un’impennata del 32%, mentre rallenta il numero delle vaccinazioni.
La situazione nel nostro Paese
Anche in Svizzera, si conferma un peggioramento della situazione. Nell’ultima settimana, sono stati registrati 16.610 casi di COVID, 6.300 in più rispetto ai sette giorni precedenti. Le persone in ospedale, come riporta l’Ufficio federale della sanità pubblica, sono 131 in più e i pazienti COVID occupano il 2,20% dei posti disponibili in terapia intensiva. Nel nostro Paese, il tasso di positività è salito al 28,9%, contro il 20,9% della scorsa settimana. In Ticino, invece, il dato settimanale (aggiornato al 15 giugno) dell’Ufficio del medico cantonale riferisce di 715 nuovi contagi. Negli ospedali, comunque, la situazione si mantiene relativamente stabile «anche se negli ultimi giorni i ricoveri sono aumentati, e attualmente si contano 40 persone ricoverate», spiega Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco. «È ancora presto, però, per capire se le due sottovarianti di Omicron siano più aggressive». Per il momento, prosegue, «non ci sono elementi per ritenere che provochino una malattia più grave». Tuttavia, dice Garzoni, «sarà importante continuare a monitorare la situazione nelle prossime settimane per capire se, e in che modo, queste nuove mutazioni impatteranno sulla situazione pandemica». Insomma, «è bene non allarmarsi prima di avere evidenze scientifiche sulla portata effettiva di BA.4 e BA.5». Nel frattempo, però, il medico suggerisce di adottare un comportamento responsabile: «Innanzitutto, visto che il virus circola ancora, se si avvertono i sintomi è importante farsi testare subito e rimanere a casa per non propagare l’infezione». Inoltre, «non dobbiamo dimenticare le buone regole che abbiamo imparato nel corso degli ultimi due anni, soprattutto l’igiene delle mani». E, visto che la popolazione è tornata a viaggiare, Garzoni suggerisce di indossare la mascherina, «perlomeno in aereo, vista la vicinanza con gli altri viaggiatori: è un gesto che costa poca fatica, ma che permette di tutelarci».