I dazi di Trump sulle auto slittano di un mese

(Aggiornato) L'amministrazione Trump ha valutato e approvato una proroga di un mese, nel settore automobilistico, per applicare gli annunciati dazi al 25% nei confronti di Canada e Messico. La conferma è arrivata dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, dopo che Bloomberg in esclusiva aveva spiegato che la stessa amministrazione sarebbe stata incline a concedere una tregua in seguito alle richieste dei leader del settore.
Ieri, martedì, i funzionari governativi si sono incontrati per discutere la questione con i responsabili di Ford, General Motors e Stellantis, secondo quanto riferito da alcune persone a conoscenza del dossier. Un altro incontro era previsto per oggi alla Casa Bianca. I rappresentanti di Ford, General Motors e Stellantis, interrogati da Bloomberg prima dell'annuncio di Leavitt, si sono limitati a un generico no comment.
Le principali case automobilistiche con sede a Detroit hanno cercato, con forza, di bloccare o rivedere i dazi annunciati da Trump. E questo perché sono preoccupate dei possibili, catastrofici effetti di simili misure. Le stesse case automobilistiche e non pochi esperti, infatti, hanno avvertito che i costi extra legati ai citati dazi verosimilmente si tradurranno in un aumento generalizzato dei prezzi di listino di molti modelli di automobili. Non solo, le catene di approvvigionamento, considerando i tanti componenti che viaggiano a cavallo del confine fra Canada, Stati Uniti e Messico, potrebbero bloccarsi.
Il segretario al Commercio statunitense, Howard Lutnick, aveva già lasciato intendere nei giorni scorsi che, rispetto ai dazi annunciati, sarebbero potute arrivare delle esenzioni. Lo stesso Lutnick ha confermato a Bloomberg TV che una tregua nel settore automobilistico, effettivamente, era sul tavolo. Ribadendo che Donald Trump, a breve, avrebbe fatto un annuncio in merito. Il motivo di questa tregua sarebbe da ricercare nella volontà di guadagnare tempo e, soprattutto, permetterà alle case automobilistiche di presentare piani dettagliati per spostare investimenti e produzione negli Stati Uniti. Un aspetto, questo, cui Trump tiene molto al grido di «America first».
Peter Navarro, capo stratega della Casa Bianca e consigliere del presidente, nel corso di un'intervista concessa a CNN si era rifiutato di dire se, presto, sarebbero arrivate le citate esenzioni per il settore automobilistico. «Non faccio contrattazioni in televisione» le sue parole. Le aziende automobilistiche statunitensi, scrive sempre Bloomberg, hanno spinto per ottenere un'esenzione per i veicoli prodotti in Nordamerica che aderiscono alle regole di approvvigionamento dei componenti previste dall'Accordo Stati Uniti-Messico-Canada, l'USMCA, negoziato da Trump durante il suo primo mandato. L'amministratore delegato di Ford, Jim Farley, è stato fra i più espliciti in materia, affermando già il mese scorso che i dazi sarebbero stati «devastanti» per le case automobilistiche americane e che avrebbero provocato «un buco» nell'industria.
Trump, ha spiegato Leavitt, concederà un'esenzione di un mese a tutte le auto che rientrano nel citato USMCA. La portavoce della Casa Bianca ha precisato che i dazi reciproci entreranno in vigore comunque il 2 aprile. Sulla questione, ha aggiunto Leavitt, il presidente ha avuto un colloquio telefonico con gli amministratori delegati di Stellantis, General Motors e Ford, «richiesto da loro».