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I destini di Facebook e Donald Trump

Il ritorno del tycoon sulla piattaforma dopo la lunga sospensione rilancia la questione: che succederà ora?
© AP Photo / Ron Johnson
Marcello Pelizzari
18.03.2023 18:00

E così, Donald Trump è tornato su Facebook. Dopo due anni di stop o, meglio, sospensione. Il motivo? Aver incitato, o nella migliore delle ipotesi incoraggiato, l’insurrezione del 6 gennaio 2021. L’assalto al Campidoglio, già. La domanda, considerando le presidenziali del 2024 e la candidatura del tycoon, è una soltanto: quale sarà l’impatto di questo ritorno?

Un ritorno (per ora) tiepido

Innanzitutto, è bene sottolineare che – durante il suo esilio – Trump non ha certo dimostrato pentimento né ha dato prova di meritare il ritorno su Facebook. Tradotto: al netto delle (nuove) linee guida di Meta, l’ex presidente è quello di sempre. Anzi, sulla sua piattaforma, Truth, ha assunto toni ancora più cupi, diffamatori e complottisti. Rilanciando, fra le altre cose, account legati a QAnon.

Eppure, il ritorno di Trump non sembra scaldare gli animi. In parte perché Twitter, con la sua decisione, aveva anticipato Meta guadagnandosi molto più chiacchiericcio. E pazienza se, mentre scriviamo queste righe, l’ex presidente non ha ancora ripreso a cinguettare.

Molto, però, dipende dalla natura stessa di Facebook e Trump. Con il primo, soprattutto, in piena decadenza e il secondo desideroso di attenzioni. Per certi versi, entrambi sono ancorati al passato. E a una grandeur difficile da ritrovare, sebbene il tycoon a livello di gradimento in realtà se la cavi piuttosto bene. Di certo, prima della sospensione, Facebook e Trump vivevano (quasi) in simbiosi: per le presidenziali del 2020, infatti, la campagna di Trump in pochi mesi spese milioni di dollari per 289 mila post sponsorizzati.

Il panorama social

Il presente, tuttavia, sembra diverso. Molti, come detto, supportano e supporteranno Trump. E molti usano ancora Facebook. Ma il panorama social nel frattempo è cambiato. E pure parecchio. C’è la concorrenza di piattaforme più giovani, c’è la grana delle limitazioni che Apple ha imposto sui propri smartphone, grana che ha pesanti ripercussioni sulla pubblicità mirata di Facebook, ma soprattutto c’è la sensazione che il social per antonomasia, oggi, sia diventato un posto vecchio. E, per giunta, pieno di spam.

Non solo, la stessa campagna di Trump per il 2024, per ora, ha mantenuto un profilo bassissimo. Il suo annuncio, ad esempio, è stato bollato come low energy dai commentatori politici. Riassumendo: difficile che le chance del tycoon di arrivare in fondo, comunque buone a detta dei più, passino da Facebook. Sempre che Trump riesca a superare lo scoglio delle primarie. Fra i repubblicani, infatti, l’idea di Ron DeSantis quale candidato alla Casa Bianca (eufemismo) non dispiace. Un sondaggio di dicembre dava addirittura il governatore della Florida in vantaggio (52% a 38%) fra gli elettori del Grand Old Party.

Trump, nel frattempo, ha anche altro cui pensare. Per dire: l’ex presidente ha scritto sulla sua piattaforma Truth Social che si aspetta di essere arrestato martedì nel processo penale di New York che riguarda il pagamento di denaro non dichiarato alla pornostar Stormy Daniels. Ahia.

L’orizzonte ristretto

In generale, e volendo citare un consigliere di Trump intercettato sempre a dicembre dal New York Magazine, sembrerebbe che il mondo del tycoon si sia ristretto. E pure di molto.

Il che, appunto, non esclude la possibilità che Trump su Facebook ed eventualmente Instagram torni a spargere disinformazione. Nel tentativo, intimo ma non solo intimo, di seminare il caos. Come del resto ha fatto su Truth, chiedendo ai suoi seguaci di riprendersi il Paese. L’imprevedibilità del personaggio oramai è cosa nota, d’altronde. Basti pensare agli attacchi, recenti, all’industria tech. Eppure, è opinione comune fra gli esperti in America che il ritorno di Trump su Facebook non avrà un peso. Non politico, quantomeno. Anche perché non solo sono cambiate le regole sul social di Mark Zuckerberg, ma perché nel frattempo la piattaforma ha perso influenza, reputazione e rilevanza nel discorso. Quanti di voi, ad esempio, hanno aggiornato il proprio profilo su Facebook recentemente? Ecco.

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