I detenuti vogliono più ore d'aria

BELLINZONA - Più ore d'aria e maggiore libertà nel gestire il denaro guadagnato con il lavoro svolto nei laboratori: queste le due principali richieste che i detenuti hanno rivolto alla Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione tra maggio 2015 e maggio 2016.
Il gremio – presieduto da Giorgio Galusero (PLR) – ritiene che «le strutture carcerarie presenti sul territorio cantonale abbiano svolto in modo soddisfacente le delicate mansioni a loro attribuite riuscendo anche a gestire al meglio i periodi in cui la popolazione carceraria ha raggiunto e talvolta superato la capienza massima».
Le richieste più ricorrenti da parte dei detenuti, che hanno sollecitato una trentina di colloqui, hanno riguardato il carcere giudiziario La Farera e l'impossibilità di avere più di un'ora d'aria al giorno: «La struttura, quasi sempre al limite, e soprattutto ragioni d'inchiesta che non permettono l'uscita in contemporanea negli appositi spazi di persone implicate nella medesima indagine, rendono quasi impossibile aumentare le rotazioni che consentirebbero di prolungare i momenti d'aria».
L'altro punto sul quale i detenuti vorrebbero maggiore libertà di manovra è l'utilizzo del denaro ricevuto per il lavoro svolto nei laboratori del carcere. Questi ricevono infatti 33 franchi al giorno ma vi sono alcune regole sulla gestione di questi soldi. Innanzitutto vige l'obbligo da parte del detenuto a onorare determinate spese, «un modo di sensibilizzarlo e avviarlo verso una reintegrazione sociale», si legge nel rapporto.
Il Concordato della Conferenza delle autorità cantonali competenti in materia di esecuzioni di pene e misure ha fissato infatti in 33 franchi al giorno la remunerazione con però una deduzione di 8 franchi quale compensazione parziale delle spese di vitto e alloggio. «La persona detenuta riceve quindi una remunerazione di 25 franchi per ogni giorno di lavoro», spiega la Commissione.
Le altre due questioni che hanno occupato i commissari incaricati della sorveglianza sono state quelle riguardanti le vicende, entrambe rimbalzate sui media, del verme trovato in una patata e delle inadempienze del servizio medico. Nel primo caso, è stata modificata la modalità di trasporto della cena presso la Sezione aperta per permettere di scaldare le pietanze direttamente in questa struttura.
Nel secondo caso «le verifiche della Commissione permettono di ribadire che la presenza del medico è garantita giornalmente nelle due strutture principali e che almeno una volta la settimana, lo stesso medico, è presente presso la Sezione aperta. Evidentemente per le urgenze l'intervento è immediato». Inoltre, da circa due anni è stato assunto a tempo pieno un infermiere diplomato.