Locarno

«I dividendi della SES vanno confermati»

Il Municipio ritiene corretto mantenere la ridistribuzione al Comune di parte degli utili della Sopracenererina - «Un’adeguata remunerazione dell’investimento sostenuto nel 2015 per l’acquisto di una quota del pacchetto azionario»
Nel 2021 la Città ha incassato un dividendo di 613.000 franchi.©Gabriele Putzu
Spartaco De Bernardi
Spartaco De Bernardi
17.03.2023 17:29

La distribuzione del dividendo al Comune di Locarno e agli altri azionisti della Società elettrica sopracenerina (SES) dev’essere confermata, mantenendo la remunerazione del 4,5% del capitale. E questo anche solo in considerazione dell’ingente investimento effettuato otto anni fa dalla Città con l’acquisto di una quota del pacchetto azionario della SES, quota che oggi è pari al 18,5%. Lo sostiene il Municipio cittadino secondo il quale «proprio in questo periodo di difficoltà e di incertezze finanziarie per gran parte degli enti pubblici, è auspicabile uno sforzo da parte della SES per mantenere ancora un dividendo di 3 franchi per azione, a tutto beneficio dei Comuni stessi». Nella risposta all’interrogazione del gruppo Sinistra Unita (primo firmatario Pier Mellini) che chiedeva lumi sulla politica tariffaria attuata dalla società distributrice di energia elettrica, Palazzo Marcacci precisa che il dividendo versato nel 2021 alla Città - secondo maggior azionista della SES dopo l’AET - ammontava a 613.062 franchi. «In questo contesto – rileva l’Esecutivo – va precisato che la Città nel 2015 ha effettuato un investimento, acquistando le azioni della SES, per un ammontare di 7,167 milioni di franchi. Si ritiene che questo rilevante impegno economico debba essere adeguatamente remunerato per far fronte all’investimento sostenuto».

Più costi che benefici

Oltre agli interessi derivanti da quest’investimento, vanno anche considerati i costi sostenuti dalla Città per l’illuminazione pubblica (manutenzione degli impianti e consumo di energia elettrica). Costi che sono solo in parte compensati dal totale delle entrate percepite dalla SES, nello specifico i dividendi azionari, le sponsorizzazioni, le imposte comunali e quelle alla fonte. «La relazione costi/benefici risulta quindi a carico del Comune, anche col dividendo attuale e maggiormente con quello antecedente», sottolinea il Municipio, il quale precisa inoltre che «il mantenimento del dividendo attuale potrà permettere ai vari Comuni di decidere come meglio attuare delle politiche redistributive nei confronti della propria cittadinanza con le misure e le modalità che si riterranno più idonee ad ogni specifica realtà comunale».

Una questione di equilibrio


Se la SES distribuisce dividendi agli azionisti è perché consegue degli utili. Ma perché allora, chiedeva in pratica la Sinistra Unita, non rinunciare a parte di quegli utili ed abbassare le tariffe per l’elettricità? L’Esecutivo cittadino, riprendendo la risposta che la stessa SES aveva dato ad un altro Comune che domandava di rivedere verso il basso i costi dell’elettricità, rimarca che «la riduzione di un solo centesimo per kWh della tariffa comporterebbe una minore entrata per la SES di 4,5 milioni di franchi. «La richiesta di abbassare di qualche centesimo le tariffe della SES corrisponderebbe ad un importo di gran lunga superiore rispetto ai dividendi distribuiti agli azionisti. Dividendi che nel complesso ammontano a 2,145 milioni di franchi. Quanto agli aumenti delle tariffe, Palazzo Marcacci ricorda innanzitutto come la SES abbia dovuto investire massicciamente nelle strutture di rete (mediamente fra i 35 ed i 40 milioni all’anno) per adattarle alla Strategia energetica 2050 elaborata dal Consiglio federale sei anni fa. Oltre a ciò il prezzo dell’elettricità, in Ticino come nel resto della Confederazione, è aumentato vertiginosamente per i noti motivi legati alla penuria d’acqua che influisce sul funzionamento delle centrali idroelettriche e alla guerra in Ucraina che ha portato a livelli elevatissimi il costo del gas utilizzato dalle centrali attivate per supplire alla mancanza di energia.

Aumento «solo» del 20%

«Per limitare i rischi legati alle forti variazioni di prezzo – precisa ancora il Municipio riportando le spiegazioni della SES – questa energia mancante viene comperata sull’arco di 3 anni ed è per questo che la bolletta finale per il 2023 dei clienti vincolati (in buona parte economie domestiche) è aumentato “solo” di circa il 20% e non ha raggiunto il 2.000% come è successo ai clienti sul libero mercato che hanno atteso quest’anno per la sottoscrizione di contratti di fornitura». Mal si vede come la Città, conclude dunque Palazzo Marcacci, possa realisticamente intervenire in modo da poter abbassare i prezzi dell’elettricità in maniera significativa senza provocare danni finanziari di rilievo alla struttura economica della SES.