Sopraceneri

I monti sopra Biasca tornano a bruciare: «È sempre difficile spegnere gli incendi da fulmine»

«Era prevedibile che il rogo si riattivasse», spiega il comandante dei Pompieri di Biasca Corrado Grassi – «Senza l'aiuto del meteo, spegnere completamente le fiamme sarà molto difficile» – La situazione rimane comunque costantemente monitorata
© CdT / Chiara Zocchetti
Mattia Darni
28.06.2025 16:30

Si è riattivato l'incendio causato da un fulmine che lo scorso giovedì aveva colpito la zona del Monte Erto. Come mostrano le foto e i video fatti sul posto, dalla montagna è così tornata ad innalzarsi verso il cielo una colonna di fumo bianco.

«Stamattina abbiamo notato che c'era movimento nella zona e nel pomeriggio l'incendio si è riattivato», spiega da noi raggiunto telefonicamente Corrado Grassi, comandante dei Pompieri di Biasca. «Ora procederemo a gettare acqua con l'elicottero nell'area interessata dalle fiamme. Purtroppo, attualmente, non possiamo fare di più. Una cosa è chiara, senza l'aiuto del meteo, spegnere completamente il rogo sarà quasi impossibile. Bisogna sperare nella pioggia».

È del resto piuttosto complicato riuscire a domare gli incendi causati dai fulmini, soprattutto se questi scoppiano in zone difficili da raggiungere. «Che le fiamme si riattivassero era prevedibile», chiarisce il nostro interlocutore. «È da giovedì che monitoriamo la situazione con i droni: avevamo messo in conto che il fuoco potesse riprendere vigore. Del resto non aveva alcun senso continuare a buttare acqua sull'area colpita dal fulmine perché quest'ultima scorre in superficie, mentre la scarica elettrica si diffonde in profondità nel terreno e tra le radici delle piante. L'incendio può così rimanere latente per diverso tempo. Il fatto che si riattivi o meno dipende anche dal meteo. Ci sono incendi da fulmine che possono durare anche tre o quattro settimane».

La situazione, ad ogni modo, continuerà ad essere costantemente monitorata e si stanno già studiando i prossimi passi. «Se la situazione dovesse aggravarsi, valuteremo la possibilità di far intervenire sul posto una squadra tecnica la prossima settimana. Prima di far calare i militi con le corde bisognerà però valutare bene la situazione in quanto vogliamo evitare interventi sproporzionati. Bisogna sempre mettere sulla bilancia costi e benefici», conclude Grassi.

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